Autore: Sepetys Ruta
Pubblicato da Garzanti - 2013
Pagine: 308 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori Moderni
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Josie ha diciassette anni e non sa cosa sia un abbraccio. Solo una cosa la rende felice: stare in biblioteca a leggere, lì fra le pagine dei grandi scrittori riesce a immaginarsi un futuro.
“Volevo ancora credere che fosse possibile, che le mie ali, per quanto sottili e lacere, riuscissero a portarmi via da una vita di bugie e di uomini depravati. Volevo usare la mia testa per lo studio e la ricerca, invece che per gli inganni e i loschi traffici di strada”. (Ruta Sepetys, Una stanza piena di sogni)
Credo sia questa la frase che compendia l’intera trama del libro. Una stanza piena di sogni di Ruta Sepetys, pubblicato nel maggio 2013 da Garzanti, narra la storia di Josie Moraine, una ragazzina di 17 anni. Ci troviamo a New Orleans negli anni Cinquanta e Josie è la figlia di una prostituta che non le ha mai dato amore. Anzi, l’ha sempre allontanata dalla sua vita, senza preoccuparsi di far crescere una bambina in un ambiente inadatto. Senza curarsi di “macchiarla”, con la sua frivolezza, di una colpa non sua, condannandola così a sentirsi derisa e sempre inadeguata. E Josie si allontana dal bordello dove vive e lavora sua madre, gestito dall’anziana Willie. La maitresse sembra l’unica a voler proteggere la ragazza, dopo che a 7 anni ella si è guadagnata il suo rispetto per averle servito un ottimo scotch con ghiaccio. Josie trova la sua dimensione soltanto all’interno della libreria, dove lavora part-time per il vecchio Charlie Marlowe e suo figlio Patrick. Qui si è trasferita all’età di 11 anni, nella stanzetta in cima ad una ripida scala, di cui ha fatto la sua dimora.
Leggere rappresenta per Josie l’unico modo per estraniarsi dalla realtà, per vivere una vita diversa, fatta di sogni e dove tutto è possibile. Nelle pagine dei libri l’ambiente “chiuso” di New Orleans, in cui tutti si conoscono, può essere escluso. Ecco quindi che i sogni ad occhi aperti di Josie prendono il sopravvento. La ragazza desidera nettamente differenziarsi dalla figura della madre, intende studiare, andare all’università, anche se è consapevole che nessuna scuola di buon livello potrebbe mai ammettere ai suoi corsi la figlia di una prostituta. Un giorno al negozio di libri entra Hearne, un uomo distinto, sulla quarantina, con la passione per le poesie di Keats. È l’unico che si rivolge a Josie con rispetto, che dà per scontato che lei andrà all’università, tanto che la ragazza arriva a fantasticare che possa trattarsi di suo padre e di andarsene via con lui. Ma, mentre tutto sembra cambiare e poter dare a Josie una speranza, ecco che Hearne viene ucciso. E dell’omicidio viene incolpata la madre.
Sulla trama non posso dirvi oltre. Sappiate però che questa è una storia basata sui sentimenti, e che non si tratta di un romanzo giallo. Dove fondamentali sono le decisioni che si prendono nella vita. Le “direzioni” che si vuole imprimere alla propria esistenza. Fuggire al destino è possibile, se si conserva la speranza. Dopo “Avevano spento anche la luna”, Ruta Sepetys torna con un romanzo basato sul potere che hanno i desideri. I personaggi che ruotano attorno alla protagonista sono umani e allo stesso tempo distanti dallo stereotipo che il loro ruolo incarna. Una “madre” Josie la trova nella burbera maitresse di bordello, che parla di pistole e marchette; il “padre” diviene l’autista Cookie, pronto a schierarsi sempre dalla sua parte. Emerge l’immagine di una New Orleans corrotta, in cui la depravazione dei bassifondi ha il sopravvento. Una città satura di superstizioni, dove gli ideali non trovano sbocco.
E poi ci sono gli altri personaggi. Molto ben caratterizzati, che lasciano un ricordo di sé indelebile. È il caso di Patrick, il figlio del proprietario della libreria che lavora a stretto contatto con Josie e che nasconde un suo segreto; di Jesse che vende fiori e viaggia su una motocicletta; le prostitute del bordello di Willie, ciascuna a proprio modo, sempre pronte ad aiutare la ragazza. Inutile parlare dello stile della Sepetys: scorrevole, chiaro, avvincente, con capitoli brevi che incalzano. E spingono a leggere. Sempre di più. Questo libro insegna che le paure vanno combattute, e che una volta creata una propria “stanza”, un microcosmo a nostra immagine e somiglianza, si può anche uscire e spiccare il volo.