Autore: Antonella Di Martino
Pubblicato da Autodafé - 2011
Pagine: 128 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
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Il fantasma di un uomo politico osserva il proprio funerale dall'alto: nella sua regione, e soprattutto nella sua città, era noto come Diecipercento, Dieci per intimi e familiari.
Rimembranze dell’incontro tra il diavolo e Margherita o del sublime incontro tra Dante e Beatrice abbiamo qui riscontrato nel breve romanzo “Diecipercento e la gran Signora dei tonti” di Antonella Di Martino.
Gli studi filosofici dell’autrice la portano ad indagare come se fosse una psicoanalista nella personalità dei protagonisti alla ricerca di una soluzione plausibile dell’omicidio che incombe su tutto il racconto. Diecipercento è il soprannome dato a Gianni, uomo politico che richiedeva per i suoi “favori” il dieci per cento a conclusione dell’affare, ma la fine di coloro che chiedono delle tangenti è spesso la morte violenta. “L’uomo morto osservava il suo funerale dall’alto, fluttuando sopra la sua bara chiusa.” Si apre così con l’immagine di un fantasma che osserva la sua bara al funerale, la narrazione. Diecipercento è stato ucciso da un colpo di fucile mentre era a caccia con il suo cane, non si conosce il motivo di quella morte brutale, non si sa chi sia il suo assassino. La trama è avvolta dal mistero, la scrittura mantiene un ritmo interessante e riesce ad accompagnare il lettore fino alla fine.
L’incontro di una narrazione psicologica e della suspence crea una sorta di “climax” che amplifica emozioni e percezioni arrivando ad un picco notevole di tensione.
Un personaggio cardine del romanzo è Margherita, una nipote del protagonista, fuggita anni prima lontano dalla famiglia. La donna si presenta segretamente al funerale dello zio, dubbiosa della tragica fine del parente, cercherà di capire la ragione della sua morte. Sarà lei a condurre un’indagine del tutto personale per scoprire la verità, non credendo alla versione ufficiale dell’improvvisa perdita di Diecipercento. Il fantasma sorveglierà l’impresa della nipote e si troverà a ripercorrere il suo passato, riscoprendo i valori e i sentimenti che lo hanno accompagnato nel suo cammino esistenziale. E’ ricco di pathos, profondo, il linguaggio che Antonella Di Martino sceglie per dare forma al suo romanzo.
Risolvere un caso, cercare una via d’uscita ad una situazione drammatica, è il taglio narrativo in cui l’autrice cerca di immergersi portando alla luce le tante sfumature dell’anima dei suoi personaggi. Il romanzo diventa una condivisione di memorie, un bagaglio di emozioni a volte contrastanti, il filo conduttore di tutto è scavare e scandagliare nel vissuto, nel senso delle cose, dall’origine alla morte. “Diecipercento e la gran Signora dei tonti” risulta un romanzo efficace, movimentato, l’interrogazione interiore si fa continuativa e diventa un richiamo alla responsabilità, un confrontarsi con la quotidianità, con i valori davvero indispensabili.