Il tempo ci inghiotte, un boccone amaro, cosí cosí, melato. Il tempo ci prende in consegna e ci cresce, ci consuma, ci fa arrivare o semplicemente spostare da un punto all´altro senza il direttamente che speriamo, il tempo ci perdona alla fine o almeno é quel che dicono, ci appesantisce le coscienze, ci tassa e ci condona. Il tempo ci spreca, ci rinfranca, ci costruisce sempre partendo dal basso, ci indica, ci lascia fare, fa trapelare un poco, abbastanza o traboccare. Il tempo non é un amico, lo si rispetta con il rispetto dei potenti, con la riverenza dedicata ai piú forti, lo si accetta perché non ci son alternative, ci si convive come l´ostrica fa con la perla, soffrendo, un dolore magnifico in bella mostra sui visi. Non lo si dimentica mai, si tralascia, si ignora conoscendone il costo, si tentenna prima di comprare l´ultima vocale, lo si attende al varco, si timbra per avere la prova, si dice che non serve pensando alla sua condanna. Il tempo ci fa perdere un mucchio di cose assolutamente inutili come soprammobili impolverati sulle mensole degli anni, ci fa perdere il successo, tipo io e te, i capelli, le cantonate, le sicurezze, le necessitá, le forze, l´invincibilitá sulla carta, perfino gli “al dunque”.
Il tempo é una vena che portava amore scoppiata. É un gioco di ombre, di scatole cinesi, son storie che non si conoscono intersecate o non tangenti. Il tempo ci fa da madre o da balia. Il tempo é un market sempre aperto per rifornirti di ricordi classificati, inscatolati e bollati con un “consumare preferibilmente entro il”. Il tempo é intensitá, é una specie di selezione naturale continua che fai dentro e fuori con te, le persone e le cose. É un vasaio che ti lavora ai fianchi e tu diventerai un bellissimo vaso fragile fatto per sbeccarsi, é l´olio di gomito, é un dna che si costruisce intorno a te, per tutti diverso ma con la stessa anima, il tempo é un numero vicino a infinito che puoi scomporre in fattori primi e di quei fattori tu ci vivi, il tempo é la benzina, é la ciliegina o é la torta. Prendi qualsiasi cosa finita, che non sia ripetitiva ma imprevedibile, semplice ma mai come sembra, misteriosa e ci troverai dentro il tempo.
É il nostro tempo. Ce lo prendiamo e diventa nostra questa parte di anno, giorno, ora, minuto. Tiriamo su un tramezzo e quel che viene viene. A sinistra senza finestre ci metteremo i perché piú vecchi, i pensieri singoli, le fotografie sviluppate nella camera oscura cerebrale, ci piazzeremo le cose che non trovano un posto e quelle che non servono ma é peccato buttare. Lo chiameremo passato. A destra una grande stanza vuota da riempire piano, da farci le prove e girare tutti i negozi di arredamento per trovare i pezzi giusti. Non dovrá mancare niente ma non dovrá esserci tutto, lo chiameremo il tempo del futuro. Invece ora, ora é questo corridoio che sembra sempre stretto mentre ci passi e grande quando sei fuori.
É il tempo di dare l´addio e il benvenuto, é il tempo delle ditate sul cuore che almeno ci hai provato a prenderlo, é il tempo di pietrificare i desideri di una volta, é il tempo di salutare qualcuno che amiamo per l´ultima volta perché la vita é una risacca, porta e riprende, é il tempo di leggermi e interpretarmi, i solchi sulla carta, le pieghe negli occhi. É il tempo di tostare l´anima per non farci fregare, di salire gli scalini, di risalire sui giorni passati, di scegliere, di mancarsi solo per cercarsi, di pettinare i sogni, di abbracciare di piú le persone care, di cambiare idea sulle cose senza turbamento.
É il nostro tempo. Il tempo preso e fatto diventare cura, interesse, scanzonature, cantonate, di sposare il tuo gusto con la mia voglia. Di urlare nelle orecchie di chi non sente, di spiegare anche a chi ha giá capito, di recuperare chi é rimasto indietro. É il tempo di credersi, cose belle e cose brutte, di rispettare i limiti, gli spazi. Il tempo di dare senza condizioni e di prendere senza condizioni, anche il tempo della resa senza condizioni. Il tempo di avere meno convinzioni sicure e piú dubbi, meno serie tv e piú libri, di andare alla cieca, sbattere, scoprire, innamorarsi alla cieca. É il tempo di ricominciare, qualsiasi cosa, tutto. Anche solo per ricordarsi che si é capaci. É il tempo della fine, dei grandi finali, dei titoli di coda che semmai non avessi capito sono per te, il tempo di proteggere le piccole cose, le fiammelle delle speranze dei fuochi di domani, di girare la ruota, di piangere arresi che non tutto si puó spiegare, di ritornare ma diversi per vedere diverso e sentire diverso, di passare dal qualcosa al tutto. Non ci sono regole per questo tempo. Lo prendiamo ed é nostro. Ci perderemo per le sue stanze, non piú del necessario, in punta di piedi. Ora é un corridoio piccolo e stretto in cui c´é spazio per tutto, non pagheremo l´IMU a nessuno e ci scasseremo a sorrisi. Per ora lo chiameremo “noi”.