Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, lancia una proposta che si pone come scopo quello di evitare la chiusura indiscriminata di siti archeologici ed altri siti di interesse storico-culturale. Stando a quanto annunciato da l ministro, a breve ci potrà essere una modifica normativa volta ad aggiungere i siti culturali alla lista dei luoghi pubblici essenziali con la possibilità “in casi eccezionali” di precettare il personale per “scongiurare le chiusure”. L’annuncio del ministro arriva dopo giorni di agitazione del personale degli scavi di Pompei, che ha dato avvio ad una manifestazione di protesta per lamentare il mancato pagamento degli straordinari effettuati; manifestazione che ha avuto fine in seguito all’accordo raggiunto tra il soprintendente Massimo Osanna e i sindacati. Il servizio tornerà regolare, oltre che nella zona degli scavi di Pompei, anche nelle aree archeologiche di Ercolano, Oplonti e Stabia, e nell’antiquarium di Boscoreale.
La chiusura di siti come Pompei, che ogni giorno riceve numerosi visitatori, rappresenta sicuramente un danno d’immagine per l’Italia a livello nazionale ed internazionale, ed è un problema ad amplio raggio che interessa ogni luogo di interesse artistico ed archeologico e non deve restare confinato nei limiti della città di Pompei. Come spiega Franceschini è “indiscutibile che i musei e i siti archeologici siano servizi pubblici essenziali, peraltro di grande valore e importanza, per questo mi sono attivato per una modifica normativa che aggiunga l’apertura dei luoghi della cultura all’elenco dei sevizi pubblici essenziali. Una nuova norma che consenta di ricorrere, in casi eccezionali, alla precettazione del personale per scongiurare le chiusure e tutelare i diritti dei visitatori”. La proposta di Franceschini ha trovato subito una sponda nel presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali Roberto Alesse.
La materia è molto delicata in quanto prevede il bilanciamento di due interessi che meritano ugualmente tutela da parte delle Istituzioni. Da un lato v’è l’interesse dei manifestanti a veder riconosciuto il proprio diritto allo sciopero costituzionalmente garantito, dall’altro vi è l’interesse dei cittadini a visitare siti di interesse storico-culturale che dev’esser tutelato anche in un’ottica di sfruttamento del territorio e di rilancio delle attività culturali legate allo stesso e nell’ottica di diffusione di un’immagine di un’Italia efficiente. E’ a tal fine che il Ministro Franceschini sta invitando le Istituzioni ad una riflessione circa la possibilità di un ampliamento delle tutele previste dalla legge 146 del 1990 sull’esercizio del diritto di sciopero. In attesa che si arrivi ad una determinazione che impedisca il ripetersi della chiusura di siti archeologici dovuta a scioperi del personali, ci si può rallegrare del fatto che, da oggi, gli scavi di Pompei “abbiano riaperto” a chi vuole visitarli.
Alessia Aragrande
Fonte: Repubblica