Strappa la carta delle lettere, lenisci il profumo che la pelle…metti nei cassetti i regali. Niente torna più come prima. Pretendila vita, la nuova vita, ma lei si manifesta quando le aggrada e si ritira se le sembra, e ti frega quando ne ha abbastanza di giochetti contro il tempo. Lasciaci con una bugia. Tipo ti voglio bene. Togli bene può bastare anche ti voglio allo scherno.
Le linee orizzontali che imprigionano le mie poesie imprigionano i mille desideri bruciati in un eccesso. Prendi tutto e vai. Questo lo conosco a memoria, catalogato, ripiegato per benino e messo lì al suo posto in cuore. Ricevuto. Passo e chiudo. Passo sopratutto sul cuore che non sente. Non ci sono vittime in questa guerra, non ci sono cattivi in questi specchi al mattino, non ci sono più forti davanti a evanescenti sorrisi, non ci sono scusati se ora tremiamo al pensiero, se agonizziamo nel letto, vuoto, se ce la prendiamo per niente, se le cose a metá bruciano nelle lacrime. Sai provo a prendere la vita un po’ diversa perché lei non cambia e posso farlo solo io nei suoi confronti. Provo a prenderti un po’ diversa nei pensieri prima che cadi, inevitabilmente giù. Forse, a volte sento troppo, troppo forte, si tendono i nervi, si accartoccia il respiro, mi rigiro troppo nel letto a notte fonda, arrivo a bagnare le ciglia, arrivo a sentire le fitte alla bocca dello stomaco. Ma cosa ci vuoi fare, certe cose non le scegli, son loro a scegliere te. Forse da una vita, ripetitivamente. Forse ti guardi intorno in cerca di qualcosa che non sai, o forse non sai neppure di quel che hai bisogno, del quando. Maybe, baby.
Forse hai creduto, creduto tante cose che non son più, ma è la colpa di vivere e cambiare idea del mentre. D’altronde cosa resta uguale nella vita? Praticamente nulla. Il tempo è il fattore fondamentale. Il tempo che mi hai incontrato, quello che mi hai giudicato, quello che mi hai dimenticato, quello in cui mi hai semplicemente poi sostituito. Funziona così, quasi per tutto, tranne per i valori. Sfigurami ogni giorno, straziami ogni giorno mentre mi guardi dai tuoi mille più mille chilometri via, dal tutto cuore via, scava nella mia pelle quelle parole che mi piaceva sentire quand’ero sopra di te. Maybe, baby. Combatti, prendimi a schiaffi se vuoi, ricomponiti. Poi vieni qui vicino, abbastanza vicino da baciarmi ma per gelarmi con la tua freddezza. Non sfiorarmi perchè non lo vuoi, e non sentiresti. Andrà tutto bene ti ripeterò.
Perchè ti voglio bene, da morire, e sempre più di quello che hai mai cercato di capire, e ti porgerei il coltello di parole da affondare in me. A te tutto e il contrario di tutto, se resterai. Hai paura delle rivoluzioni, delle limitazioni, delle piccole contraddizioni, hai paura della mia sinceritá, hai paura di quello che non riesci a spiegarti, inutile, shhhh. Hai paura che sia troppo forte e troppo in lá quel che porti dentro….ma la paura si combatte vivendola. Forse ora sei più leggera ma non stai meglio e questa la dice tutta, io so. Come so l’aria rattrappita che mi costringo a respirare per dimenticare, come so quanto corte son le coscienze, come so quanto basta per perdersi, davvero, nell’amore e nell’abisso nel fuoco delle ossa e delle labbra, come so che non ci si prende mai abbastanza sul serio, come so altre mille cose che non serviranno più a noi, come la più la ridicola e vera ora che è quella di amarti.
Andrà tutto bene ti ripeterò. Maybe, baby, maybe.