
Autore: Paola Cosmacini
Pubblicato da Baldini&Castoldi - Giugno 2019
Pagine: 288 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le Boe

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Il parto, la nascita: nell’immaginario collettivo uno dei momenti più intensi, poetici e magici nella vita di ogni donna, affidato in genere all’esperienza e alla professionalità di medici e ostetrici . Ma non sempre è andata così. L’indagine storica di Paola Comacini presenta , con dovizia di particolari e documentazione, l’evoluzione dell’ostetricia, mostrando nel contempo un ritratto dettagliato e preciso di alcuni angoli di Parigi.

Già dalla premessa, è chiaro quale sia l’intento del romanzo: raccontare, attraverso un percorso storico molto ben documentato, l’evoluzione dell’ “arte di assistere la partoriente e il neonato” , partendo da quando erano le donne ad aiutare altre donne a partorire, con tutte le conseguenze del caso – a volte anche tragiche – fino a giungere alla Francia del XIX secolo, quando l’ostetricia conquista una cattedra all’interno della facoltà di medicina e diventa una scienza vera e propria, inizialmente appannaggio quasi esclusivamente maschile.
Il parto è un evento fenomenale. Nel passato non è stato solo questo. Nel parto, vita e morte sono state in pericoloso e fragile equilibrio: sembrava bastasse un attimo perché il giorno più bello potesse trasformarsi nel più funesto, perchè si perdesse la vita donandola.
Poco per volta, però, anche le donne cominciano a esercitare il proprio lavoro all’interno degli ospedali, diventando figure centrali della scena del parto.
Paola Cosmacini, proseguendo con la sua narrazione, si sofferma a presentare due figure emblematiche in questo senso: Marie-Ann Boivin, la prima levatrice a diventare medico e Stéphane Tarnier, il primo ostetrico, accademico tradizionale guidato da spirito avanguardista.
I due non si sono mai incontrati, in quanto Madam Boivin nasce prima della Rivoluzione francese mentre Monsieur Tarnier muore nel 1897, dopo la guerra franco-prussiana. Ma il legame sottile che li unisce permette “non solo di compendiare la stessa storia del parto che nei secoli passa dalle mura domestiche alla stanza di ospedale, ma aiuta anche a raccontare la storia delle donne”.
La vita, le opere e l’operato dei due vengono narrati con garbo e precisione, mettendone in risalto professionalità ed umanità, cercando di farne emergere gli aspetti peculiari ed i meriti, primo tra tutti il fatto di aver contribuito ad aiutare la donna a non contemplare la morte come “eventuale probabilità” del parto, e a non accettarla più con fatalismo.
Un legame sottile è una lettura elegante e interessante, non solo per gli addetti ai lavori o per gli appassionati di storia della medicina, ma anche per chi ama la storia della Francia – ci sono descrizioni di luoghi e accadimenti storici estremamente accurate – o la letteratura di genere. È chiaramente intuibile il profondo e accurato lavoro di ricerca da parte dell’autrice, ma proprio l’ abbondanza di citazioni e di fonti rende – a volte – la lettura un po’ faticosa e spezza il fluire della narrazione, indebolendola.
Approfondimento
Al di là del preciso resoconto storico, va sottolineato l’intento dell’autrice di descrivere “da medico e da madre”, assieme alla storia del progresso in generale, anche la condizione della donna, attraverso la rappresentazione di un femminismo incarnato da una levatrice-medico che, pur rimanendo nell’ombra, ha contribuito in maniera significativa all’evoluzione dello statuto stesso della propria categoria:
….si fa fatica ancora oggi a conoscere e, quindi, a riconoscere l’operato di donne che hanno speso una vita nello svolgimento della loro professione, così come è con difficoltà che si ricordano le vite di donne che hanno perso la vita donandola. Queste donne, che rimangono silenziose tra le pagine della storia, proprio come in silenzio hanno lavorato e vissuto, e che appaiono in tutta la loro forza appena riaffiorano dalla memoria, aspettano solo la voce di altre donne per trovare il posto che spetta loro.
Un’indagine storica, quindi, condotta da un medico donna che, in quanto tale, focalizza la propria attenzione proprio sul ruolo della donna denunciando, pur con delicatezza ed eleganza, le discriminazioni di genere.
Connie Bandini