Autore: Simon Toyne
Pubblicato da HarperCollins Italia - Giugno 2017
Pagine: 522 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
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Lo schianto di un aereo interrompe il funerale di James Coronado, cittadino di Redemption, attorno alla cui salma tutti gli abitanti della città si sono raccolti. Dalla carcassa del velivolo in fiamme si leva alta una colonna di fumo, dalla quale emerge un uomo senza ricordi e senza identità, ma con un’unica missione: salvare l’individuo che ormai giace nella bara. Ma è possibile mettere in salvo un uomo già morto?
Ho una I marchiata a fuoco sulla spalla e non ho idea di chi sono.
Un uomo dalla pelle candida e dagli occhi grigi, senza memoria del proprio passato, si allontana a piedi scalzi dal luogo in cui è precipitato un aereo. Il fragore dell’incidente interrompe il funerale di un cittadino di Redemption, lo stesso uomo che il misterioso protagonista del romanzo deve salvare. Le memorie del reverendo Jack Cassidy, una croce al collo e un nome cucito su una giacca sono gli unici strumenti di cui dispone per trovare la propria identità e scoprire il senso della propria missione. Tra le sabbie del deserto inizia un viaggio alla scoperta delle origini della città di Redemption e della vita dei suoi abitanti. Un cammino tra passato e presente in costante bilico tra la perdizione dell’anima e l’ostentata ricerca di misericordia.
Solomon Creed è un libro sul quale non è semplice esprimere un giudizio univoco. Se da una parte, è impossibile negare il fascino che le prime pagine del romanzo esercitano sul lettore; dall’altra, è altrettanto inevitabile sottolineare una progressiva dispersione della tensione emotiva evidente già a partire dalla metà dell’opera. Un processo inevitabile man mano che si dipana la matassa degli eventi e il romanzo si avvia alla sua giusta conclusione, illuminando gli anfratti bui in cui hanno trovato riparo i segreti e le perversioni dei protagonisti. L’opera di Simon Toyne vanta una trama convincente, un intreccio ben riuscito e una prosa capace di trascinare il suo pubblico nelle sabbie desertiche dell’Arizona, il cui sole e le cui terre riarse sono descritte con una vividezza tale che chiunque è in grado di percepire rivoli di sudore, misto a polvere, scivolare sulla propria pelle.
Approfondimento
Simon Toyne mostra una perfetta padronanza degli artifici letterari necessari per sviluppare un thriller ben riuscito. Le atmosfere sospese tra passato e presente, complici le digressioni sulle memorie del reverendo Jack Cassidy, introducono nella trama quel misticismo utilitaristico che, non stentiamo a crederlo, deve aver animato i pionieri del Far West nel lungo viaggio attraverso le desolate lande al confine con il territorio degli indiani. L’immersione in un passato lontano, in cui la sopravvivenza personale asserviva alla propria causa qualsiasi mezzo, rende esplicito il confronto con un presente non molto diverso, che, utilizzando strumenti moderni, è tuttavia latore della medesima visione selvaggia e utilitaristica dell’esistenza. L’affermazione personale egoistica e priva di scrupoli domina la Redemption del passato tanto quanto quella del presente.
In una simile degradazione solo a pochi è concessa la Redenzione totale. Così recita, infatti, un passo delle memorie del reverendo:
[…] solo chi affronta il fuoco timorato della legge di Dio, solo chi è pronto a salvare gli altri prima di sé stesso, può sperare di sfuggire all’inferno e ascendere alla santità del paradiso.
Di tale fardello si fa carico un uomo misterioso, che vede i fantasmi e che sembra egli stesso un fantasma. Un espediente letterario che avrebbe potuto banalizzare la trama (leggerezza imperdonabile solo in un’occasione, lo ammettiamo), ma che per il resto si sposa con l’eccentricità del protagonista, che annusa l’aria come un lupo e che sembra avere una conoscenza enciclopedica di tutto fuorché di sé stesso.
Solomon Creed, nonostante qualche trascurabile difetto, resta un buon thriller, dalla prosa snella e accattivante, forte di un intreccio ben sviluppato e godibile nell’ambientazione. Ad accrescere i meriti dell’opera concorre, inoltre, la succitata figura sfuggente ed enigmatica del protagonista che reca in sé un’evanescenza non priva di fascino.
Mariangela Librizzi
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