“Lutto” nel mondo della letteratura: lo statunitense, di origini ebree, Philip Roth, non recede dalla decisione presa nel 2012 di abbandonare il mondo della letteratura. Gesto coraggioso in un secolo in cui molti cercano visibilità scrivendo e promuovendo opere spesso di dubbio valore. Invece un colosso della letteratura, come P. Roth, più volte candidato al Premio Nobel e insignito dei più grandi riconoscimenti . Ancora all’apice della sua carriera, si ritira, certo che nella vita, come lui dice, c’è molto altro da fare.
Roth è nato a Newark, nel New Jersey, il 19 marzo 1933 da genitori galiziani di fede ebraica, ma lui non ama essere definito “scrittore statunitense ebreo”, si sente americano al 100%. Scrittore di pregio indiscusso, stravagante e geniale, ha tenuto anche giustamente corsi di scrittura creativa molto ambiti; i suoi romanzi sono spesso autobiografici e riflettono la complessità di questo scrittore alle prese con i temi della psicoanalisi, della sessualità, del laicismo. Benché considerato da alcuni scurrile ed eccessivamente eccentrico, ha riscosso un successo di pubblico abnorme fino a diventare il più noto scrittore in lingua inglese nel mondo contemporaneo.
Ha esordito con Addio, Columbus e cinque racconti, sfoderando da subito uno stile dissacratorio, ironico, assai colto, intriso di psicanalisi ed elementi satirici della società contemporanea americana. Da allora non si è mai fermato sfoderando doti non comuni di narratore prolifico, creandosi anche un alter ego, tal Nathal Zuckerman, intorno al quale ha costruito una vera e propria saga, in cui l’alter ego è anche voce narrante. Celeberrima Pastorale americana, non di meno Orgia di Praga; presenti anche tratti surreali alla Kafka e chi più ne ha più ne metta. Considerato il suo capolavoro Lamento di Portnoy, con tratti autobiografici rivissuti in una tragi-commedia, il cui protagonista è Alexander Portnoy, un paziente ossessivo maniaco sessuale che monologa sul lettino, rivelando la sua attività onanista. Nonostante le accuse di scurrilità, l’opera salì agli onori della cronaca per l’incredibile successo di vendite.
Presente nelle sue opere anche la satira politica, con una presa in giro di Richard Nixon, ma possiamo senza dubbio affermare che questo autore, amato e criticato, non ha fallito nessuna opera e che egli è la punta di diamante della letteratura americana. Oggi in pensione, passa le sue giornate dedicandosi allo sport, all’ascolto della musica, al contatto con la Natura, in una ricerca mai paga della libertà, ora che si liberato degli onori e oneri afferenti alla sua dignità letteraria, sostenendo che in tutto quello che fa oggi, a ottantuno anni, “ c’è molta più vita che nella scrittura e nella pubblicazione dei romanzi”. Un insegnamento per tutti quelli che oggi corrono sfrenati verso la pubblicazione e che ci tartassano chiedendo like sui social network, facendo spamming sulle pagine; riflettiamo gente: il monito viene da cui ha conseguito un successo straordinario e ora ha trovato fuori della letteratura degnissime e piacevolissime motivazioni di vita.