
Autore: Francesco Muzzopappa
Pubblicato da Fazi - Agosto 2020
Pagine: 160 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura
Collana: Le meraviglie
ISBN: 9788893257220

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Storia di un uomo che ne ha passate tante avventure da quando non vive più nella sua terra, ma che conserva sempre le sue tradizioni e ci coinvolge nel mondo di differenze che ci sono tra genti diverse.

Io prendo questi momenti tra noi due come un modo alternativo per dirsi Ti amo. C’è chi regala anelli, chi compra diamanti, orsetti di peluche a San Valentino e chi, invece, ti lascia in bagno delle striscette gialle accanto al water. Carmen appartiene a quest’ultima specie. Per quanto possa apparire bizzarro, con questo modo stravagante Carmen mi comunica di volermi in vita più a lungo possibile. Da una parte me la rende complicata, ma dall’altra me la dilata.
Un uomo a pezzi è un libro che mi ha appassionata tanto, molto scorrevole e pieno di tratti interessanti.
Il protagonista, Francesco, ripercorre alcuni tratti della sua vita partendo dal presente e facendo un viaggio nel passato. Tutto inizia presentandoci la sua compagna, Carmen, una donna stravagante, ma per certi versi geniale.
Ci racconta di come lei lo invogli a comprare vestiti al mercatino dell’usato, piuttosto che in negozio ma anche di tante altre cose come i “trip alimentari” che Francesco ha deciso di appuntare su un taccuino. Esempi sono le friselle sarde, con le quali lei si era fissata; essendo pugliese per Francesco questo rappresentava uno sfregio alle friselle pugliesi, che i suoi genitori potevano mandargli sempre. Lei diceva che mangiare latticini faceva male, ma il povero Francesco era cresciuto con le mozzarelle pugliesi, o ancora, certi giorni lei riempiva la dispensa con gallette di riso.
Perché lavare i denti con un normale dentifricio al fluoro? Laviamoli con uno sciacquo con un po’ d’olio ai semi di lino. O al posto di un semplice sapone per le mani liquido, lei comprava il sapone di Aleppo, che era solido e che non ne voleva sapere di uscire dalla confezione. Infine sempre per pulire regalava a Francesco delle “noci lavattutto”, che puliscono senza inquinare e sono biodegradabili. Fu costretto anche a mangiare cavolo cappuccio in tutti i modi o a fare pipì su delle strisce per capire l’alcalinità delle urine, ma, come dice il protagonista, questi erano tutti modi di Carmen per esprimere il proprio amore.
Diciamo che è la storia di un ragazzo del Sud che deve adattarsi a delle abitudini diverse sia con la propria donna, che in altri contesti.
Il simbolo della copertina è proprio una bottiglia di salsa, quelle però simili alle bottiglie di birra. Perché dovete sapere, Francesco essendo del Sud ha certe tradizioni in famiglia, come quella di fare la salsa. Questo è uno dei capitoli più belli del libro in cui ci descrive i procedimenti, i vari compiti per fare la salsa, perché è come se fosse un sistema di montaggio; ci dice quali erano i sui compiti man mano che avanzava di grado, che a lui toccava il compito più importante, quello di andare a recuperare le bottiglie di birra nei vari ristoranti del paese che le mettevano di lato, poiché a casa sua si consumava solo vino.
Approfondimento
Ho adorato Un uomo a pezzi, in quanto adoro tutte queste tradizioni. È un bellissimo omaggio alla gente del sud che ancora le conserva e che anche chi non vive più lì ci lascia comunque il cuore. È il caso di Francesco, che oltre a parlare della sua stravagante Carmen, ripercorre alcuni episodi che gli hanno fatto notare la differenza tra gente diversa.
Al suo pase per esempio era sempre abituato al classico taglio che il barbiere era solito fargli da quando era piccolo, mentre a Milano finì in un grande centro a farsi fare sempre lo stesso taglio. Insomma un bel libro per chi, come me, vuole fare un viaggio attraverso le usanze.
Anche per curare il mal di schiena le abitudini sono diverse. Mentre in alcune zone della Puglia si usano ancora delle parole magiche sussurrate con occhi spiritati da anziane signore vestite di nero che si cibano di lucertole e radici letali, al Nord si prenota un massaggio.
Francesca Incardona