
Autore: Ma Jian
Pubblicato da Feltrinelli - Febbraio 2020
Pagine: 80 - Genere: Narrativa Contemporanea, Racconti
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807892981

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“Tira fuori la lingua” è una frase usata dai medici per diagnosticare una malattia al proprio paziente, in questo libro il malessere del protagonista diventa la molla che lo spinge a intraprendere il viaggio in Tibet alla ricerca di sé stesso lasciandosi alle spalle un matrimonio fallito.

Arrivare in Tibet comporta percorrere una strada lunga e molto faticosa, il paesaggio si snoda tra campagne Tibetane e ripide montagne in questi luoghi si trovano degli scenari immersi in una natura idilliaca, veri e propri villaggi incontaminati e monasteri isolati dove l’uomo vive in maniera quasi primitiva.
Per riposarsi dal lungo viaggio in autobus lo scrittore decide di fermarsi in un villaggio nei pressi del lago Yadrok dove spera di assistere alla sepoltura celeste un’usanza molto diffusa in questo territorio, ed è qui che conoscerà un soldato che farà al caso suo. Quest’ultimo infatti gli indica il luogo dove potrà assistere a tale rituale, raccontandogli la storia di Myima una giovane donna data in sposa a due fratelli e inseguito morta di parto. Il protagonista armato di macchina fotografica si reca in tale luogo dove scopre quanto sia macabra e scabrosa tale usanza.
L’indomani si riemette in cammino e giunge alla sua seconda tappa all’imbrunire, si prepara a trascorrere la notte all’aria aperta quando scorge la debole luce di una tenda. Avvicinatosi con la scusa di scattare delle fotografie egli viene accolto da un vecchio ,anche egli in pellegrinaggio, che gli confessa di avere come meta una montagna sacra in segno di sacrificio e pentimento per avere avuto rapporti sessuali con la figlia.
Nonostante le forti esperienze vissute lo scrittore continua il suo viaggio alla volta dell’Everest dove viene fermato da impiegato della sede distrettuale che sostiene non sia fattibile scalare il monte da solo e gli propone invece di visitare il poco distante monastero di Gar accompagnandolo al vicino villaggio e indicandogli la casa di un amico dove poter trascorrere la notte in cambio di poche sigarette. Anche questo personaggio si rivela alquanto strano infatti conserva in casa i resti ormai essiccati della sua amante morta tanto tempo fa.
Lo scrittore è giunto ormai all’ultima tappa del suo viaggio, mentre si arrampica sulle montagne del Tibet si interroga sulle esperienze vissute e sulle dure condizioni in cui la gente del posto è costretta a vivere e ancora una volta in questa atmosfera che mescola sogno e realtà, mistero e verità ci lascia l’ultimo dei suoi strazianti racconti ovvero la storia di una giovane donna lama, ritenuta la possibile incarnazione del Buddha e morta a seguito di un rito di iniziazione.
Forte e estremamente diretto, Ma Jian lascia poco spazio all’immaginazione svelandoci il lato più cupo e doloroso del Tibet.
Approfondimento
I racconti contenuti nel libro mostrano il Tibet come un luogo lontano dagli ideali comuni di pace e serenità ritraendolo invece come un posto barbaro e primitivo sede di molte violenze e crudeltà, questo è il motivo per il quale l’autore viene esiliato e al quale è tutt’ora vietata la pubblicazione delle sue opere in Cina.
Leggendolo si ha l’idea di un luogo idilliaco dove il tempo si è fermato ma dove le persone vivono in modo animalesco guidati da istinti e impulsi ben lontani dall’idea di civiltà a cui siamo abituati, la narrazione è molto ricca di dettagli soprattutto per quanto riguarda i vari rituali e le violenze descritte e questo a volte rende difficoltosa la lettura, per questo non lo consiglierei a chi è facilmente impressionabile.
La costante condizione del protagonista annebbiato dallo sforzo che il viaggio comporta crea nel lettore molta curiosità in quanto la linea tra verità dei fatti e invenzione risulta sempre molto sottile.
Tira fuori la lingua è un libro di grande impatto che denuncia situazioni molto pesanti e vissuti molto forti al limite della realtà la cui lettura può dimostrarsi faticosa proprio perché tratta argomenti quasi incredibili e difficilmente concepibili ai giorni nostri.
Petra Raimondi