
Autore: Martí Gironell
Pubblicato da Longanesi - Aprile 2015
Pagine: 270 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja scienza

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Un viaggio alla ricerca di un rimedio efficace contro l'epidemia che ha colpito il suo villaggio conduce il giovane Ynatsé attraverso luoghi lontani e incontaminati, che faranno da sfondo ad avventure e incontri inaspettati.

Ynatsé è un giovane membro del Clan dei Cavalli, tribù neolitica, la cui principale fonte di sostentamento è rappresentata dall’attività di caccia. È proprio la notevole abilità nella caccia, oltre a un’innata capacità di ammansire i cavalli, tramandatagli dal padre ormai lontano, a dipingere il giovane Ynatsé agli occhi dello sciamano del villaggio, Baasi, come il Prescelto dagli dei per intraprendere un viaggio attraverso terre sconosciute, in balìa dell’ignoto e della sua stessa paura, per cercare la cura a un Male violento che sta decimando il Clan.
Ynatsé si imbatterà in tribù molto diverse da quella da cui proviene, sventerà pericoli di ogni sorta e carpirà i segreti e le scoperte che ogni popolo custodisce. Si spingerà fino al Cerchio di Pietra (facilmente riconoscibile dalla descrizione fatta da Gironell come Stonehenge), dove troverà risposte, ma diverse da quelle che avrebbe sperato di trovare all’inizio del viaggio.
Il primo eroe racconta, parallelamente al viaggio di Ynatsé, la vita all’interno del Clan dei Cavalli, che trascorre non priva di difficoltà, ma ricca di scoperte. Una parte consistente della storia è riservata alla compagna di vita di Ynatsé, Aynires: donna dal forte carisma, che sarà in grado di dimostrare agli uomini del villaggio come a volte l’astuzia e l’attenzione al particolare siano più efficaci della sola forza per risolvere problemi e ottenere risultati. Il percorso di evoluzione di Aynires è costantemente sorretto dalle opinioni e dai consigli di Baasi: punto di riferimento per le genti del villaggio e in particolar modo per Ynatsé e Aynires. Baasi è il saggio guaritore della tribù, passa le sue giornate a dipingere gli avvenimenti salienti della storia del Clan dei Cavalli sulle pareti della sua caverna, con utensili che egli stesso costruisce, guidato dalla mano sapiente degli dei.
Alla fine del romanzo il lettore resterà spaesato: Ynatsé non è l’eroe che si sarebbe aspettato. È un eroe che emerge molto più simile ad un uomo del XXI secolo che ad un ragazzo vissuto più di tremila anni fa.
Il primo eroe è un romanzo approssimativo, sia nella scrittura sia nella costruzione dei personaggi. L’evoluzione psicologica dei protagonisti è pedissequamente spiegata dall’autore, che toglie così a chi legge ogni possibilità di essere coinvolto emotivamente nella narrazione.
L’unico aspetto meritevole di attenzione è la presenza di numerosi cenni a interessanti ricerche storico-antropologiche, che potrebbero servire al lettore da leva per ulteriori approfondimenti.
Approfondimento
Martì Gironell tenta un’impresa ardua senza riuscirci. Raccontare l’epoca preistorica sotto forma di romanzo è un’idea pretenziosa già sul nascere, ma farlo senza avere una storia accattivante, che serva al lettore a perdonare le troppe imperfezioni di stile, la rende un fallimento.
La lettura non è scorrevole, anche a causa della traduzione poco attenta (vi sono, nel primo capitolo, delle discordanze morfologiche non scusabili). Il lessico è di facile comprensione, anche se i pensieri esposti e i dialoghi tra i personaggi appaiono troppo elaborati per l’epoca in cui la storia è ambientata.
Il romanzo è farcito con descrizioni spesso pleonastiche, che si perdono in particolari irrilevanti e le indicazioni geografiche, che sarebbero state utili al lettore a figurarsi le tappe del viaggio di Ynatsé, sono quasi inesistenti. I troppi argomenti sfiorati e mai approfonditi, insieme alla staticità emotiva dei personaggi, rendono il romanzo semplicistico.
L’unica nota positiva in Il primo eroe è rappresentata dalla presenza di numerosi cenni a particolari storico- antropologici, a partire dall’organizzazione dei villaggi in epoca neolitica, fino ad arrivare alle tecniche di levigazione della pietra. Degna di nota, infine, è la centralità attribuita alla Natura, vera protagonista lato sensu del romanzo.
Il primo eroe è l’esempio di quanto possa risultare approssimativo un racconto quando non si abbia molta confidenza con i luoghi e il periodo storico in cui è ambientato e con il carattere dei personaggi.
Rossella Andrulli
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