Autore: Saverio Tommasi
Pubblicato da Sperling & Kupfer - Settembre 2017
Pagine: 206 - Genere: Autobiografico, Narrativa Italiana
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Pandora
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“Fare il babbo non è facile, ogni giorno è una scoperta, una vittoria e due o tre sconfitte”
È ciò che ci racconta Saverio Tommasi in queste sua lettera aperta alle figlie, Caterina e Margherita; la sua esperienza, magari non proprio una guida del bravo genitore, ma il racconto di come l’essere diventato genitore abbia cambiato la sua di vita o, meglio, il suo modo di rapportarsi con le insidie del mondo. Parlando con le sue bimbe, in fondo, parla a tutti noi, sottolineandoci l’importanza dei sogni e del non uniformarsi alla massa, l’importanza della libertà e di essere unici.
Saverio Tommasi scrive una lettera alle sue bimbe, “un abbraccio di parole” come lo definisce lui stesso. In ogni capitolo si Siate ribelli, praticate gentilezza affronta un tema: una paura, un’indicazione, un consiglio. Racconta loro di quando sono nate, della scelta del nome; racconta alcuni episodi della loro giovane vita. Ma parla anche del suo lavoro di creatore di video denuncia e, quindi, di temi come il razzismo, le diversità, il disagio, il bullismo; degli “hater”, ovvero di coloro che sui social praticano l’odio e attaccano tutto e tutti e di come lui stesso sia stato attaccato per le sue idee; ma parla anche di persone che hanno voluto cambiare, oppure emergere nonostante le proprie diversità. Parla di come le normali paure di un uomo possano trasformarsi in terrore, quando diventa padre, quando non deve più pensare solo a se stesso. Invita Margherita e Caterina, questi i nomi delle bimbe, a puntare sempre alla libertà e a non farsi trascinare dalla massa, ma a sapersi differenziare ad ogni costo, a trovare sempre il coraggio di far emergere la propria parola
Sono le minoranze che rendono le persone normali, perché nelle minoranze ci stanno le differenze, che sono una sorta di specializzazione alla vita. Tutti infatti si nasce, ma l’unico modo per essere se stessi è differenziarsi.
È chiaro chi sono le destinatarie dello scrivere di Saverio Tommasi, tanto che spesso ci si sente lettori indiscreti di una confidenza a noi non indirizzata: come se stessimo leggendo un diario del quale non ci hanno dato la chiave. Ma il messaggio dello scrittore è, in fondo, universale. Può essere utile a un genitore (anche se Tommasi sottolinea che non si tratta di una guida per padri), a un figlio o anche a chi un figlio non ha.
Mi rivolgo a voi, però mi rivolgo a tutti.
La scrittura è chiara e diretta, pare quasi un discorso orale o, meglio, un discorso da social; perché Tommasi arriva proprio dai social, da Facebook per l’esattezza.
C’è gente che dice che il social network andrebbero chiusi per migliorare i rapporti interpersonali, ma secondo me sarebbe come dire: «Rendiamo illegale il divorzio, così la gente potrebbe continuare ad amarsi».
dove è stato scoperto e invitato a portare fuori da quel mondo le proprie idee, appunto scrivendo un libro.
Siate ribelli, praticate gentilezza è un libro che un poco fa pensare, è un poco ti fa dire “certo è ovvio che sia così”; un libro che facendoti anche qua e là sorridere, parlando di pannolini o della paura di un padre in previsione dei primi amori delle figlie, affronta anche temi tristemente attuali come il razzismo, il bullismo o il fascismo: temi che stanno profondamente a cuore allo scrittore e sui quali ha creato la sua professione.
Approfondimento
Certo un libro che, pur dicendo di non volerlo fare, un poco prova a indirizzare il pensiero o, comunque, a far emergere il punto di vista dello scrittore su temi di attualità, rischia di scivolare in parte nel banale e nel populismo, ma Tommasi lo fa con la tenerezza del padre che racconta una favola alla figlie prima di metterle a dormire, di un padre che cerca di dare i mezzi alle proprie figlie per affrontare la vita o, almeno di suggerirli loro.
«Se ci sono le pozzanghere, al bambino non gli dire scansale, devi dargli gli stivali per saltarci dentro. Io credo che in questo gesto si racchiuda tutta la filosofia dell’essere genitore.» Barbara Dardanelli
Monia Merli
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