
Autore: Pierluigi Battista
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2016
Pagine: 168 - Genere: Non fiction
Collana: Strade Blu. Non fiction
In libreria dal 26 gennaio 2016
Oggi sarà nelle librerie Mio padre era fascista, il romanzo autobiografico Pierluigi Battista edito da Mondadori. Il giornalista e scrittore romano riapre le ferite di un rapporto irrisolto con il padre fascista, e gli concede idealmente l’onore delle armi.
Il padre di Pierluigi Battista ancora giovanissimo aderì alla repubblica di Salò, facendo una scelta che lo avrebbe condizionato per l’intera esistenza. Partito volontario per la campagna di Grecia a soli diciotto anni, prima dei ventidue aveva perso una guerra civile e rischiato la fucilazione, finendo rinchiuso in un campo di concentramento. Nei giorni della liberazione era stato insultato da quelli che fino a pochi giorni prima avevano indossato la camicia nera, donato l’oro alla patria e inneggiato al duce. E contro questi italiani pavidi e meschini si scaglierà sempre, con testarda determinazione, vivendo due esistenze distinte: da un lato l’avvocato borghese, stimato e apprezzato dai colleghi, dall’altro il repubblichino umiliato, sconfitto. “Mio padre erano due” dice Battista: lo specchiato professionista, casa ai Prati e studio ben avviato e l’esule in patria che non dimenticò mai la pubblica gogna cui lo sottoposero i vincitori. Un padre contro cui il figlio si scaglierà compiendo scelte opposte, rifiutandone l’autorità e le ragioni; un figlio che per ripicca in ogni 25 aprile festeggerà la sconfitta paterna, a rimarcare il senso di una sfida, fino a quando, con questo libro, verrà il momento della riconciliazione, perché, ammette l’autore, “non sono più sicuro di niente, di cosa sia giusto e sbagliato, in questa mia, in questa nostra storia di affetti e di politica mescolati insieme”. «Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei “ragazzi di Salò“. «Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della Rsi vicino alla “gabbia del gorilla” in cui era rinchiuso Ezra Pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di “esule in Patria” nell’Italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un’apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. «Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell’Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un’altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. «Per scoprire, alla fine, che gli esseri umani non sono monoliti, figure unidimensionali sulle quali incollare un’etichetta semplificatrice, ma persone vitali e vitalmente piene di contraddizioni. E per capire che i concetti più cari a noi italiani, la “parte giusta” e la “parte sbagliata”, sono molto più friabili e complicati di quanto ci piacerebbe immaginare.» Pierluigi Battista con Mio padre era fascista riannoda i fili spezzati di una tormentata vicenda familiare e trova un modo adulto di confrontarsi, in un libro indimenticabile, con un pezzo non meno tormentato della nostra storia.
Pierluigi Battista (Roma, 1955) è inviato e editorialista del «Corriere della Sera», di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Ha lavorato come inviato alla «Stampa» e come condirettore a «Panorama». Per La7 ha condotto il programma «Altra Storia» (2003-2007). Fra i suoi libri ricordiamo: La fine dell’innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo (Padova 2000),Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (Milano 2007), La fine del giorno. Un diario (Milano 2013) e I libri sono pericolosi, perciò li bruciano (Milano 2014).