C´é un cassetto aperto. Ci sono sogni svuotati. Piogge di parole. C´é l´assenza, a pungere nell´ordinaria follia dei mille gesti, compiuti, e compiuti a metá. Serro le labbra. C´erano labbra morbide. Aprivano le mie. Le serro piú forte. Ci sono anche cassetti inguardabili, che restano chiusi. Ma quante cose ci sono…che non mi vogliono lasciare nei ricordi fin troppo attesi. Arriva il weekend, e hai piú tempo per pensare, raccogli le forze per sprecarle in qualche esubero possibilmente per allungarti l´impressione della gioventú. Ma non vuoi pensare.
E qualcuno ti dice che puoi non farlo…e lí ci sono tutti quesi sospesi che non posso riprendere, o che vorrei. Se cerco in me ció che mi avete lasciato, trovo un campo seminato di illusioni. Che mi hanno fatto crescere, perdere, impazzire. Se cerco in me, bene, vedo quello che potrei fare e non faccio. Vedo dove sei tu, e dove sono io. E siccome i posti non coincidono io sprofondo, io mi perdo, io mi disilludo, io mi nego, piegandomi. Ti scriverei in grassetto, ti sottolinerei. Ma succederebbe che poi arriveresti, come una lama. Dentro, fuori, dentro, fuori, resta il vuoto a forma di lama, di te. Uno schiaffo del vento e si va avanti. A stendere le mani sui vuoti e camminare ad occhi chiusi per non vedere il male. A fare lo stomaco duro per i prossimi pugni e chiudere la gola con un nodo dei tanti che mi hai concesso. Ti serve una pausa. Mi serve una pausa. Ci serve una pausa. Il tempo é una risacca inafferrabile. Muore una stagione, cambiano i vestiti, spariscono le foto, aumentano le domande degli amici. Forse hai pensato subito che bastasse farsi trasportare e non muoversi di forze proprie. I cassetti si inchiodano. Non che non torna leggera come prima la vita. No che che non escono dalla pelle quei dettagli infilzati.
Cado giú. Tra l´indifferenza e i sorrisi di sconosciuti. Tra ore immobili, interminabili, e cose da fare, molte cose rinunciate. C´é da lavorare per confondere la fatica con la solitudine e la tua vicina di casa come l´amore della tua vita. Ci vuole una promessa per stare meglio davanti allo specchio del bagno la mattina.
Cammino sulle strisce pedonali dei pensieri per non farmi investire, ma é quasi un´assurditá. Una lotta contro le forze che non hai. Si gioca duro. Si lavora duro. Ci si aspetta poco. Si bacia duro e ci si trattiene poco. Sempre connessi. Sempre a portata. Ma mai propri. Sempre sacrificabili. Altro giro altra corsa. Perché cosí si fa, perché chi non lo merita? Nel frattempo si muovono un mondo di sentimenti, un mondo di regali, un mondo di spostamenti, un mondo di progetti da approvare, un mondo di sí. Ancora, ancora una volta. Che le volte buone non sono per le persone troppo buone. Ci siamo domani io e te. Come ci siamo sempre stati e come non ci saremo piú. A frequenze casuali inchiodate nei pensieri, caldi, in dolori calcolati. Ci siamo, ognuno a riprendere quel che é suo, chiedendo scusa per l´evidente egoismo. Ancora ci stringeremo nelle spalle e crederemo a chi ci dice “risuccederá”.
L´inverno arriverá e sembreremo solo un punto lontano quasi senza senso. Il punto finale di una frase appesa a vorrei scaduti.