Il poker è un gioco di grande fascino e dalla lunga storia. Le sue origini sono incerte, si dice che sia stato introdotto negli States da alcuni marinai di origine persiana verso la fine del XVIII secolo. Il poker avrebbe iniziato a prendere poi la sua forma nell’Ottocento, proprio negli Stati Uniti d’America. La letteratura racconterà spesso di questo gioco, che si era diffuso tra i soldati durante la guerre civile americana e tra i cercatori d’oro diretti in California, in contesti come quelli descritti dai romanzi di John Steinbeck.
Negli anni Settanta il poker vive un’ulteriore evoluzione. Si afferma la celebre variante del “Texas hold’em”, che in breve tempo diventerà la più diffusa e amata al mondo. Cresce il numero dei tornei per i giocatori professionisti, molti di questi diventano dei veri e propri spettacoli televisivi con un ampio pubblico. Negli ultimi decenni, grandi piattaforme del gioco come PokerStars hanno molto investito sulla potenzialità della rete, trasformando il poker in un fenomeno di costume globale. Oggi il poker non è più una realtà di nicchia, ma un gioco mentale che coinvolge una community di milioni di appassionati. La rete, infatti, ha permesso di creare aggregazione intorno al gioco, avvicinando persone di ogni genere, provenienti da diversi contesti sociali. Forum e social hanno permesso a molti di migliorare il loro gioco, di studiarne a fondo le regole e le strategie.
Il poker piace perché è un gioco che unisce in sé elementi tra loro molto differenti
. Al calcolo matematico, si aggiungono la strategia, l’abilità, un’altissima capacità di concentrazione e una buona dose di finezza psicologica. L’unione di questi elementi lo rende un gioco dal fascino unico, ideale in ambito letterario. La letteratura americana attingerà moltissimo dal mondo del poker, dalle sue atmosfere, dai suoi miti e dai suoi colpi di scena.

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L’americano Richard Jessup, nato a Savannah, in Georgia, nel 1925 darà grande spazio al poker nelle sue opere. Il suo romanzo più celebre è The Cincinnati Kid, pubblicato nel 1964. Questo testo verrà poi riadattato per il cinema e interpretato da grandi interpreti come Steve McQueen, Edward G. Robinson e Ann Margaret. Il film esplora ampiamente il mondo del gioco e la particolarità del suo microcosmo. Il romanzo, ambientato negli anni Trenta, vede come protagonista Eric Stoner, soprannominato proprio “Cincinnati Kid”, il giocatore di poker più stimato e temuto di New Orleans. Tuttavia, in città tornerà Lancey Howard, il vecchio re del poker. Tra i due la sfida sarà inevitabile e ad altissima tensione.
Lo scrittore newyorkese Colson Whitehead (1969) ha dedicato moltissime pagine alla sua grande passione per il poker. In Italia ha pubblicato per i tipi di Einaudi “La nobile arte del bluff” (2016). Il libro racconta la vicenda personale dell’autore in modo diretto. Questo inizia ad avvicinarsi al poker giocando tra amici. Vince facile grazie alla sua “poker face”. Non prende la cosa troppo seriamente, ma le vincite si fanno sempre più ingenti. Nel 2011 la rivista sportiva Grantland gli paga l’iscrizione alle World Series di Texas Hold’em di Las Vegas. Il protagonista racconta il suo duro allenamento e tutto il percorso di preparazione che lo condurrà al torneo.
Un libro molto interessante è anche “One of a Kind” di Nolan Dalla e Peter Alson. Non si tratta pienamente di un romanzo, ma di una biografia tanto romanzesca che appassiona. Il libro tratta di Stuey Ungar, giovane di origine ebraica del Lower East Side di Manhattan. Abbandona la scuola per dedicarsi al gioco, battendo tutti i più grandi campioni del periodo. Inizia a viaggiare per il paese, tutti iniziano a temerlo. A Las Vegas vince le World Serie of Poker per ben tre volte, battendo svariati record. Si dice che avesse guadagnato qualcosa come trenta milioni di dollari giocando al tavolo verde. Rischia sempre, uscendone sempre vincitore. Tuttavia, Stuey è una persona molto fragile dal punto di vista psicologico, non riesce a gestire le pressioni crescenti e la fama. Morirà a soli 45 anni e molti lo definiranno il “Jim Morrison del Poker”.
Infine, chi ama il brivido noir non può perdere “Dead Money. Omicidio al casino”, romanzo di Rudy Rudy Stegemoeller. Il libro inizia con un torneo di Texas Hold’em dal premio milionario. Vi partecipa Mark Newcomb, il protagonista della vicenda. Il gioco procede, ma si assistono a fatti inquietanti. Scompare il celebre campione Shooter Deukart. Newcomb e i suoi compagni di gioco vengono sospettati del misfatto. Newcomb si troverà quindi ad affrontare una duplice sfida: vincere al tavolo verde e dimostrare la sua innocenza.

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