Tutti gli appassionati di calcio, ma non solo, quando pensano ad Andrea Pirlo pensano alla sua corsa sfrenata e liberatoria negli istanti immediatamente successivi al rigore messo a segno da Fabio Grosso ai Mondiali di Germania 2006 che consegnò la Coppa del Mondo nelle mani dell’Italia a distanza di 24 anni dall’ultima volta. Quelle immagini ci raccontano meglio di mille parole chi è Andrea Pirlo, uomo capace di nascondere dietro un’immagine serafica una passione totale e totalizzante per il gioco del calcio.
Il Maestro: dal campo alla panchina
Nel libro “Penso quindi gioco” scritto a quattro mani con il giornalista sportivo Alessandro Alciato, edito da Mondadori nel 2013, un Andrea Pirlo ancora in attività decise di mettere nero su bianco i suoi pensieri mai banali relativi al gioco del calcio e al mondo che ci circonda. Come raccontato al link https://www.gazzetta.it/, sin dai suoi esordi con la maglia del Brescia dove ebbe la fortuna di giocare con un certo Roberto Baggio, Pirlo era stato individuato come uno degli astri nascenti del calcio italiano, ma nella posizione di trequartista non era mai riuscito a esprimersi ai livelli cui avrebbe potuto. Come raccontato al link https://www.ultimouomo.com/, l’allora allenatore del Brescia Carletto Mazzone, uno dei monumenti del nostro calcio, comprese che con la sua qualità Andrea avrebbe potuto giocare anche come play basso davanti alla difesa, posizione in cui Pirlo si trovò a proprio agio sin dalle prime uscite e di cui diventò uno dei massimi interpreti di tutti i tempi. Soprannominato il Maestro per la sua classe e la sua eleganza sopraffina, Pirlo si è sempre contraddistinto per la sua correttezza e la sua genuinità, qualità sempre più rare in un calcio come quello moderno. Come possiamo vedere al link https://www.planetwin365.it/it, nonostante la sua nuova carriera da allenatore non sia iniziata nel migliore dei modi, alla guida della sua Juventus, Pirlo è ancora in corsa per vincere il primo scudetto da allenatore e sono in molti a credere che, anche grazie al Maestro, la Juventus possa ancora credere nella rimonta.
La Juventus applica già i suoi concetti di gioco?
In “Penso quindi gioco”, Pirlo si dice convinto che il calcio sia un sport, un gioco, in cui a fare la differenza sia il collettivo. Certo, avere in squadra dei campioni aiuta, ma i campioni da soli non bastano a vincere le partite, i titoli e le coppe. Per vincere nel calcio, così come nella vita, c’è bisogno del gioco di squadra, c’è bisogno che i compagni si aiutino e si supportino vicendevolmente facendo sì che l’uno diventi il tutto e che il tutto diventi l’uno. Un concetto che Pirlo sta cercando di mettere in pratica nella sua prima vera esperienza da allenatore a guida della Juventus, con i bianconeri che come raccontato al link https://sport.sky.it/, dopo le difficoltà iniziali sembrano aver ingranato la marcia giusta e stanno finalmente iniziando a giocare da squadra.
Pirlo è uno dei calciatori più influenti della sua epoca e chissà che non possa riuscire nel sogno di cambiare il calcio anche nella sua nuova veste da allenatore.