Gli bastava un sorso per capire che era troppo. Poco. Troppo poco. E per sentir scendere un altro fulmine verso lo stomaco avrebbe fatto di tutto. Avrebbe chiesto. E per la prima volta con un tono diverso. Avrebbe aspettato. Con la pazienza di uno che non sa perdere. Avrebbe rischiato. Come uno che può sempre imparare a perdere. E poi avrebbe pagato. Come tutti al mondo. Prima o poi.Gli bastava un sorso di un sorriso per capire che era troppo. Poco. Davvero troppo poco. E per sentir scendere un altro fulmine verso lo stomaco avrebbe fatto di tutto. Avrebbe chiesto. E per la prima volta con un tono diverso.
Avrebbe aspettato. Con la pazienza di uno che non sa perdere.
Avrebbe rischiato. Come uno che può sempre imparare a perdere. E poi avrebbe pagato. Come tutti al mondo. Prima o poi.Il sorriso di lei era già lì, davanti a lui. Era sempre stata lì. Alla portata di qualsiasi pensiero.Lui avrebbe chiesto. Aspettato. Rischiato. E pagato.Il destino di ogni uomo.>Come gustarsi un brivido caldo prima che diventi un fulmine verso un punto di contatto ignoto, tra l’infinito perso e lo stomaco.Spariva il tempo. E spariva chi rideva di lui, chi piangeva di lui.Spariva il mondo che doveva sparire e tornava chi non c’era mai stato.E di tutto questo sparire restava solo lui e lei.Così sono entrato nella storia, spostando il tavolo e i bicchieri, diventando lui davanti a te.
E chiamandoti per nome. Con questo sorso di sorriso, che è troppo poco, che non lascia le mie giornate.Alla portata di qualsiasi pensiero. A volte a portata di dita.Lui avrebbe chiesto. Aspettato. Rischiato. E pagato.Lo farò.E sarebbe andato via, via al dovunque, più leggero.