Put your hands on. Gira come una trottola questo 2012 dalle mille promesse, dai se, dai sè e perchè. Quante persone alla porta per scelta, per caso, per forza. E sì che non si può sempre essere al momento giusto, sempre giusti il tanto che serve, freddi e lucidi il tanto che poi ti ritrovi a necessitare e poi a odiare, il tanto geniali che speri, balzare avanti alla fila con la botta di culo. Ma ti bastava mettere le mani qui sul petto. Do you remember baby? Sì, che ci sono vite da portare avanti per promessa, per istinto, comunque è frasi da non ascoltare, dentro di noi gridate forte.
Prendilo come viene questo 2012 che presto passa e scivola via dalle labbra e dai calendari. Datti qualcosa che ti faccia stare in pace, e non dico qualcosa di meglio perché quello ero io. Coriandoli, feste mancate, bambini desiderati, salsedine, parenti, il picnic, i vecchi amici, le persone scomparse, le strette, i viaggi. Duemiladodici. Il blog, la forza per mettere in piedi tutto questo, il lavoro quello perso e quello provvisorio più definitivo che le bollette della luce, i venti gradi meno, i gol fatti, le corse, i chili in più, le amiche in più, le amiche in meno, le foto, il portafoglio rubato, l’esultanza, i pianti, tu. 2012. La barba lunga di mesi, le poesie, aggrapparsi ap oche cose, tornare disperato. Still bleeding. Duemiladodici pezzi da mettere insieme, di cuore, di cose, controvento.
Era amore ora amaro.
Persa, ti vedo, con il tuo tempo e con il tuo freddo alle prese con una vita da addomesticare. Rette parallele tendenti ad infinito in cerca di un motivo e di un nuovo modo, noi, non ci toccheremo più.
Buon duemila tredici.