Autore: Francesco Costa
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2020
Pagine: 204 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Strade blu. Non Fiction
ISBN: 9788804722465
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Che cosa conosciamo degli Stati Uniti d’America? Siamo sicuri che tutto quello che ascoltiamo dai media, o che proviene dal bombardamento d’informazioni sia davvero la realtà, o ci sfugge qualcosa? Francesco Costa riesce in una analisi ponderata ed efficace ad introdurci nei meandri più reconditi di un paese che da sempre ci mostra un’immagine di sé di grandezza e sicurezza, attraverso un excursus storico fino ai nostri giorni, passando da Jefferson fino a Donald Trump.
Viviamo anni di risposte semplici a domande difficili. Facciamo fatica ad accettare che i problemi complessi abbiano ragioni e soluzioni complesse, che niente abbia mai una sola spiegazione, che le faccende degli esseri umani si intreccino e si influenzino tra loro in modi non del tutto indagabili.
Francesco Costa analizza dopo vari studi, una fisionomia nuova degli Stati Uniti d’America. Stato che da sempre è apparso a noi spettatori d’oltreoceano, come una meta irraggiungibile, come la terra dell’oro, che tentiamo d’imitare seppur rimanendo indietro di una manciata di anni. A partire dai padri fondatori della costituzione americana fino alle elezioni che vedono per la prima volta un presidente di colore salire alla Casa Bianca, in tempi in cui nonostante i cambiamenti, i neri vengono ancora discriminati, fino ad arrivare all’elezioni di Donald Trump, figura di un presidente sicuramente controverso. Costa ci dà un’immagine diversa dell’America, un’immagine che non è più tutta a colori, ma con una miriade di sfumature, cercando di eliminare i vecchi stereotipi, passando ad analizzare i cambiamenti avvenuti negli anni nei vari Stati americani e soprattutto cosa è cambiato e perché.
Questa è l’America è, a mio avviso, un libro molto riflessivo, soprattutto per una come me che ama molto gli Stati Uniti. Sicuramente dà uno spunto per vedere con occhi diversi un paese dove forse molti vorrebbero vivere lasciando la vecchia Europa, da me in primis. Ma come dice Costa fin dalle prime pagine, forse la nostra analisi si ferma a un livello così superficiale da non andare tanto più in là dei luoghi comuni. Abituati come siamo a vedere l’America con i suoi enormi spazi, le sue città bellissime, le università di prestigio, per non parlare delle miriadi di opportunità che pensiamo una terrà così possa offrire. Ma tanti sono i problemi che appaiono in queste pagine, dai problemi della dipendenza da oppiacei alle fabbriche di Detroit alla crisi idrica di Flint.
Approfondimento
Partendo da questo approfondimento, mi sorge un dubbio: ma perché dovremmo leggere proprio un saggio che parla dell’America? Beh, per quel che mi riguarda, io come Costa sono un’appassionata degli Stati Uniti, nel bene e nel male. Come tutti, amo le sue città, ma come tanti critico sicuramente una nazione dove ancora la gente muore per strada non avendo accesso a una sanità pubblica come la nostra, o ancora mi chiedo perché ci sia un uso così spropositato di armi. Ma probabilmente anche io baso la mia analisi su stereotipi.
Ma il dubbio maggiore è: come mai una nazione che è nata moltissimi anni dopo la nostra è riuscita a diventare nel bene e nel male, una superpotenza in grado di tirare le redini dell’economia mondiale e a diventare comunque un modello a livello internazionale? Molte possono essere le ragioni, come dice Costa:
Gli Stati Uniti sono oggi come una macchina formidabile che procede a tutta velocità ma con una ruota sgonfia, sbandando e richiedendo continui aggiustamenti di rotta, e perdendosi ogni tanto un pezzo per strada: un finestrino, uno sportello, un cerchione. La velocità continua a essere sostenuta, ma solo per chi riesce a restare attaccato, a non dare di stomaco a ogni curva, e a non morire di paura.
Diversi sono stati i cambiamenti nel tempo e Costa ci accompagna nel suo viaggio attraverso l’America passando dal Texas alla California a New York, ecc., parlando di razzismo come del problema delle armi, o del numero sempre maggiore di persone che diventano dipendenti da droghe dopo uso di analgesici a base di oppioidi, fino allo scontro tra Repubblicani e Democratici in una lotta all’ultimo voto.
Se consiglio una lettura di Questa è l’America? Sicuramente, in primis perché è scritto veramente bene, in maniera scorrevole e che di certo non annoia, e poi perché è probabile che dell’America sappiamo ben poco anche se siamo convinti di saperne tantissimo. Con questo suo saggio Costa ci dà l’opportunità di vedere l’America da più punti di vista, mettendone in luce pregi e difetti attraverso tutte le sue contraddizioni, per arrivare a quella che l’ America è oggi.
Sia chiaro, quello di cui si sta parlando non è un classico declino di una superpotenza: non si può parlare di declino nel caso di un paese la cui economia, la più grande al mondo, cresce ancora con solidità, che sforna ogni anno una manciata di premi Nobel e la cui influenza culturale e il cui dominio militare non sono mai stati messi in discussione. Il sogno americano cosiddetto, d’altra parte, non è mai stato una leggenda metropolitana: al di là dei luoghi comuni, l’America è davvero la terra delle opportunità, e un luogo che riesce a premiare le idee, l’ingegno e il lavoro duro con una regolarità sicuramente non infallibile ma altrettanto sicuramente sconosciuta a moltissime delle altre grandi economie del mondo. E naturalmente nessuna nazione è priva di problemi con cui fare i conti.
Giuseppina Guerra