
Autore: Alessandro Casalini
Pubblicato da Sillabe di Sale Editore - Maggio 2016
Pagine: 196 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Romanzi

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Un contatore digitale appeso alla parete riporta una strana sequenza di numeri in nero. Zoe, Nick, Pam, e Padre Sandro un prete, si ritrovano in una stanza a osservare lo scorrere dei numeri su un grosso contatore. «Per me quel numero lì appeso rappresenta il nostro monte punti», dice Pam, «Monte punti? Non siamo mica a un reality show!», esclama Zoe.
Una storia intrigante ricca di colpi di scena, che parte subito con un tocco di suspense e mistero. Un thriller avvincente firmato ancora una volta dalla penna di Alessandro Casalini.

«Perché siamo qui?», chiede Padre Sandro. «Perché ci hanno selezionato», risponde Nick aggiustandosi distrattamente gli occhiali da sole. «Sì, ma perché noi?»
Un gruppo di persone si ritrova riunito davanti a quello che sembra un conto alla rovescia su un grosso timer a sei numeri appeso in una stanza. I numeri scorrono veloci, dal più alto al più basso. Il primo a entrare nella stanza vuota è Padre Sandro, il padre missionario, che apre la porta e fa un passo all’interno del locale. Una strana sensazione percorre il suo corpo. Il tutto dura non più di un epsilon temporale…Istintivamente Padre Sandro chiude la mano sul rosario e poi fissa l’unica nota stonata presente in quella stanza all’apparenza perfetta. Il contatore digitale appeso…
I minuti scorrono e nel frattempo fa il suo ingresso Zoe, la malata terminale: apre la porta e fa un passo all’interno della stanza, la stessa stanza che un minuto prima era stata completamente vuota. Si guarda intorno. Vede il prete. Passano cinque secondi di assoluto silenzio. Zoe estrae il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni…
Neanche un minuto e apre la porta Nick, la rockstar sesso dipendente completamente fusa di testa. Ha in mano una chitarra, gli occhiali da sole sul volto, sorride strafottente, un ghigno superbo di un satana bambino.
Qualche secondo più tardi arriva anche Pam, la scienziata dotata di un Q.I. pari a 200 e con una quinta di reggiseno. Apre la porta e per poco non inciampa, goffa come è, quando il tacco quattordici della sua scarpa sinistra color rosso sangue si incastra.
Silenzio.
«Io son Pamela, ma potete chiamarmi Pam»
«Nick»
«Zoe»
«Padre Sandro»
«La possiamo chiamare Sandro?», chiede Pam con un sorriso che mette in mostra una batteria di denti bianchissimi in evidente pendant con l’ambiente circostante.
Fattore Z è un romanzo che parte subito in quarta. Alessandro Casalini ha il potere di creare delle atmosfere uniche, è capace di tenere il lettore incollato alle pagine una dopo l’altra. Ha dipinto con le parole ogni particolare di questa stanza bianca, perfino i numeri riportati nel libro si muovono da soli tra le pagine in maniera precisa e così realistica che sembra di viverlo questo timer.
Mette ansia, paura, dubbi, enigmi. Ma non solo: i personaggi di Fattore Z hanno diverse caratteristiche tamlente umane e fattibili, che ci trasportano completamente, e, in effetti, come davanti a un film, veniamo catapultati nella dimensione perfetta, la dimensione che ogni affamato lettore ambisce di raggiungere durante una buona e affascinante lettura.
«E quello che cosa dovrebbe rappresentare secondo voi?», chiede Padre Sandro riportando l’attenzione dei presenti sul fattore scatenante degli ultimi (rovinosi) eventi. Il riquadro sospeso a mezz’aria davanti a loro ha tutta l’aria di essere una sorta di schermo cinematografico. Un rettangolo dai bordi neri che racchiude il nulla, anzi, un rettangolo dai bordi neri che racchiude una piccola parte del loro nuovo mondo.
«La cornice di un quadro» Zoe.
«Un passaggio spazio temporale» Nick.
«Un televisore» Pam.
Via, via che si procede nella lettura, vi accorgerete degli elementi interessanti che si aggiungono alla storia, come lo schermo tv, che, passato l’effetto nebbia, manda diverse immagini, brevi filmati che racchiudono piccoli episodi del passato e del presente di ognuno dei personaggi coinvolti in questo macabro gioco. Una trama oscura che mette alla luce alcune delle parti più buie della loro vita.
«Oddio!» Esclama Pam. La siringa spunta dal nulla. La telecamera continua a muoversi fino a quando l’ago inserito nella pelle devastata del braccio della ragazza, non diventa l’unico protagonista della scena. Zoe osserva la scena senza muovere un muscolo. Lacrime amare tracciano traiettorie arbitrarie fatte di mascara lungo le sue guance.
«Sei tu anche quella?» Chiede Nick che poi si aggiusta gli occhiali. Zoe non risponde.
Davanti a questo grande schermo, ognuno sembra costretto a fare ammenda dei propri errori, delle delusioni o delle debolezze passate, in un gioco angosciante di riflessioni continue. Alessandro Casalini sembra di rileggere tra le righe una versione moderata e più sagace, dallo spiccato senso letterario della celebre serie horror Saw, ma questa volta dal calibro psicologico più elevato.
Anche questa volta lo scrittore ha curato la storia nei minimi dettagli in una maniera credibile e coinvolgente. Anche se l’andamento della narrazione perde qualcosa proprio a metà del libro, Casalini è stato capace nelle parti finali di ribaltare ogni giudizio.
Approfondimento
Nella vita di tutti i giorni Alessandro Casalini si occupa di software. Ha una laurea in Ingegneria Informatica ed è il titolare di una web agency che si occupa di software e Web.
Nel 2008 legge Non buttiamo giù di Hornby, e l’idea di una piccola collettività che si conosce per puro caso e che si trova a dover convivere malgrado tutto lo ha intrigato molto fin da subito, così nell’aprile del 2014 ha cominciato a scrivere questa la “strana” storia di Fattore Z.
L’idea di quattro persone che si ritrovano all’interno di una stanza (bianca) senza sapere bene il come e il perché, e di un misterioso conto alla rovescia è venuta in mente allo scrittore-ingegnere proprio durante la messa della domenica delle Palme 2014. Tutto il resto, ha dichiarato Casalini, è avvenuto in modalità work in progress. All’epoca i personaggi non erano ancora ben definiti, ma che ci dovessero essere dentro (alla stanza) un prete e una ex-rockstar, di quello ne ero già certo.
È sorprendente la tecnica e la tenacia che viene fuori tra le pagine del romanzo, ma ancora più singolare è scoprire che spesso alcuni dei più buoni scrittori esordienti si nascondono nella vita quotidiana dietro un manto di umiltà unico e raro, come in questo caso.
Fabrizio Raccis