
Autore: Marco Cubeddu
Pubblicato da Giunti - Settembre 2019
Pagine: 324 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Giunti
ISBN: 9788809809765

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Da un bicchiere con i colleghi, a una bottiglia nella solitudine di casa. Da amori a pagamento, al letto dell’unica donna che sembra vedere al di là del suo cinismo. Da egocentrico autodistruttivo, a eroe incompreso. Questo è Roberto, uno dei migliori pompieri di Busalla, in costante lotta con i fantasmi del suo passato e le fiamme del suo presente.

…c’è chi esce da Alamo coi piedi avanti. E chi si traveste da messicano.
Nei primi 40 anni della sua vita, Roberto Franzini ha recuperato gatti sopra le grondaie, spento incendi, liberato persone intrappolate nelle loro vetture, salvato madri e figli dalla furie delle acque di quella maledetta alluvione. Presto attraverserà l’Italia, lavorando senza sosta, per scavare tra le macerie e ritrovare persone ed oggetti. Ma non riesce a trovare se stesso. Eppure ci prova, eccome se ci prova. Si cerca nel fondo delle bottiglie di liquore abbandonate nel suo appartamento, si cerca negli occhi della donna con la quale si è svegliato questa mattina (o forse è pomeriggio, o sera…non ricorda!), si cerca nel muso di Baldo, il Jack Russel che gli ha regalato Anja. Anja! L’unica donna in forze tra i pompieri di Busalla, l’unica donna che ancora, inspiegabilmente, prova qualche cosa per lui. Forse sarà proprio lei a salvarlo da se stesso. O forse no, forse sarà l’irriverente Soletta, forse il caposquadra Braga, o forse ancora Ponassi, il barista che non gli nega mai un ultimo bicchiere. O forse, questa volta dovrà fare tutto da solo, dovrà smettere di vivere come un personaggio di Bukowsky e decidersi ad affrontare i fantasmi del padre, eroico pompiere, dell’infallibile fratello e di una ex-moglie che non è mai stata una vera compagna.
Un uomo in fiamme non è solo la storia di Roberto Franzini, è un pezzo della storia di tutti noi, il racconto di quei momenti più complicati della nostra vita, dove le speranze ed i sogni maturati da ragazzi iniziano a perdersi nelle difficoltà quotidiane e nel confronto con i colleghi, gli amici e gli amori. Certo, ognuno di noi reagisce a modo suo, non tutti entriamo in un pericoloso vortice di autodistruzione, non tutti troviamo nell’aiutare il prossimo una forma di conforto. Tutti noi, come Roberto, ci confrontiamo con i fantasmi del nostro passato, possiamo affrontarli o cercare di nasconderli ma l’abisso è sempre in agguato e sappiamo bene che “Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro”.
La scrittura scorrevole di Marco Cubeddu ci trasporta senza alcuna fatica nel complesso mondo di Roberto, l’autore riesce a delineare i tratti psicologici più complessi del protagonista, le sue paure e le sue speranze, senza trasformare il libro in un trattato psicologico o in un articolato racconto che si perda nel dedalo della mente umana.
La storia si sviluppa attraverso un filone principale, dove troviamo un Roberto già quarantenne, e si arricchisce piano piano attraverso i ricordi del protagonista: ad un primo impatto sembra che vengano inserite diverse sottotrame, l’abilità dell’autore è però quella di ricondurle tutte alla storia principale senza lasciare capitoli inconclusi o spunti non del tutto approfonditi.
Gli eventi principali narrati attraverso il racconto non sono molti, a compensare questa carenza sono però i ricordi, le molte introspezioni del protagonista e le sue riflessioni sulla vita e sul come affrontarla. L’esperienza diretta dell’autore come pompiere e gli anni vissuti a Genova, città dove nasce, emergono sin dalle prime pagine e consentono di accompagnare il lettore in un mondo che, almeno per i non addetti ai lavori, rimane speso sconosciuto e distante.
Se siete alla ricerca di una storia da gustare con calma, che vi faccia fermare a pensare senza annoiarvi e da gustare magari assieme ad una cioccolata calda (o ad un whisky se voleste accompagnare il protagonista) questo libro può fare al caso vostro.
Approfondimento
Il personaggio di Roberto è perfettamente incastonato all’interno di una Genova industriosa ed industriale, una città con un forte potenziale geografico ed umano ma vittima, silenziosa, di un’urbanizzazione sregolata, di un sovrappopolamento soffocante e di troppe alluvioni. Così come Genova è uno degli specchi di un’Italia lasciata spesso a se stessa, Roberto è lo specchio di un Italiano un po’ sperduto ma che sa’ quando è il momento di rimboccarsi le maniche e non darsi per vinti. La scelta di ambientare principalmente il racconto nel comune genovese di Busalla è molto significativa; il territorio genovese ospita diverse caserme dei vigili del fuoco ma quella di Busalla è probabilmente quella più periferica, più lontana dal mare e chiamata più spesso ad intervenire nel difficile territorio collinare dell’entroterra. La città è ancora oggi un importante snodo tra Liguria e Lombardia, un’importante centro industriale diviso tra cemento, mare e boschi, un improbabile miscuglio che nel tempo ha trovato il suo equilibrio e che ben si riflette nella natura di Roberto Franzini.
Dasfe