Autore: Ronald H. Balson
Pubblicato da Garzanti - 2014
Pagine: 420 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni
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Sullo sfondo di una sfavillante Chicago un’accusa agghiacciante fa tremare il fior fiore dell’élite americana. Pochi sono disposti a credere all’autenticità della storia che riporta i protagonisti all’abominio consumatosi in Europa durante la seconda guerra mondiale. Diviene perciò doveroso indagare per scoprire se davvero l’amore fraterno può trasformarsi nella peggiore trappola mortale.
Chicago. La sera della prima al teatro dell’Opera, un uomo anziano, apparentemente innocuo, si avvicina a Elliot Rosenzweig, il “gran benefattore”, il filantropo più ricco e più in vista della città e mentre gli punta una pistola dritta in fronte lo accusa di essere Otto Piatek, un alto ufficiale nazista, il macellaio di Zamosc, colui che negli anni dell’olocausto aveva inciso fortemente la sua impronta in Polonia causando la morte di migliaia di innocenti. Ben Salomon però non preme il grilletto e anzi viene graziato dal suo presunto aguzzino che pur di insabbiare l’argomento decide di non denunciarlo, poiché agli occhi del mondo lui è sempre stato un sopravvissuto ad Auschwitz. Ma Ben Salomon è determinato a inchiodare Rosenzweig, non solo per essere stato un crudele assassino ma anche per aver sottratto con l’inganno beni alla sua e ad altre famiglie ebree durante l’occupazione nazista in Polonia. Così Salomon si affida a Catherine Lockhart, una giovane avvocatessa segnata da un percorso particolarmente difficile, alla cui riluttanza iniziale segue un momento di coinvolgimento emotivo tale da elevare a ragione di vita la vittoria stessa della causa.
Quella raccontata da Ben a Catherine in Volevo solo averti accanto è la storia di una famiglia ebrea, la sua e di come avesse accolto e cresciuto come figlio e fratello quel bambino tedesco presentatosi una sera sulla soglia di casa, vestito di cenci e scarpe di cartone ai piedi e di come in seguito a distanza di anni, quello stesso bambino divenuto alto ufficiale nazista, avrebbe posto fine alle vite di coloro che più lo avevano amato. Una vicenda tragica e toccante, ambientata in una Zamosc così bella nei ricordi d’infanzia di Ben Salomon da sembrare surreale, per i paesaggi, le piazze e i monumenti, ma soprattutto per la pacifica convivenza dell’eterogeneità di culture che la abitavano. E poi pian piano lo sfacelo, l’iniziale paura per l’avanzata tedesca che pian piano mutava in mera speranza di sopravvivenza a seguito dell’emanazione delle leggi meschine che assoggettano il popolo ebraico. Un continuo ripetersi di stragi inaudite ad oggi incomprensibili, fino alla concezione della “soluzione finale”: la deportazione in massa dei sopravvissuti ai ghetti nei campi della morte. E ancora, il racconto in Volevo solo averti accanto delle traversie vissute dai Salomon nella fiducia riposta in quel giovane tedesco, perché riuscisse a preservarli da quell’orrore o almeno facilitarli nella fuga dai soprusi. Ma purtroppo le parole di Ben descrivono un Otto gradualmente soggiogato dal potere e se in un primo momento a lui i suoi amici ebrei avevano affidato i loro beni più preziosi, presto gli stessi, si ritrovarono a nascondersi dall’uomo brutale che era diventato.
È facile intuire allora quanto Catherine commossa dalla vicenda, sia animata dalla volontà di far luce su una storia che rischia di rimanere tale per l’assenza di prove, mettendo a repentaglio anche il posto di lavoro. Volevo solo averti accanto é una storia che si svela in un crescendo di immagini e situazioni e che trova il suo acme nei suoi momenti più tragici che inevitabilmente inducono il lettore a ricordare una delle pagine più orrende della storia occidentale e scoprire, se almeno in questo caso, se così si può dire, finalmente trionfi la giustizia.
Lucia Guglielmini