
Autore: Roberto di Molfetta
Pubblicato da Narcissus.me - Maggio 2016
Pagine: 142 - Genere: Saggi
Formato disponibile: eBook

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"Chiedi un autografo all'assassino
guarda il colpevole da vicino
e approfitta finché resta dov'é
toccagli la gamba fagli una domanda
cattiva, spietata
con il foro di entrata, senza visto di uscita"...(Cattiva, Samuele Bersani)

La società è cattiva, un po’ come la cattiva della canzone di Bersani, ma in grande. Roberto Di Molfetta spiega, attraverso le sue esperienze e riflessioni, perché la nostra società sia cattiva e i modi in cui la cattiveria si manifesta. La società cattiva è una raccolta di articoli dal web (con citazioni di fonti esterne) e di piccoli e grandi casi che servono a dare una vista d’insieme, a prendere coscienza dello spazio in cui ci muoviamo ogni giorno. Un termometro sociale, se vogliamo. Userò proprio questo concetto del termometro per schematizzare i pensieri dell’autore e offrirvi una visione parziale ma spero interessante di questo libro.
È possibile inquadrare la società cattiva in tre macro aeree di temperatura, ovvero nel freddo (la società insensibile), il tiepido (la società indifferente) e il caldo (la società arrabbiata).
CALDO
“È ridicolo non cercare di evitare la propria malvagità -cosa che è possibile-, mentre si cerca poi di evitare quella degli altri – cosa che è impossibile.” (Marco Aurelio, Pensieri)
– La società corrotta e lo strapotere dello Stato. Il capitalismo. Questi elementi influenzano in maniera decisiva la “temperatura” nella quale viviamo. Il cittadino perde la sua forza decisionale perché non è rappresentato direttamente, a livello pratico, e nemmeno nessuno in maniera diretta controlla l’operato di chi dovrebbe rappresentarli. Questo genera una profonda spaccatura, un divario tra Stato e cittadino, lo Stato conserva un’autonomia che le permette di trarre il massimo profitto dalla posizione in cui si trova verso il mondo politico, economico, e la popolazione stessa. Il cittadino perde fiducia davanti all’incoerenza tra dichiarazioni e fatti.
– La violenza. Si manifesta in vari gradi ma è ravvisabile in tutti gli aspetti quotidiani. Dalla vita in famiglia, col fenomeno incontrollato del femminicidio, alla violenza negli stadi, a quella psicologica nelle realtà lavorative e nella scuola. La pressione violenta esercitata dalle mafie e quella dovuta all’esasperazione generata dallo Stato che non si preoccupa di risolvere realtà gravi.
TIEPIDO
“Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla.” (Albert Einstein)
– L’indifferenza, la scelta di essere meno umani. Divide la società in comparti stagni. Si manifesta verso i più deboli, i diversi, o semplicemente tra vicini di casa. Quale che sia il motivo che generi questa distanza tra le persone questa scelta causa un indebolimento della comunità, e rappresenta un fallimento sociale che, con tutta probabilità, parte dalla famiglia.
FREDDO
“Sarebbe facile regolarsi se i malvagi fossero solo i malvagi”. (Alessandro Morandotti, Minime)
– Perdita dei valori come quello della lentezza, dell’amore, della fiducia e del rispetto. L’assenza di valori rende cattivi, annulla il valore umano racchiuso dentro a ogni persona.
La società dipinta da Di Molfetta è in continua erosione. I primi sacrificabili sono i principi a scapito di stereotipi elevati a dogmi che falsano la realtà, anziché vivere di punti fermi viviamo di visioni di verità non verificate e preconfezionate applicate dalla maggioranza. Questo, insieme ad altri fattori come la corruzione e l’egoismo nel valutare il bene personale prima di quello collettivo, ha influenzato anche il sistema di governo del nostro Paese. La nostra Democrazia non è certamente un vero esempio di Democrazia nel suo reale significato. Ne resta solo l’idealismo politico, sterile vuoto. La società fallisce anche quando deve regolare la giustizia, basti pensare all’impotenza che riveste la condanna al termine di lunghi processi che di fatto tolgono solo risorse a chi deve giudicare. Ho menzionato solo alcuni aspetti affrontati dall’autore, che sono davvero numerosi. Generoso il suo impegno nell’individuazioni dei punti chiave di questo argomento. Naturalmente molti fattori sono legati da una relazione di causa ed effetto, è impossibile non menzionarli come è impossibile, data la vastità dell’argomento, approfondirli.
L’approccio di “La società cattiva” è quello tipico dell’articolo del blog, in parte informativo e in parte colloquiale. Offre un’alternativa al saggio, è scorrevole e semplice nella forma. Questo lo rende alla portata di tutti e d’altra parte non aggiunge molto a chi cerca un approccio più professionale, approfondimento, schemi, statistiche.
Si tratta di un flusso libero di pensieri meno organizzato e meno oggettivo di quanto ci si potrebbe aspettare. Ci riporta alla mente verità evidenti, alcune supportate da fatti, che sarebbe bene considerare. Perché è vero che la società è cattiva ed è giusto smascherarlo ma è anche vero che la società siamo noi.