C’è una sottile linea nella vita che separa due mondi quello del controllo e quello della resa.
Nel primo ad ogni stimolo corrisponde una reazione, giusta o sbagliata che sia. Una reazione c’è, e quella reazione è un riflesso incondizionato della vita che è dentro di te. Nel primo mondo, quello del controllo, ad ogni situazione corrisponde un sentimento di cui a volte non sai bene il nome, ma puoi star tranquillo che lo scoprirai, poi. Nel mondo del controllo, tu sei tu, ti guardi allo specchio e ti riconosci, sai guardati negli occhi e farti forza, sai toccarti la pelle e sentire che respira.
Nel secondo mondo, invece, il mondo della resa, tu non sei più tu. I confini del tuo essere si confondono col nulla, la pelle sembra solo una gabbia che intrappola vita, i sentimenti sono solo lame da fuggire. In quel mondo tutto scivola e tutto è confuso. Gli occhi ingannano, la bocca tace, le ossa si spezzano, il cervello perde il controllo e i muscoli agiscono per inerzia. L’anima è rotta.
Per quella persona che ora vive nel mondo della resa, il mondo reale, quello del controllo, è stato troppo di tutto. Troppe paure, sentimenti troppo forti, stimoli troppo assordanti, troppe poche reazioni. Il troppo di tutto ha aggredito l’anima. All’inizio l’anima ha combattuto, si è ferita, ma ha cercato di ferire. Poi si è ritirata e nascosta in un bosco dove si è accartocciata come una foglia al vento d’autunno. Poi il troppo l’ha trovata. L’ha spinta giù dal burrone.
L’anima stanca si è lasciata cadere e ha iniziato a sfaldarsi e ha deciso che era stanca degli stimoli e non aveva più forza per le reazioni. L’anima è atterrata sulla terra arida e non si è più mossa. Ora guarda dal basso del burrone la vita che scorre nel mondo del controllo e aspetta, non sa neanche lei cosa. È troppo stanca anche per le domande.
Aspetta.
Jessica Costantini