
Autore: Han Kang
Pubblicato da Adelphi - Ottobre 2016
Pagine: 176 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Fabula

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La vegetariana, la protagonista che non arriverai mai a conoscere pienamente, ma che potrai scoprire solo come spettatore esterno.

Prima che mia moglie diventasse vegetariana l’avevo sempre considerata del tutto insignificante.
Yeong-hye, dopo un incubo, decide di diventare vegetariana. Non per motivi etici, né alimentari, ma perché ha fatto un brutto sogno. La sua scelta non viene in nessun modo condivisa, né dal marito, un uomo del tutto ordinario che vede in sua moglie solo una donna che deve pensare al suo benessere, che non lo deve disturbare, ma solamente soddisfarlo, un uomo per cui ogni cambiamento è un sintomo negativo e fastidioso, né dalla famiglia, che ama e apprezza la cucina e la carne, e trovano l’atteggiamento della protagonista di La vegetariana solo vergognoso e insano. La vita della protagonista, sia a livello sentimentale sia famigliare ed esistenziale, sarà stravolto da questa sua decisione irremovibile che la porterà a vedere e a vivere il mondo in un modo completamente nuovo.
La vegetariana è un libro estremamente particolare poiché nonostante la protagonista sia Yeong-hye, l’intera narrazione non avviene mai dal suo punto di vista, ma sempre da un punto di vista esterno. Infatti il libro si divide in tre blocchi narrativi raccontati dal punto di vista del marito, del cognato e della sorella. L’unico momento in cui abbiamo un diretto pensiero della donna è nel primo blocco narrativo dove Han Kang, utilizzando anche a livello visivo uno stile diverso, inserisce alcuni incubi che tormentano la donna. Eccetto il caso appena citato, Il lettore non entra mai nella testa della protagonista e vive le sue vicende da osservatore esterno.
Grazie a piccoli indizi lasciati all’interno della lettura si riesce a capire che l’essere vegetariana della protagonista in realtà risulta una sottile metafora della resistenza alla passività che una donna può assumere davanti soprusi o abusi, sicuramente una condizione molto marcata in una società dove la donna non ha ancora raggiunto la piena parità dei sessi. Di fatto la stessa protagonista viene presentata come una donna passiva, remissiva, sia col marito sia nei confronti della famiglia, e quindi sotto questa luce il suo atto di diventare vegetariana può assumere questa metafora di ribellione alla società descritta da Han Kang.
Nonostante il libro cerchi di far emergere temi interessanti anche politici, il tutto è altamente penalizzato dallo stile e dalla struttura del libro, che via via che si procede con la lettura diventa ripetitiva, banale, e una volta capiti gli intendi della protagonista non riesce a fare un passo in avanti che invece sarebbe stato necessario.
Approfondimento
Ogni blocco narrativo analizza due personaggi contemporaneamente, la voce narrante del blocco e il personaggio costante per tutto il racconto, ovvero la protagonista, la quale però come ho già detto, rimane sempre al di fuori della portata del lettore. Grazie a questa struttura anche la caratterizzazione dei personaggi va a blocchi, nel primo caso abbiamo la presentazione del marito, un uomo rude, ordinario sessista, che ha sposato la protagonista perché non c’erano motivi per non farlo. Nel secondo blocco narrativo Il cognato che è un artista che come conseguenza ai suoi interessi aiuterà Yeong-hye nella sua trasformazione. Nell’ultimo blocco la sorella, la quale non porta particolare spessore alla storia. Il risultato non appare come quello di un unico libro, quindi di una lettura omogenea, ma di tre racconti separati.
A livello sintattico la scrittura de La vegetariana risulta lineare, semplicistica: nella prima parte del romanzo crea una sensazione straniante nel lettore, amplificata successivamente dalla presunta pazzia della moglie, ma che nell’avanzare della lettura non risulta più efficace e danneggia l’idea di fondo del libro. Anche per le parti scritte in corsivo che descrivono l’incubo, quindi gli unici pensieri di Yeong-hye accessibili al lettore, sono stilisticamente grossolani e si distinguano dal resto del libro in maniera dissonante anche a livello di prosa, rispetto alla donna semplice e ordinaria descritta. Inoltre essendo inseriti unicamente nel primo blocco appaiono ancora di più come elementi estranei al libro. Personalmente non è un libro che consiglierei.
Costanza Sodi