
Autore: Gianni Simoni
Pubblicato da Tea - Maggio 2016
Pagine: 236 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narrativa TEA

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L’omicidio di un barbone, una Vespa in fuga, un mazzo di fiori: sono questi i tre elementi in possesso del commissario Miceli e del giudice Petri per far luce sulla misteriosa morte di un uomo il cui passato è tutt’altro che prevedibile.

Un mazzo di fiori di campo, legati con un pezzo di nastro argentato, era appoggiato contro il muro dell’edificio, là dove il vagabondo era stato colpito. “Questa è bella …” mormorò il padrone del bar. “Non ha idea di chi possa averlo messo?”. “Proprio no. Forse un compagno di sbornie col cuore tenero”.
È un tranquillo pomeriggio nella provincia di Brescia; il giudice Petri si sta dirigendo dall’ex collega Miceli quando una volante della polizia lo informa in fretta e furia di una sparatoria avvenuta di fronte a un bar. La vittima è un barbone, senza documenti né denaro, ma con due particolari insoliti: indossa una camicia di ottima fattura e ha le unghie dei piedi molto curate. Inoltre, sul luogo dell’omicidio, qualcuno lascia quotidianamente un mazzo di fiori. Sebbene il giudice Petri sia in pensione, non può reprimere il suo istinto investigativo, così decide di collaborare in maniera non ufficiosa alle indagini. Tra coincidenze insolite, persone ambigue e molte dosi di caffè, Petri riuscirà a far luce sulla morte del vagabondo senza nome.
Non siamo più di fronte a un regolamento di conti, in cui il barbone si è trovato per caso” terminò la frase Petri, “ma a un omicidio volontario. Un omicidio premeditato. Ora, la domanda è: perché hanno sparato a un barbone?”
Fiori per un vagabondo è un giallo nel quale vita privata e indagini si alternano, creando un’atmosfera intima e confidenziale. Il lettore è a diretto contatto con i pensieri che attraversano il quotidiano dei protagonisti, è partecipe della routine da pensionato del giudice Petri, vive le azioni che alimentano la narrazione. I discorsi diretti sono frequenti e predominano sulla voce del narratore. Il registro si adatta alla forma narrativa prescelta: essendo presenti molti dialoghi, è colloquiale e riflette il parlato. Le indagini sono coinvolgenti e non scontate, tanto da far cambiare idea più volte sull’identità dell’assassino.
Interessante e affascinante la psicologia di Petri nel risolvere il caso. La lettura è nel complesso scorrevole, anche se, personalmente, ritengo che Simoni si soffermi troppo spesso su descrizioni inutili del quotidiano, distraendo il lettore dal vero fulcro della vicenda. Ho apprezzato invece la via scelta da Gianni Simoni per avvicinare il lettore alla vita dei protagonisti: nulla viene premesso, i trascorsi dei personaggi e il loro passato vengono appena abbozzati in battute, gesti e sottintesi. Il lettore può ricomporre così le tessere del puzzle in maniera autonoma, diventando lui stesso un investigatore.
Approfondimento
Penso che Petri sia un personaggio che incarna tante nature diverse, tutte equamente vere e affascinanti: l’amante mancato, l’uomo che non si arrende alla pensione, la vecchiaia che avanza, la persona autorevole dal cuore tenero, l’essere umano insicuro e pieno di vizi, l’amico fidato, il marito affettuoso. A seconda delle situazioni, un lato prende il sopravvento sull’altro, facendo volare via il filtro che permette di discernere le caratteristiche di un personaggio inventato da uno reale.
Altro personaggio degno di nota è la moglie Anna: sebbene non giochi un ruolo decisivo nella vicenda, sostiene emotivamente il giudice Petri, a volte lo aiuta condividendo intuizioni che derivano dalla sua natura di donna. La sua influenza sul marito è positiva e suggerisce che sia un personaggio intelligente, tenuto volutamente nella penombra.
Cindy Stefani
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