
In libreria dal 14 gennaio 2016
Dopo sette anni dalla sua ultima fatica, a metà gennaio, ritorna nelle librerie Shifra Horn con Scorpion dance, il suo nuovo, attesissimo lavoro edito da Fazi. Il nuovo libro dell’autrice di Quattro madri e La più bella tra le donne è un viaggio attraverso la memoria e il perdono ambientato fra Auschwitz, la guerra d’indipendenza arabo-israeliana, la Gerusalemme post guerra dei Sei Giorni e i giorni nostri. Un romanzo poetico ed affascinante sui temi dell’abbandono e dello sradicamento, del lutto e dell’incertezza.
Scorpion dance racconta la storia di Orion, un ragazzo che ha perso il padre durante la Guerra dei Sei Giorni e che viene cresciuto da due donne nel quartiere di Old Katamon. Si tratta di un viaggio di straordinaria intensità tra i suoni, i colori, i profumi e le ferite di una Gerusalemme che dall’Olocausto giunge ai giorni nostri. Orion porta sulle spalle il peso di un padre che non ha mai conosciuto, il dolore per l’abbandono della madre che, rimasta vedova troppo giovane, vola in Australia per risposarsi, e soprattutto il ricordo di Johanna, la nonna tedesca che parla un pessimo ebraico e odia la Germania. Quando Orion incontrerà la sua Basherte, una cantante d’opera berlinese con cui vivrà un’appassionata storia d’amore, si troverà a fare i conti con la propria individualità, con il passato del popolo ebraico e con l’ultimo, essenziale, segreto di Johanna. Né Sarah, il pappagallo parlante dai sentimenti umani ereditato dalla nonna, né il glicine giapponese che avvolge con una forza soprannaturale la sua nuova casa, né Falada, il camioncino biblioteca dotato di volontà propria e senso dell’umorismo, basteranno a salvarlo da un vortice di incertezza, sradicamento e lutto. Come nella danza dello scorpione questo romanzo, complici un sottile realismo e un lirismo sofisticato, si riavvolge in continui movimenti tra passato e presente, e ci accompagna attraverso la lotta per la sopravvivenza dei tre protagonisti, sempre in bilico tra il desiderio di ricordare e la necessità di dimenticare. Shifra Horn, con lo sguardo di chi è abituato a interrogarsi sulla propria storia, è abilissima nel mescolare l’amore e le relazioni umane a questioni difficili come il tema della memoria e dell’identità.
Il ritorno della grande scrittrice israeliana è stato accolto dal plauso della critica.
«Leggere le sue storie è incontrare un carico di sensazioni tattili, visive e olfattive. Come Isabel Allende ha saputo filtrare la storia del Cile attraverso la tela della vita familiare, rendendola materia quasi epica, così fa, con talento Shifra Horn». Lara Crinò, D di Repubblica
«Il miglior romanzo di Shifra Horn. Crea dipendenza, è tanto sensuale quanto sottile e intelligente. Valeva la pena di aspettare». Chaya Hoffman, critica letteraria
«Un romanzo meraviglioso, mozzafiato, scritto con amore. Volevo non finisse mai». Asher Kesher, critico letterario
Shifra Horn è nata nel 1951 a Tel Aviv e vive a Gerusalemme. Dopo aver concluso la Hebrew University in studi biblici e archeologia, ha proseguito la formazione approfondendo anche l’ambito della comunicazione di massa e ottenendo un diploma per l’insegnamento. Negli anni universitari è stata ufficiale-educatrice per l’Unione Mondiale degli studenti ebrei, coordinando la campagna per salvare gli ebrei etiopi e farli tornare in Israele. Ha trascorso cinque anni in Giappone come corrispondente dall’estremo oriente per il quotidiano Maary. Autrice pluripremiata di fama internazionale, con Fazi Editore ha pubblicato Quattro madri (2000), La più bella tra le donne (2001), Tamara cammina sull’acqua (2004), Inno alla gioia (2005) e Gatti (2007).