Io credo che i libri ci salvino perché contengono parole che ci salvano. Non tutti i libri, certamente, qualcuno penserà forse che nessun libro è in grado di cambiare la propria vita. Eppure pensiamo al fatto che siamo bombardati da messaggi ogni giorno e molti di questi cambiano la nostra vita: quelli pubblicitari (ed è scientificamente dimostrato), le notizie, le fake news, i messaggi sui cellulari, le chat, i commenti e i confronti sui social network, i video in rete disponibili su qualunque argomento. Ognuno di questi messaggi influenza in un un modo più o meno ampio i nostri sentimenti e i comportamenti, si apre a compasso su noi fino a determinare nel tempo quello diventeremo.
Perché un libro, un grande lavoro di sentimenti uniti a logica e animo e passione non dovrebbe essere capace di veicolare un messaggio altrettanto determinante? Su questa domanda si può riflettere. Una cosa bella dei libri è che compiono tanti piccoli miracoli e senza che vi siano controindicazioni. A volte i libri diventano una mano tesa che permette di risollevarci moralmente, di trovare le forze o le nozioni che sono in grado di farci acquisire nuova determinazione. Altre volte diventano veri e propri progetti benefici il cui ricavato viene utilizzato per prestare aiuto in maniera pratica a persone che ne hanno bisogno.
Di questi esempi ve ne sono tanti anche nel nostro panorama editoriale degli ultimi anni. Ne citerò solo qualcuno come esempio. A volte ci dimentichiamo. A volte bisogna ricordare. Ricorderete il potente alluvione che investì la Sardegna nel novembre 2013. Non a caso Il corriere la definì una “strage”, 20 morti e alcuni dispersi. Tanti piccoli comuni da ricostruire, una comunità agro-pastorale in ginocchio e fango, fango ovunque. Sei scrittori sardi pensarono di unire le proprie penne per offrire il loro contributo in seguito a questo disastro naturale scrivendo Sei per la Sardegna.
“Chi compra questa antologia aiuterà la comunità di Bitti, un paese letteralmente collassato in più punti, che ha subito gravi danni strutturali” scrive Einaudi sul proprio sito. Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga. Un’idea, una mano tesa.
Un’altra idea più recente a scopo benefico è partita dall’autrice Sara Rattaro. Mi ha parlato di un racconto “Il matrimonio di Alice” che muove gli stessi personaggi del suo libro Non volare via. Il racconto è ovviamente indirizzato ai suoi lettori ed è stato scritto per sostenere interamente la Croce Rossa Italiana impegnata sul campo ad assistere le vittime del recente terremoto in centro Italia. Ho accettato di buon grado di diffondere questa iniziativa. Indovinate perché? Perché i libri ci salvano la vita in qualche modo. Questo è un modo. Un’idea diventa una mano tesa.
E poi c’è un libro che mi ha toccato, ne ho parlato qualche mese fa. È una biografia. Può una biografia essere una mano tesa? Sì, e capirete perché continuando la lettura.
Si tratta di Leo, l’uomo senza tempo biografia di Leo Amici scritta da Carlo Tedeschi, scrittore e artista. Se per rispondere alla domanda appena posta dovessi condensare al massimo il concetto risponderei così: la biografia racconta di come la vita di una persona speciale scomparsa trent’anni fa continua ancora oggi a migliorare la vita di tante persone. Un camino che riscalda le anime.
Questa biografia è un mezzo che permette di conoscere i valori di Leo Amici e della fondazione a lui dedicata che persegue i suoi stessi scopi tra i quali: l’assistenza alle persone in età avanzata, il soccorso, affidamento e protezione, sotto il profilo fisico e morale, di bambini abbandonati, orfani o, comunque, privi di assistenza, lo sviluppo dell’istruzione e della cultura e l’organizzazione di attività artistiche, teatrali, sportive.
La Fondazione si è mobilitata recentemente anche durante l’emergenza neve in Abruzzo fornendo pasti caldi e sostegno ai più deboli. Ha una sede al Lago di Monte Colombo, è aperta al pubblico. Ospita ogni Domenica chiunque voglia conoscere la realtà e perché no i lavori artistici degli ospiti. Non fa collette, più che altro si rimbocca le maniche e si affida al buon cuore di chi dona. Il sito ufficiale è disponibile su www.fondazioneleoamici.org. Acquistare Leo, L’uomo senza tempo in questo caso non aiuta solo la Fondazione, perché tutti i proventi del libro verranno utilizzati per aiutare più persone ma educa noi alla solidarietà. Strane queste tre parole messe insieme “educa alla solidarietà”. Eppure è così: la solidarietà si esercita non per caso, è un’inclinazione che nasce da principi radicati. Si impara.
Conoscere la figura eccezionale di Leo Amici che con nulla ha fatto davvero tanto è un modo, non solo per conoscere la storia di un un uomo di cuore italiano, ma anche per educarci alla solidarietà.Sì certo, un libro. Un’idea, un mano tesa.