
Autore: Frances Hardinge
Pubblicato da Mondadori - 29/08/2017
Pagine: 444 - Genere: Fantasy
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: I grandi libri
La piccola Triss Crescent non sembra più la stessa. Dopo la sua caduta nelle acque del Macaber qualcosa in lei si è come inceppato, privandola di parte dei suoi ricordi. La sorellina Pen la guarda spaventata, certa che quella che ha davanti non sia più la vera Triss. E se Pen avesse ragione? Chi sarebbe allora la ragazzina di undici anni riemersa dal fiume?

“Era circondata d’amore, eppure non si era mai sentita così sola. Non poteva raccontare a nessuno quel che era appena successo. E più taceva, più era difficile parlare. E comunque cos’avrebbe mai potuto dire?”
C’è una foto che raffigura la famiglia Crescent in tutta la sua composta riservatezza. Il marito in piedi, la moglie seduta davanti a lui e le due figlie, Triss e Pen, ai lati. Un’immagine che potrebbe mostrare centinaia di famiglie ritenute “normali”. Dietro questo termine si nasconde l’irrinunciabile desiderio di mostrare al mondo di essere come gli altri, di condurre una vita priva di stranezze o anomalie. Una vita che segue diligentemente il suo corso, senza mai incepparsi.
A intaccare questo quadretto c’è però l’ombra di Sebastian: il figlio partito per combattere in guerra e mai tornato a casa. A questo si aggiunge l’inspiegabile cambiamento di Triss che improvvisamente mostra un corpo capace di racchiudere una personalità diversa, a tratti inquietante. Ed è come se un castello di bugie meticolosamente costruito e alimentato iniziasse ad oscillare, minacciando di disfarsi in ogni momento. Cosa è successo a Triss dopo la sua caduta nel Macaber? Perché i suoi ricordi sembrano essere così confusi? E cosa potrebbe giustificare il suo appetito malato e insaziabile, accompagnato da un sensibile calo di peso?
Quando ancora i suoi genitori sembrano voler continuare a credere che niente sia successo, solo la piccola Pen non ha timore di guardare la realtà. I suoi occhi di bambina non sono coperti da veli d’ipocrisia: Pen sa che davanti a lei non c’è più la vera Triss. Ma chi è allora la creatura che ha preso il posto della sorella? La stessa ragazzina che gli altri continuano a chiamare Triss comincia ad interrogarsi sulla sua vera identità: pur temendo di essere impazzita, non può infatti esimersi dall’ammettere che qualcosa in lei sia diverso. Ma cosa può essere successo? E perché la piccola Pen sembra conoscere qualcosa di cui gli altri sono all’oscuro?
Tra quelle stanze un tempo così familiari, ad un tratto tutto sembra confondersi e complicarsi. Di cosa continuano a parlare i suoi genitori con toni sommessi e spaventati? Hanno anche loro paura di qualcosa o di qualcuno? Ci sono particolari del passato della sua famiglia che Triss scopre di aver sempre ignorato. Improvvisamente, però, ogni dettaglio sembra rimettersi in gioco. Non è più possibile portare una maschera calata sul volto: ognuno deve trovare il coraggio per farsi avanti, accantonando ogni menzogna. Ma il tempo corre via veloce e, per qualcuno, il suo scorrere potrebbe rivelarsi un implacabile ticchettio verso la morte.
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Approfondimento
Nelle pagine di Una ragazza senza ricordi, c’è un invito costante a non temere la diversità. Un invito a non ostinarsi a scacciarla dalla nostra prospettiva ma soprattutto a non cercare di nasconderla, negandole il diritto stesso di esistere. La diversità fa parte integrante della nostra vita. Siamo esseri unici e irripetibili, diversi gli uni dagli altri. La diversità va scoperta e capita, con tutto quello che questo può voler dire. Anche quando chi appariva più vicino a noi si rivela invece lontanissimo dalla nostra sensibilità, dovremmo sempre provare a capire le ragioni dell’altro, rifuggendo dalla voglia di etichettare chi abbiamo davanti con formule semplici e sbrigative.
Se questo ci appare spesso difficile e doloroso, c’è un ulteriore monito che la Hardinge ci lancia dalle pagine del suo romanzo: un monito che ci sprona a non temere il cambiamento. Tutto si trasforma incessantemente. Noi stessi siamo attraversati da continui mutamenti. È quindi fondamentale imparare ad accettare lo scorrere degli eventi e la loro danza inarrestabile fatta di continui rivolgimenti.
Aggrapparsi al passato, fingendo che niente possa mai accadere, è solo un modo per allontanarsi dalla vita, sperando di poter eludere lo scorrere del Tempo. Un gioco pericoloso al termine del quale è il Tempo stesso a prendersi la sua rivincita mostrandoci come la vita e il mondo siano andati inesorabilmente avanti anche senza di noi!