- 2005
Pagine: 72 - Formato disponibile: Brossura
Collana: I salici
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Murales sono dieci frammenti d’un mondo semplice, recuperi della memoria, simboli che mettono in evidenza un uomo che tenta di rappresentare se stesso e il suo mondo senza finzioni: un “evaso dal carcere della realtà” che guarda la vita di tutti i giorni con uno sguardo ironico per far nascere un sorriso.
“Ogni murales può essere il racconto di una vicenda umana, ogni vicenda umana può essere raccontata attraverso un murales”: così recita il sottotitolo di questa raccolta di dieci brevi racconti dal carattere ironico e umoristico. È un tuffo nel mondo dei ricordi e, finalmente, lasciarsi cullare per entrare in una dimensione che è appunto “fuga nel ricordo”, accertamento dello scorrere inesorabile del tempo, nostalgia del lento naufragio al quale dobbiamo soggiacere, eppure sono sempre presenti forti legami tra l’osservazione della realtà odierna e la visione sognante e divertita del bel tempo passato.
Sono dieci frammenti d’un mondo semplice, recuperi della memoria, simboli che mettono in evidenza un uomo che tenta di rappresentare se stesso e il suo mondo senza finzioni: un “evaso dal carcere della realtà” che guarda la vita di tutti i giorni con uno sguardo ironico per far nascere un sorriso; un uomo che vive da solo, estroverso e timido, comprensivo e menefreghista; in attesa di ritirarsi a fare il pirata forse per custodire un immaginario tesoro.
Non mancano alcune riflessioni esistenziali dove emerge la passione, la fantasia, una gioiosa voglia di vivere nonostante le ferite dolorose che hanno segnato la pelle e poi l’interrogativo sul significato del “nostro vivere”. Aspettando il tostapane che consente di chattare tra una spalmata di burro e l’altra senza perdere, neanche per un istante, il contatto con l’amica o l’amico del cuore on line, pare non rimanga altra scelta che rassegnarsi e diventare demente.
Il contatto emotivo deflagrante è ormai archiviato come il sangue e il sudore. Una umanità surgelata e pronta a passare allo stato vegetale, continua a sopravvivere, pallide controfigure di esseri umani: aria malsana e irrespirabile, i sogni nascosti si vendono sottobanco, il tradimento e la falsità sono la consuetudine e, per i propri interessi, ci si può adeguare a tutto.
In un mondo dove tutto è ormai menzogna, dire la verità non ha più nessuna importanza: è fiato sprecato, perdita di tempo, autoconfessione delirante. E, come scrive Fabio Pinna, meno male che “non servono buoni motivi per essere felice, ne basta uno per non essere triste”.
Massimiliano Del Duca