
Autore: Lorenzo Marone
Pubblicato da Feltrinelli - Maggio 2019
Pagine: 298 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807033421

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“Sì, abbiamo le nostre radici, è vero, e sì, sono una parte importante di noi perché, come dice il comandante, spesso ci portano a casa, il luogo dell’accoglienza e degli affetti. Il problema è che per alcuni le radici diventano catene, qualcosa alla quale si resta aggrappati con tutta la forza per paura”

Andrea Scotto si ritrova a dover badare al padre malato dopo anni di lontananza: la sorella Marina deve andare via qualche giorno con la famiglia a trovare il suocero e vuole lasciare il padre in mani sicure. Dà al fratello un foglio con alcune regole da seguire, ma Andrea non vuole trattare il padre come malato terminale, così quando il comandante Libero chiede al figlio di tornare a Procida, la loro isola natale, Andrea accetta.
Libero in realtà aveva architettato tutto: sapeva che la figlia era troppo apprensiva e ligia alle regole per ascoltare la sua richiesta, mandarla via e chiedere l’aiuto del figlio Andrea era l’unica soluzione possibile.
Da qui Lorenzo Marone ci porta lungo un viaggio nei ricordi di Andrea, immortalati dalla sua amata macchina fotografica Olympus, e di Libero, che rivede nella sua Procida la vita che aveva insieme alla moglie e ai figli. Come tante tessere di un puzzle il libro si compone di ricordi ed esperienze raccontate attraverso gli occhi di Andrea, legate alla famiglia, agli amici, ai primi amori e al lavoro.
Andrea racconta delle nuotate col padre, unico momento in cui Libero era veramente presente rispetto al resto del tempo in cui era imbarcato in qualche nave lontana, descrive la casa d’infanzia a Procida e gli odori dei fiori che la incorniciano. Ripercorre le cacce al polpo fatte con l’amica d’infanzia Ondina, figlia dell’isola dai capelli neri e dal carattere difficile.
Accanto c’è il presente: Libero si sta riappropriando dei suoi ricordi a Procida, gli ultimi che potrà avere, mentre Andrea cerca di stare accanto al padre guardandolo con occhi diversi e allo stesso tempo di ricostruire la sua vita dopo questo scossone inatteso.
Approfondimento
La particolarità di Tutto sarà perfetto risiede nello schema narrativo: il libro è composto da tre macro-categorie, evidenziate nel libro dall’uso di tre diversi font. Una prima categoria racconta il presente di Andrea e Libero a Procida, una seconda categoria, rappresentata con un font più piccolo, raccoglie i ricordi di Andrea, che scaturiscono da un’azione, un oggetto o una situazione presente e incentrata sulla famiglia, in particolare sulla madre e sull’amica Ondina, e una terza categoria, contrassegnata dal titolo Collage, racchiude ricordi che appartengono solo ad Andrea e che sembrano descrizioni di situazioni che voleva fotografare anche se non poteva perché non aveva un rullino di riserva (per non dimenticare le raccoglie in un quaderno).
La fotografia è un elemento costante e importante nel libro, Andrea infatti l’ha fatta diventare la sua fonte di vita anche se ora si trova davanti a un bivio: l’arrivo a Procida ha smosso in lui una serie di ricordi legati alla figura di Libero, da sempre padre-padrone molto severo e poco presente per i figli ma ora reso fragile dalla malattia, e al suo lavoro, incentrato ora sul guadagno e meno legato a cogliere la bellezza e la magia di un attimo.
Tutto sarà perfetto ragiona sulle mille sfaccettature del rapporto tra padre e figlio, reso duro negli anni da incomprensioni e parole non dette da parte di entrambi, che hanno portato Andrea a provare rancore nei confronti del padre. La situazione senza via d’uscita presentata dalla vita ad Andrea lo porta a rileggere tutto con occhi diversi, dopotutto “dipende da quale prospettiva guardi la cosa”.
La precisione quasi maniacale con cui l’autore analizza i pensieri di Andrea sembra nascondere la volontà di far capire al lettore quello che sta succedendo e renderlo capace di farsi una propria idea o attuare un percorso di introspezione e crescita personale.
Un commovente insegnamento di vita quello che ci propone Lorenzo Marone, capace di porre l’accento sull’importanza di rivedere i propri legami e prendere consapevolezza che si può e si deve cambiare idea perché “forse si tratta solo di trovare il coraggio di non trattenere ciò che amiamo, di lasciar sparire la terra all’orizzonte, confidando che tanto al prossimo battere di ciglia ci sarà un nuovo piccolo brillio a rendere, seppure per un istante, tutto perfetto”.
Alice Chiesurin