
Autore: Filippo Gigante
Pubblicato da Lettere Animate - 2013
Pagine: 122 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook
ISBN: 9788897801856
ASIN: B00EXPJBCG

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Dopo gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, la Cecoslovacchia è sotto il dominio dell'Unione Sovietica e un'ondata di emigrazione porterà centinaia di cittadini a trovar fortuna altrove. Questa è la storia di Olga e Berta, due donne nate nella splendida città di Praga e che col cuore ferito dal dolore del passato giungeranno in un paese italiano che si affaccia su un suggestivo lago. Qui, attraverso la ricerca di nuove abitudini, sogni letterari, particolari vicini di casa e passioni artistiche e gastronomiche, saranno pronte a tuffarsi, insieme a voi, nell'originale e scanzonata visione di una vita che, nonostante tutto, riesce ancora a far innamorare anche chi è certo di aver perduto ogni speranza.

Berta e Olga si conoscono sin da quando erano bambine, sono cresciute insieme e hanno condiviso tutti i cambiamenti, le svolte, le scosse delle loro vite. Nate entrambe a Praga, hanno costruito lì le rispettive famiglie, hanno messo al mondo dei figli, hanno amato i loro mariti con la forza e il coraggio necessari. Con la stessa forza e lo stesso coraggio hanno affrontato la Seconda Guerra Mondiale, la crisi economica, la fame. Ed è stato proprio dopo la guerra, nell’onda d’urto da essa provocata, che Berta e Olga hanno perso ciò che più amavano al mondo: le loro famiglie.
E’ il 1968 e le vite delle due donne vengono sconvolte da ciò che passerà alla storia come la Primavera di Praga. I rispettivi mariti e figli, presenti nel posto sbagliato al momento sbagliato, vengono uccisi e le case di Berta e di Olga si trasformano nelle scatole vuote di ciò che un tempo era famiglia, amore, vita. Il dolore che le travolge rischia di distruggerle, di ridurle a due manichini incapaci di respirare e di muovere anche solo un ulteriore passo nel mondo. Eppure, è proprio nell’amicizia che le lega da così tanti anni a celarsi il segreto della rinascita. Insieme, Berta e Olga si inseriscono nel flusso migratorio che, nel 1969, portò moltissimi praghesi in Italia, e lì si stabiliscono, in una città con vista sul lago. Il lago diventa la loro “piscina”, il luogo sulle cui rive le due donne parlano tra loro, si raccontano, affrontano insieme il dolore dell’aver perso le proprie famiglie ma di essere comunque rimaste, loro malgrado, delle madri. Il romanzo diviene, da questo punto in poi, un vivace affresco della vita italiana delle due donne che, ormai anziane, condividono la vita con i vicini di casa, con la gentilezza della famiglia Scarafoni e la bontà del loro figlio adottivo, Raffaele, tra i fiori del signor Spaccaprimo, scorbutico ed eccentrico, e le prelibate ricette di nonna Pasmina, in una girandola di colori profumi e sapori che condurrà, infine, ad un epilogo curioso e totalmente inaspettato.
Filippo Gigante è nato ad Alberobello nel 1983. Tale informazione biografica risulta fondamentale nel momento in cui si comprende come l’autore abbia attinto ai sacrifici, alle piccole lotte personali del “popolo dei trulli” per costruire un romanzo fondato sull’amicizia, sulla collaborazione, sulla rinascita.
“Rinascita” è la parola chiave dell’intera storia: capitolo dopo capitolo, tuffo dopo tuffo, Berta e Olga attraversano tutti gli stadi del dolore, dal rifiuto alla rielaborazione, imparando a far leva sulle loro forze congiunte per riemergere dalle acque profonde della sofferenza e riprendere ossigeno. Tutti i personaggi che arricchiscono il racconto di La piscina delle mamme, dal signor Spaccaprimo al buon Raffaele, contribuiscono con le loro eterogenee personalità alla rinascita delle due donne. Berta e Olga, madri senza più figli, diventano madri di loro stesse, donandosi nuovamente alla luce, riemergendo. Passo dopo passo, le due amiche imparano a ricominciare ad amare ciò che il dolore aveva cancellato: il sapore di un piatto preparato con amore, il profumo dei fiori, l’aria fresca del lago e il sorriso di un ragazzo come Raffaele, una passeggiata a cavallo nel verde e l’impeto di una sinfonia, la puntina che solca il disco e la vista dal balcone di casa. Il finale giunge sconvolgente e inaspettato, stupendo profondamente il lettore. Tuttavia, si comprende appieno il suo inserimento nella storia: l’evento è esso stesso parte della rielaborazione del dolore, è il “valore aggiunto” che porterà definitivamente le due donne alla soglia della guarigione.
Berta e Olga sono due personaggi insoliti ed estremamente positivi: anziane, amiche per la pelle, ci riportano alla mente le nostre nonne, il profumo dei biscotti appena sfornati, i capelli bianchi legati in crocchia e il viso solcato dalle rughe e dalle sofferenze di una vita intera. Accanto a loro, si erge il personaggio eroico di Raffaele, buono e generoso sino al sacrificio di sé, e il signor Spaccaprimo che, pur essendo scorbutico e scostante, suscita suo malgrado le simpatie – la compassione? – del lettore.
Di questo romanzo ho amato l’eclettismo: dalla musica alla gastronomia, da Shakespeare all’interpretazione dei sogni, la storia è come un albero dai lunghi rami ma con le radici ben piantate nel terreno della vita, della fede, dell’amore. La narrazione, lineare e scorrevole, tocca talvolta alti picchi di poesia ed è piacevole rileggere determinati passaggi proprio per risentirne il sapore, per ripercorrerne le emozioni. Probabilmente, un lavoro di editing renderebbe ancora più piacevole un libro che, comunque, possiede già le carte vincenti della sensibilità, della delicatezza e della poesia.
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