
Autore: Peter Cameron
Pubblicato da Adelphi - Giugno 2010
Pagine: 206 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Gli Adelphi
ISBN: 9788845925023

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A diciotto anni l’incertezza sulla strada da scegliere spinge a far parte di un gruppo la maggior parte dei ragazzi. Il grup-po è come uno scudo che protegge, che dà sicurezza. Per James, diciottenne di New York, è vero l’esatto contra-rio. Lui trova rassicurante la solitudine e il nido creato dalle sue riflessioni che faticano però ad uscire dalla mente. Nel suo cervello c’è “una specie di setaccio che impedisce un rapido travaso dei pensieri in parole”.

La fatica di non essere da solo.
Sullo sfondo appena accennato di una New York a pochi anni dagli eventi dell’11 settembre, si dipinge la storia di James Sveck, diciottenne di Manhattan. I mesi dalla primavera all’autunno che il protagonista vive prima di decidere se frequentare il college o no, diventano il percorso più importante della sua vita. James appartiene ad una famiglia della borghesia medio-alta, il padre è avvocato e socio di un importante studio della city, la madre è proprietaria di una galleria d’arte nel quartiere di Chelsey. Come tante famiglie americane sono divorziati e non riescono ad offrire al figlio un modello di comportamento adeguato. Molto più semplice spingerlo a fare ciò che gli altri ragazzi fanno alla sua età e crescere così aiutato dai professori e dai coetanei che conoscerà al College. Ma James non è come tutti gli altri ragazzi, egli avverte di avere forse “una minuscola alterazione del DNA, qualcosa di impercettibilmente diverso che lo divide in modo irrevocabile dagli altri”.
James è un ragazzo sveglio, troppo sveglio per la sua età. Ha un’intelligenza vivace, sempre in movimento, pronta in ogni istante a cogliere le sfumature della realtà che osserva quotidianamente e a rifletterci su. Lui sta bene solo in compagnia dei suoi pensieri, ma fatica a metterli in discussione interagendo con altre perso-ne, anzi proprio quello gli crea un malessere insormontabile. Il problema è che James è colto, ama le arti e la letteratura al contrario dei suoi coetanei coinvolti in passatempi solitamente più banali e leggeri, adatti alla propria età. Tutta la sensibilità di James viene decifrata da parte dei genitori come una malattia da curare dallo psicanalista o come una omosessualità non ancora riconosciuta. James non è sicuro di essere gay e non gli importa. Non vuole pensare al sesso, vorrebbe solo smettere di stare male. Ad un certo punto un ricordo di bambino affiora da lontano, quando con un comportamento stupido cercava attenzione in famiglia e la madre diceva alla sorella “ignoralo e vedrai che ti lascerà stare”. James ricorda il suo bisogno di attenzione soffocato in maniera irreversibile, consegnandolo a quella solitudine che ha fatto da culla alla sua sensibilità.
Un giorno questo dolore ti sarà utile
è solo apparentemente un libro malinconico, in realtà il temperamento di James ha un lato ironico che emerge dai dialoghi serrati, costellati di comicità fine e tagliente. È una lettura che sarà apprezzata particolarmente da chi ama i film di Woody Allen dove le stupende ambientazioni newyorkesi si sovrappongono alle infinite sedute di psicoanalisi alla ricerca del perché siamo noi stessi, proprio così come ci riflette lo specchio della nostra mente.
Approfondimento
È impossibile non affezionarsi a James e ai suoi tormenti leggendo questo romanzo. Forse perché la forza interiore nel volersi ribellare allo stereotipo della sua vita già decisa da altri, riporta indietro il lettore a quando all’età di diciotto anni il desiderio di decidere da soli era davvero difficile da contenere. James non vuole andare al College, desidera andarsene da New York, comprarsi una vecchia casa in Kansas, trovare un lavoro qualsiasi e passare il tempo a leggere classici e frequentare musei. Ma alla fine realizza che se lascerà New York, la città che più ama al mondo, si sentirà per sempre un esiliato. Attorno al protagonista spiccano i personaggi ben costruiti della madre Marjorie, eccentrica, un po’ svampita, alle prese col naufragio del suo terzo matrimonio; la sorella di James, Gillian, che ha una relazione con uno dei suoi professori al college, il quale vive con la moglie una relazione aperta. Marginale la presenza del padre avvocato che vorrebbe dare al figlio un’impronta virile, ma che si preoccupa di farsi fare un intervento di chirurgia estetica. La dottoressa Adler, psicoterapeuta, cercherà invano di scalfire il guscio di James, ma riuscirà a fargli intravedere un po’ di luce dentro sé stesso. Infine, le persone più importanti per James saranno la nonna Nanette e John, l’avvenente direttore gay della galleria di Marjoirie, l’unico che James considera suo amico. Una gli darà quell’affetto famigliare così importante per ognuno di noi, sul quale purtroppo il protagonista non può contare appieno, mentre l’altro gli insegnerà a caro prezzo che “amicizia” significa innanzitutto il rispetto dell’altro. Riuscirà James a comprende-re meglio il suo vero “io” e a fare la scelta giusta per il suo futuro?
Narrazione scorrevole e accattivante, ricca di passaggi emozionali intensi. è uno di quei libri che spinge un lettore at-tento a mettere un segnalibro su ogni pagina, salvo ritrovarsi alla fine a dover rileggere il libro intero. Unica pecca, come spesso accade nei libri molto buoni, un finale non proprio all’altezza.
Nota: nel 2012, da questo romanzo è stato tratto il film omonimo per la regia italiana di Roberto Faenza.
Francesca Balacco