
Autore: Doris Lessing
Pubblicato da Fanucci - 2008
Pagine: 256 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Collezione vintage

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Una comunità di sole donne che partoriscono senza l'aiuto dei maschi, un giorno deve vedersela con la nascita di un Monsters, un maschio. Le Anziane della comunità faranno di tutto per fermare queste nascite, anche a costo di uccidere tutti gli uomini, come se la caveranno? Le ragazze da che parte si schiereranno?

Mettete da parte il creazionismo o l’evoluzionismo, bensì provate a immaginare delle donne che, per procreare, non hanno bisogno degli uomini. Uno storico romano in Una comunità perduta di Doris Lessing sotto il regno di Nerone, ormai alla fine della sua vita, ricostruisce la storia di queste donne, le Cleft, paragonando la loro realtà con la sua, padre di un ragazzo e di una ragazza, mettendo in risalto le differenze tra i due sessi.
Queste Cleft avevano sempre vissuto in pace e a oziare negli scogli oppure a nuotare nel mare, il loro elemento naturale quando, a un certo punto, nacque un maschio. Che orrore! Esse cercarono in tutti i modi di disfarsene, lasciando i bambini sulla Roccia della Morte, però questi venivano accuditi dalle aquile che li portavano in salvo e, dopo, da una cerva che dava loro il latte. Vi erano fra la comunità delle Cleft due ragazze, Maire e Astre, che non accettavano questo comportamento verso i maschi, infatti quando le Anziane decisero di uccidere il gruppo di maschi che viveva al di là della montagna, raccolsero tutte le loro forze per impedirne la riuscita. Con successo, direi. Leggendo questa parte del libro a tratti avevo il cuore in gola per quel che poteva accadere ai maschi perché, essendo molto ingenui, si fidavano ciecamente di chiunque sorrideva loro. In seguito essi riuscirono a salvarsi, creando un legame profondo con le donne che non concepivano più da sole ma solo a opera degli uomini.
Anche se si venne a creare questa situazione, comunque le donne e gli uomini vivevano separatamente: le Cleft conducevano la loro vita sulla spiaggia e nelle loro ospitali caverne e, quindi, badando ai bambini; Gli uomini, invece, vivevano nella valle che era bagnata da un grande fiume e abitavano delle capanne abbastanza sporche (i soliti maschi!) delle quali le donne si lamentavano spesso… Dopodiché lo storico in Una comunità perduta di Doris Lessing fa un salto nel tempo, di quanto non si sa poiché nelle fonti non viene definito, e ci fa vedere come donne e uomini vivevano in armonia, ci illustra come i bambini amavano allontanarsi dalle donna all’età di sette/otto anni per raggiungere gli uomini e delle loro avventure nei boschi che, molto spesso, finivano male. Quando però la vita nella valle non andò più bene, Horsa, un giovane comandante, decise di spostarsi e circumnavigare l’isola, ma Maronna non essendo contenta di questa decisione non condusse la spedizione con lui.
Horsa, durante il viaggio perse molti bambini che morirono in un gioco troppo azzardato e, al ritorno, ebbe una gran pena a raccontarle la verità… Maronna, essendo sua madre, lo perdonò e le parlò di ciò che aveva visto durante il viaggio, promettendole di portarla con se ad abitare nuove terre… Complessivamente, questo libro non mi è piaciuto molto. L’autrice tende a essere ripetitiva e, anche se l’argomento è interessante non vedevo l’ora di arrivare alla fine. Dopotutto, però, ci sono state delle parti che mi hanno emozionata o coinvolta parecchio: quando Horsa deve svelare la verità a Maronna a proposito dei bambini, l’autrice lascia trapelare per un momento la debolezza dell’uomo, bisognoso di tenerezza.
Alessia Canzonieri