
Autore: Lucrezia Lerro
Pubblicato da Mondadori - Febbraio 2015
Pagine: 163 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Libellule
ISBN: 9788804647669

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“Sangue matto” è un appellativo simpatico ma molto calzante per descrivere la sindrome mestruale e premestruale. Sbalzi di umore e perdite di controllo possono rendere la vita difficile in quei giorni, ma questo piccolo saggio scorrevole e divertente può aiutare a farsene una ragione.

In Il sangue matto, l’argomento “mestruazioni” viene affrontato sotto diversi punti di vista: le diverse voci narranti raccontano ognuna la propria esperienza personale. A tredici anni, all’arrivo della prima mestruazione, racconta una ragazza, la nonna le disse di non lamentarsi, di rassegnarsi a questa vergogna e di metterci una pezza, nel vero senso della parola, poiché quando era stata giovane lei, nella prima metà del Novecento, non esistevano i moderni assorbenti e le donne dovevano arrangiarsi con involti di stoffa da lavare e riutilizzare, ma non sicuramente ermetici come i rimedi odierni.
La mia bisnonna, nata nel 1870, lasciava che il mestruo la sporcasse, la inondasse fino ai piedi durante i suoi giorni. Lei non utilizzava analgesici o rimedi antistress. Per quattro giorni indossava lo stesso abito sporco di sangue. Soltanto all’inizio del quinto si cambiava, perché allora stavano per passarle e quindi da lì a breve non sarebbe stata più impura.
In altre donne il male fisico e il disagio psichico di quei giorni non possono essere distinti, intrecciandosi in un tutt’uno di sofferenza inspiegabili soprattutto per le più giovani. Nell’età adulta, alcune rimangono comunque influenzate dal cattivo umore dei giorni che precedono il ciclo, facendo fuggire i fidanzati che temono gli attacchi di ansia o ira mal controllati e sfogandosi nel cibo spazzatura e nelle lacrime consolatorie, in balia degli ormoni e delle emozioni.
Oggi non posso fare a meno di parlare della mia sindrome. Non mi trattengo più, e per fortuna qualcuno che mi capisce l’ho trovato. Il mio motto è diventato CAPIRE E NON GIUDICARE MAI.
Il periodo mestruale può essere visto e vissuto come simbolo della complessità femminile, come dispiacere per non essere madri per quella volta, vissuto con delusione e senso di perdita, come ricerca di amore e comprensione, con la voglia di coccole e calore umano, come palcoscenico del dolore femminile, usato anche come scusa per ogni capriccio. Ogni aspetto è giusto e dovuto, come ogni donna lo vive in modo diverso.
Io nel giro di qualche ora riesco a essere felice, triste, imbronciata, irascibile, moribonda, buona, cattiva, simpatica, antipatica, dolce, amara, bella, brutta, e persino grassa e poi di colpo magra, e chi più ne ha più ne metta.
Approfondimento
In un flusso (parola che rientra di tutto diritto nel tema) di pensieri e riflessioni liberi e sciolti, Lucrezia Lerro in Il sangue matto raccoglie le testimonianze di varie donne, che nei loro monologhi, tra Buscofen e macchie scure sul labbro, affrontano narrazioni ed episodi che fanno parte della vita di tutte le femmine, e indirettamente anche dei maschi, con uno stile leggero e affabile, sicuramente lontano anni luce dalla riservatezza e dal pudore che ha da sempre avvolto l’argomento.
Le metafore e le similitudini che costellano i capitoli rompono una volta per tutte lo schermo di ignoranza e vergogna che avvolge il tema e lo trasformano in un puro atto di amore verso il corpo femminile, misterioso e glorioso.
Il sangue matto contiene una saggezza di fondo e una leggerezza nell’affrontare temi delicati che possono risultare utili a donne e uomini che conoscono poco l’argomento e di conseguenza non potranno che trarne un vantaggio considerevole.