Il 2013 per Leggere a Colori é stato un anno grandioso. Abbiamo conosciuto tanti di voi, abbiamo reso il sito piú completo e ricco, abbiamo raggiunto dei traguardi che ci eravamo prefissati. Ma non staró qui ad annoiarvi con le nostre piccole conquiste. A voi in fondo importano i contenuti, leggerci e basta. Tra il croissant e caffé vi scrivo il mio messaggio per la fine dell´anno. Non é a reti unificate ma funziona lo stesso.
Inevitabilmente ogni anno giunge al termine e si fanno, chi piú chi meno, resoconti e progetti. Come a darci un voto, come a inciampare di nuovo sulle cose che ci hanno fatto male. Non si deve ma si puó, e puntualmente si fa. Si pensa con le porte scorrevoli in movimento, qualcuno e qualcosa sono usciti e rimasti fuori e qualcos´altro é entrato. Di fretta, di malo modo, in ritardo, in anticipo, per fortuna, di grazia, per il rotto della cuffia, per sbaglio. Il tempo ci modella, diventiamo altri che sono un po´sempre gli stessi. E tra tutte le cose aggiunte o tolte ci ritroviamo a confrontarci con la vita, spesso proprio a fine anno. Andrebbe bene anche il 5 Maggio o il 23 Settembre, peró non ci ricordiamo. Cosí come non ci ricordiamo perché si festeggia il Capodanno.
Sapevate che “nel 46 a.C. Giulio Cesare stabilì che il Capodanno cadesse il 1° gennaio? I romani dedicarono quel giorno a Giano, dio delle porte, delle soglie e degli inizi. Il mese di gennaio prese nome dal Giano bifronte, che aveva cioè due facce, una rivolta in avanti e l’altra indietro”. Da allora guardiamo tutti in avanti e indietro, ma probabilmente non c´era bisogno di una festivitá ufficiale per questo. Il punto é che abbiamo davvero bisogno di pensare chi siamo diventati, dopo un anno. E cercare di capire se abbiamo trovato il modo giusto, se ci siamo piú adeguati o piú allontanati dalle banalotte veritá che appartengono a tutti, se ci siamo concessi di crescere. Abbiamo bisogno del riscontro anche degli altri per questo, che il loro metro é piú preciso, dobbiamo pensare a come abbiamo dimostrato di essere persone migliori e quali cattiverie e gesti negativi ci siamo portati dietro.
Io penso che non servano liste di nessun tipo. La speranza non dipende dagli avvenimenti dipende da quello che vogliamo vedere noi. Dal coraggio che abbiamo. Se proprio dobbiamo fare una lista mettiamoci la speranza. Per alcuni sará un puntino lontano per altri sará la casa in cui abitano, ma certe cose anche in piccole dosi ti sanno salvare. E la speranza é una di quelle. E dato che abbiamo la penna giá in mano aggiungiamoci l´amore. Descrivere l´amore é sempre riduttivo, perché esistono molti tipi di amore e si dimostrano in molte maniere diverse. Prendiamone uno dal mazzo e scombiniamoci, nessuno si aspetta di ricevere piú amore a questo mondo quindi se noi lo faremo saremo la felicitá inattesa di altri. E in quest´ottica l´amore ci renderá anche piú tolleranti, ci ricorderá che siamo tutti diversi e non é necessario avere sempre ragione per sentirsi bene, l´amore ci renderá meno sospettosi alle differenze, ci permetterá di vincere una lotta mai iniziata. E se tra noi ci sono ancora spazi troppo grandi forse ci fará avvicinare un po´di piú, il tanto per percepire la presenza e le buone intenzioni. Diamo piú amore e “saremo” piú amore. Accorgiamoci degli altri, lasciamo che gli altri si accorgano di noi.
Come? Volete fare lo stesso la lista? Va bene, vi presto la penna. Vi auguro che i vostri desideri si possano avverare ma sopratutto che voi ci tentiate forte. Tentare fa bene, uccide i rimpianti e ci riempie d´orgoglio, e l´orgoglio degli sconfitti puó anche essere migliore di quello dei vincitori. E dedicate le energie, il tempo, il denaro piú per le persone che per le cose. La vita é un attimo, perderemo cose e persone prima o poi, e far diventare le persone importanti é una gioia da cui non si torna indietro.
Ci leggiamo su queste pagine l´anno prossimo. Magari con un po´di amore e speranza in piú, chissá.
Con affetto.
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