Autore: Jonathan Franzen
Pubblicato da Einaudi - marzo 2016
Genere: Thriller
Collana: Supercoralli
Da marzo 2016 in libreria
La giovane Purity Tyler, detta Pip, non conosce la sua vera identità. Sua madre, per un motivo misterioso, non vuole rivelarle chi è suo padre, l’uomo dal quale è fuggita prima che Pip nascesse, cambiando nome e ritirandosi a vivere nell’anonimato tra i boschi della California settentrionale. Pip è povera: ha un pesante debito studentesco da ripagare e vive in una casa occupata a Oakland, frequentata da un gruppo di anarchici. Ed è proprio lí che incontra Annagret, un’attivista tedesca che le apre le porte di uno stage con il Sunlight Project, l’organizzazione fondata dal famoso e carismatico Andreas Wolf, un leaker rivale di Julian Assange, allo scopo di rivelare i segreti dei potenti. Pip parte per la Bolivia, dove ha sede il Sunlight Project, con la speranza di poter usare la tecnologia degli hacker per svelare il segreto dell’identità di suo padre. Ma l’incontro con Andreas Wolf si rivela sconvolgente per molti motivi. Anche Andreas ha un terribile segreto nascosto nel suo passato, negli anni in cui viveva a Berlino Est come figlio ribelle di una madre squilibrata e di un padre pezzo grosso del Partito Comunista. Lo rivela proprio a Pip, con la quale instaura una relazione intensa e morbosa. Forse i suoi moventi segreti sono legati a Tom Aberant, il giornalista di Denver per il quale Pip andrà a lavorare dopo lo stage con il Sunlight Project, destabilizzando la relazione di Tom con la sua compagna Leila e portando un grande sconvolgimento anche nelle loro vite…
Purity è una neolaureata che vive con un gruppo di squatter e lavora in un call center, con la sua terribile madre. Jonathan Franzen, dopo il successo di Libertà e Le correzioni, torna con un romanzo di analisi sociale, con una storia familiare che ci racconta l’America del suo tempo. Ispirandosi in un certo senso all’amato Charles Dickens, Franzen trova per la sua giovane Purity il soprannome di Pip, come il protagonista di Grandi speranze, e così sarà proprio uno scrittore frustrato e letteralmente bloccato in sedia a rotelle a causa di un incidente in moto, a nutrire per la protagonista del libro tante e incredibili aspettative. E’ proprio quello di cui ha bisogno questa ragazza alle prese con genitori assenti, inutili, fuggitivi, litigiosi o semplicemente di fatto psicopatici. Non ci fanno una gran bella figura gli adulti di questo libro, o almeno quelli considerati tali, con un lavoro stabile, una famiglia o, insomma, una posizione. L’unica madre decente è una madre mancata, senza figli. E allora toccherà ai più giovani, a quelli che ancora hanno tempo per non rovinarsi, di nutrire delle speranze e fare in modo che si realizzino. Purity non è solo la protagonista dell’ultimo romanzo di Jonathan Franzen, ma diventa anche simbolo della purezza come utopia. Questo libro spietato e bellissimo fa viaggiare il lettore nel tempo, dalla California della povera Pip, alla Germania dell’Est del crepuscolo del comunismo, sino al Sudamerica di oggi dove si è rifugiato Andreas Wolf, una specie di fondatore di una sorta di Wikileaks, basato sul culto della sua personalità. La vita insomma è una guerra fredda, per il Franzen di Purity.
Jonathan Franzen vive a New York. Oltre a Le correzioni (Einaudi, «Supercoralli» 2002 e «Super ET» 2005) ha scritto i romanzi La ventisettesima città (già Mondadori, ora negli «ET Scrittori») e Forte movimento («Supercoralli» ed «ET Scrittori»). Pubblica regolarmente racconti e saggi su «The New Yorker» e su «Harper’s». Nel 2003 Einaudi ha pubblicato la raccolta di saggi Come stare soli, nel 2006 il memoir Zona disagio («Supercoralli» e «ET Scrittori»), nel 2011 Libertà(«Supercoralli», ripubblicato nei «Numeri Primi» nel 2012) e nel 2012 Più lontano ancora («Frontiere», ripubblicato negli «ET Scrittori» nel 2014). Nel 2013 è uscito Il cervello di mio padre, per la nuova collana digitale dei Quanti Einaudi. Ha annotato i saggi di Kraus raccolti nel volume Il progetto Kraus (Einaudi, 2014) con il contributo di Paul Reitter e Daniel Kehlmann. Nell’edizione originale ha anche tradotto i testi in inglese.