
Autore: Paolo Cognetti
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2018
Pagine: 120 - Genere: Avventura, Letteratura di viaggio
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Supercoralli

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Questo libro è un taccuino di viaggio, ma anche il racconto illustrato, dettagliato, di come vacillano le certezze col mal di montagna, di come si dialoga con un cane tibetano, di come il paesaggio diventa trama del corpo e dello spirito. Perché l'Himalaya non è una terra in cui addentrarsi alla leggera e per affrontarla serve una vera spedizione, con guide, portatori, muli, un campo da montare ogni sera e smontare ogni mattina, e soprattutto buoni compagni di viaggio. Se è vero che in montagna si cammina da soli anche quando si cammina con qualcuno, il senso di lontananza e di esplorazione rinsalda le amicizie. Questo è il viaggio che Paolo Cognetti intraprende sul finire del suo quarantesimo anno, poco prima di superare il crinale della giovinezza.

Paolo Cognetti, all’alba del suo quarantesimo anno, decide di partire verso l’Himalaya, la montagna per eccellenza, un luogo alla ricerca di se stesso per cercare di capire cosa cerchiamo quando andiamo in montagna. E Senza mai arrivare in cima è il suo personalissimo taccuino di viaggio, il suo racconto di cosa ha trovato nel salire, cosa ha perduto e cosa ha conquistato, arricchito da disegni dello stesso autore.
Anche senza sapere cosa stai cercando, pensai, un torrente è la miglior via da seguire: indica sempre la direzione, sale verso la propria sorgente e vedendolo farsi più limpido senti di andare verso la sua purezza e la tua.
Cognetti parte insieme ad un caro amico di infanzia, Remigio, un amico incontrato da poco, Nicola, e a loro si unisce una meravigliosa cagnolina tibetana, spirito benefico che li accompagnerà lungo il difficile percorso della scalata. Protagonisti del libro sono la montagna, l’amicizia, il viaggio e l’amore per la lettura. La montagna con le sue vette, i suoi sentieri, le sfide a cui ci chiama, l’essenziale a cui ci abitua. L’amicizia fatta di parole non dette e di quelle sussurrate, fatta di condivisioni, di ricordi, di crescita, parabola di quel percorso che dapprima ci vede bambini e poi d’improvviso adulti con la testa tra le nuvole. Il viaggio inteso come senso dell’andare, metafora della crescita e della ricerca, del perdersi e del ritrovarsi, dell’imparare a trovare un senso anche nel quotidiano, anche nel dolore, anche nella salita più difficile. La lettura come compagna di viaggio, un modo per rendere il viaggio ancora più interessante e indimenticabile.
Cognetti accompagna se stesso e noi nella lunga scalata verso la vetta, conosciamo volti, persone, monasteri abbandonati e monaci in preghiera, alla ricerca del leopardo delle nevi o semplicemente di noi stessi; per trovare un senso più puro, più alto e più limpido alla nostra ricerca quotidiana.
Senza mai arrivare in cima è un compagno di viaggio sensibile e discreto, con la sua prosa semplice ed essenziale racconta del senso profondo dell’andare in montagna, della fatica che diventa momento di crescita, di come le cose possono avere anche un altro punto di vista, di come non dobbiamo mai stancarci di seguire il nostro viaggio, puntando non solo alla cim,a ma anche e soprattutto al sentiero che stiamo percorrendo. È un’opportunità che l’autore offre anche al lettore di riscoprire un mondo più autentico, una ricerca che non è solo fisica ma anche intimissima e personale, alla riscoperta di sé stessi.
Approfondimento
Ho avuto il piacere di conoscere Cognetti poco prima della partenza per questo meraviglioso viaggio, ragazzo montanaro puro, di poche parole, ma quella parole sanno arrivarti al cuore. E davvero c’è il cuore in questo viaggio, ma non solo quello…ci sono mani che si arrampicano, visi sferzati dal freddo della montagna, pensieri a volte pesanti come macigni a volte leggeri come fiocchi di neve e c’è tutto il senso di una vita, la voglia furiosa di credere e di cercare qualcosa di più alto della nostra confusa quotidianità, la ricerca paziente e testarda di una semplicità, di un arcaico ritorno a qualcosa di più vero e più concreto…la caparbietà di trovare il senso in ogni passo che percorriamo per arrivare dove siamo…senza mai arrivare in cima.
Per i tibetani il vorticare delle ruote, il nostro girare intorno a muri, monasteri e montagne, attiva le preghiere inscritte al loro interno così come il battaglio che accarezza il bordo della campana le fa vibrare producendo una nota. Cerca la risposta in questo saliscendi: poiché perderai qualsiasi cosa tu abbia creduto di guadagnare, impara che ben più prezioso della vetta è il sentiero. Trova il senso in ogni passo.
Romina Celani
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