Chi è Claudia? Forse è un mistero. Ma di sicuro è una persona, una ragazza o una donna. E da qualche parte deve pur vivere, imbucare le sue lettere, comprare il latte per allungare il caffè, attraversare qualche strada di città sulle sue strisce. Sono sicuro che è qualcosa di assolutamente leggero. Come quel rombo fatto di tela che montato sullo scheletro di un areoplano lo fa volare lontano col favore della brezza. E riservato. Me lo dice l’intuito. Non voglio azzardare di più perchè non la conosco affatto. Intanto mi presento: mi chiamo Chris. Sono italiano per metà, e per metà tedesco da parte di madre.
Non ho avuto un infanzia senza grinze ma posso camminare a testa alta grazie a chi mi ha cresciuto, con non poche difficoltà. Sono stato cercato, e saperlo è stato un sollievo per me. Non ho cambiato il mondo crescendo, non ho fatto nulla di straordinario, non ho raggiunto nessuno dei sogni che inseguivo probabilmente, a parte uno, quello di farmi leggere. Non son mai stato un gran studioso, ho odiato la scuola, gli insegnanti, i concetti, l’odore di cancelleria, a volte i compagni e la loro diligenza nello studio, perfino quella maledetta lavagna che serviva solo a ridicolizzarmi durante le interrogazioni. Ho resistito fino all’ultimo. Ma quando fui bocciato dai due professori di elettronica e informatica decisi che in quella scuola non avrei più rimesso piede. E tenni fede alla mia promessa. Portandomi appresso quell’aria da incompiuto per diversi anni. Anni in cui per dare un senso alla mia esistenza dovetti lavorare, nelle più disparate condizioni che ora tralascio.
In qualche modo tutto contribuisce a farti crescere, e anche quello lo fece. Restai sempre un avido lettore, una persona curiosa seppur protetta dal proprio guscio,una spugna in riva al mare, poco intraprendente ma con la mente aperta ad ogni cosa buona. Iniziai a scrivere per il gusto di leggermi, per ricordare in tempi futuri i sentimenti di oggi. Imparai il piacere del viaggiare e coltivai il desiderio d’indipendenza. Cosa che trovai a 25 anni. Scoprii cosa vuol dire legarsi a delle ragazze immature, scoprii la gelosia, e dopo ancora l’amore. La mia vita, come molte del resto, è stata una girandola di opportunità. Alcune afferrate, altre ignorate o respinte. Una costellazione di errori, diversi non riparati, di piccole glorie, di momenti indelebili, di tormentati ricordi. Non sono nessuno ma sono tutto ciò che voglio essere, perchè mi accontento, e non voglio mai essere qualcosa di troppo diverso dalla mia vera natura. Sono qui perchè ho perso il cuore. L’ho ritrovato e l’ho riperso. Avrei dei ringraziamenti da fare a tal proposito, ma non v’è nessuno che meriti tale considerazione. Più d’una mi trova da curare, trova precipitosi e non saggi i miei spostamenti per l’Italia, mi compatisce.
Trovo confortante notare che da ognuna di quelle persone mi son liberato come da mia volontà e che seppur per breve tempo sono stato piuttosto rimpianto. Però che sono meteora è proprio vero. Come dicevo sono qua col cuore perso e già spoglio. Scrivo da un internet cafè di Brandeburgo e ho bevuto più del normale. Sono finito qui proprio come avrei potuto finire in un altro posto peggiore o migliore. Per scelta, per caso e per forza d’inerzia. Ho pensato che viaggiare potesse distendermi, distrarmi, appagarmi. Invece niente di tutto questo. Così prendo tutto quel volume di cose che sono, che sono diventato e le riverso su questa tastiera con nostalgia. Senza speranza di guarigione. Con la tipica cadenza di chi sa che avrebbe potuto fare di meglio ma non lo ha fatto. E mentre lo faccio, mentre guardo con piena insoddisfazione i ragazzi felici con i loro boccali di birra schiumosa passarmi accanto, alzo lo sguardo sul soffitto, dove le pale di un ventilatore impolverato lottano contro Agosto e contro il fumo. Abbasso di nuovo lo sguardo e mi sento finito, perso, inutile, sbagliato, un pezzo difettoso di una serie che era destinata alla gioia. Le dita restano a mezz’aria senza sapere cosa possano scrivere. Gli occhi finiscono sul monitor che riproduce il mio blog. Ancora una volta lei. Claudia. Avrei mille cose più importanti a cui pensare. Per esempio come vivere domani, che farne di questa esistenza. Scoprire se ho i soldi per pagare il conto. Invece non mi interessa. Vivo di scintille. Di sprazzi. Di ponti tra un capo e l’altro. Compromessi. Vivo di quasi nullità. E mi portano lontano senza che lo sappiano. Prendo un respiro anomalo, il tanto da riempire di fumo altrui i miei polmoni e provarne ennesimo disgusto.
Chi è Claudia? Sto aspettando che me lo dica. Poche cose ho chiare in mente. Lei mi legge, quindi in qualche modo è legata a me, aspetta di leggere. E a volte aspetta tanto. Nel frattempo legge qualcos’altro. Poi fa avvertire la sua presenza. A volte, di rado. Niente foto, niente parole di troppo, nessun nome vero usato nei suoi commenti, nessun dato personale. Avrà 30 anni Claudia? Cinquanta? E’ fidanzata? Sposata? Non fa differenza. Sono sempre stato così. Tra tutte le variabili che compongono la quotidianità mi sono sempre soffermato sulle più trascurabili. Su quelle impensate. Ma senza morbosità. Per essere diverso, e talvolta per farle diventare importanti. Forse questa volta non sarà così. Anzi non lo sarà di sicuro. La mia fortuna si è esaurita. Però oggi ho visto supermercati stipati di cose inutili, figli di questo sconsiderato consumismo, ho rivisto foto di persone inutili quanto il loro stesso ricordo, ho preso la pioggia andando in bicicletta tra i boschi come un matto per ricordarmi bambino, ho sorriso a belle ragazze pensando a quanto fosse inutile la loro bellezza, ho maledetto il giorno in cui sono nato con una forte dose di sincerità. Quindi, forse, potrebbe essere anche il giorno dell’incontro con Claudia. Aspetto. Non per sentirmi meno solo, non per fare bella figura, o per trovare una via d’uscita, non per ottenere qualcosa da lei. Per dare. Per darle le mie dita un pochino storte nella sua mano, un sorriso virtuale, ringraziarla perchè è una delle poche persone che vuole vivere ciò che scrivo, darle una scintilla breve e fugace. Il ricordo di me.
24 Dicembre 2012
Sono passati due anni e mezzo da Claudia. Lei é arrivata é andata. Non é stata. Ha preferito non restare. Una meteora sfiorata, un sorriso immaginato. Nient´ altro di piú. Claudia. E il suo ricordo di me.