La cerimonia degli Oscar 2014 è finita qualche ora fa. Sono stati incoronati film, registi, attori, da i più illustri ai meno noti. Per ogni vincitore c’è qualcuno che deve abbandonare il sogno. Ed è forse quello che è successo a Leonardo Di Caprio che ancora una volta ha visto l’ambita statuetta sfuggirgli di mano. A vincere il premio come miglior attore protagonista è stato infatti l’attore texano Matthew McConaughey per il suo ruolo in Dallas Buyers Club. È forse la vera svolta per Mattew, dopo le commedie di inizio carriera, a portarlo in alto è il suo personaggio drammatico Ron Woodroof, l’uomo che sfidò il sistema sanitario americano per legalizzare le medicine che gli permisero di sopravvivere all’Aids. Il film dal basso budget ma dal grande cast porta a casa tre statuette, una delle quali assegnata a Jared Leto come miglior attore non protagonista.
Se la preferita come miglior attrice protagonista era Sandra Bullock per Gravity, il colpo di scena è dentro la busta, a vincere il titolo è infatti Cate Blanchett per il suo ruolo da protagonista nel film di Woody allen, Blue Jasmine. Non del tutto imprevisto in realtà, forse a causa del recente scandalo familiare che ha colpito il regista e che nel bene o nel male ha fatto parlare di sé. L’attrice ha spiegato che gli spettatori vanno a vedere con piacere film con protagoniste le donne, sbaragliando così le colleghe non meno brave: Amy Adams, Sandra Bullock , Judi Dench e Meryl Streep.
Il film di Alfonso Cuaròn non va certo a casa a bocca asciutta, è infatti Gravity il pluripremiato, vince ben sette statuette, compresa quella per miglior regista. Il miglior film d’animazione è la pellicola targata Disney Frozen-il regno di ghiaccio che vince anche il premio miglior canzone ‘Let it go (Frozen)’ di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez.
La rivelazione di questi è oscar è Lupita Nyong’o, vincitrice come attrice non protagonista in 12 anni schiavo, la trentunenne premiata da Christoph Waltz, racconta in lacrime come un momento di gioia come questo possa nascere da un dolore così grande come quello subito da Patsey, il personaggio che interpreta nel film di Steve McQueen. 12 anni schiavo porta a casa anche il premio come miglior film, che per quanto prevedibile è senza dubbio meritato, tra i sette produttori della pellicola un eccezionale Brad Pitt che coglie l’occasione di dedicare il premio a chi ancora soffre la schiavitù. A sbaragliare la concorrenza sono due film che poco hanno in comune, lo storico 12 anni schiavo e lo spaziale Gravity, lasciando con un po’ di amaro in bocca i protagonisti di American Hustle e the Wolf of Wall Street.
Last but not least, la statuetta per miglior film straniero è tra le mani del regista italiano Paolo Sorrentino per il suo La grande bellezza, un premio che tutti i connazionali aspettavano, che porta così l’Italia sul palco del Dolby Theatre, 15 anni dopo ‘La vita è bella’ di Benigni. Tra uno sketch e l’altro della presentatrice Ellen Degeneris, tra pianti e sorrisi, finisce anche questa Notte degli Oscar, che ci accompagna ogni anno in un susseguirsi di momenti emozionanti tra una pellicola e l’altra, tra colpi di scena, luci, abiti sfavillanti e lacrime di gioia.
Fonte: Il Fatto Quotidiano