Autore: Paola Cereda
Pubblicato da Piemme - Aprile 2014
Pagine: 220 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Pickwick
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Un’isola selvaggia e senza nome che l’uomo cerca di dominare, una donna cresciuta senza amore che cerca il suo riscatto. Quanto sono legate e dipendenti l’una dall’altra le loro storie? E se fosse una meravigliosa salsa a dare la pace a entrambe?
La vita di Agata, la protagonista di Se chiedi al vento di restare, è segnata dalla sofferenza: fin dalla nascita, quando la madre muore nel darla alla luce, e poi nella crescita, quando, affidata a una balia, non fanno che ripeterle che tu non sei nulla per noi.
Cresce con un padre che la maltratta e con una zia bigotta, la quale le insegna che la vita è sofferenza, lavoro ed espiazione. La sua vita sull’isola senza nome è scandita unicamente dal lavoro in una locanda come sguattera e con l’immancabile appuntamento delle 11.
È l’amicizia con Il Bianco, direttore del carcere sull’Isola e persona elegante e raffinata, a cambiare le cose: è l’unico che la tratta gentilmente e le insegna che non deve mai svendersi perché la bellezza non si compra. Ed è proprio per lui che un giorno Agata inventa la famosa salsa Agata, una salsa morbida e con i profumi dell’Isola, che in breve stregherà tutti gli isolani. Con la complicità del Bianco e della sua meravigliosa salsa, Agata incontra il famoso artista circense Dumitru. Con lui arriva un amore fatto di balli, musica e libertà, che scatena i pregiudizi e le gelosie in un microcosmo in cui le regole e la religione la fanno da padrone.
Quando comincia la forzata valorizzazione dell’Isola, gli unici a non sottomettersi al cambiamento saranno proprio Agata, con la sua salsa, e Dumitru. Insieme scateneranno le ire del Greco, colui che sta togliendo all’Isola la natura selvaggia che la contraddistingueva.
E cosa succede se l’Isola, con la complicità dell’Annunciata, la silenziosa e strana figlia di Agata che smuove le tempeste, si ribellano?
Approfondimento
Paola Cereda, finalista nel 2009 del Premio Calvino con il romanzo Della vita di Alfredo, con Se chiedi al vento di restare ci regala un altro breve romanzo che assomiglia a una fiaba contemporanea.
Gli elementi della favola ci sono tutti: innanzitutto la scenografia, un’isola nel Mediterraneo che non ha nome ed è lontana dal Continente. C’è la protagonista sfortunata in cerca di riscatto e in attesa che la vita, un giorno o l’altro, si riempia di amore e di cose belle. Ci sono gli aiutanti (Il Bianco) e gli antagonisti (Il Greco e i pregiudizi degli isolani) e c’è la speranza, rappresentata dall’amore che approda sull’isola su un cavallo che però non è bianco, ma nero e addestrato per uno spettacolo circense. E forse c’è anche la pozione magica: la Salsa che strega tutti e che sarà la fortuna di Agata.
Ma le analogie con le favole qui finiscono, perché la protagonista non vivrà per sempre felice e contenta con il suo amore, ma soffrirà fino alla fine del libro, prima con una figlia che smuove le tempeste ma che non le parla e non ricambia il suo amore, e poi con l’amore che se ne va e che porta via con sé i balli e la spensieratezza.
Agata è una donna forte, concreta e incorruttibile, consapevole di sé stessa e delle sue azioni, una donna reale come noi, che, nonostante la vita avversa, si rimbocca le maniche e combatte per ciò in cui crede.
Se chiedi al vento di restare si conclude piacevolmente con un finale assolutamente inaspettato, che, in mezzo a tante storie scontate, di certo non guasta.
Chiara Galimberti