
Autore: Silvia Avallone
Pubblicato da Rizzoli - Marzo 2017
Pagine: 384 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scala italiani

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Adele ha diciotto anni e da qualche istante tiene tra le braccia Bianca, sua figlia. Una figlia che non potrà tenere con sé. Nella stessa città vivono Fabio e Dora che, nonostante i tentativi e le speranze, di figli non sono riusciti ad averne. In nessuna di queste vite sembra esserci spazio per la perfezione. Ma è poi davvero la perfezione quella che cerchiamo?

Quand’è che uno diventa genitore? Quando lo desidera, quando partorisce, quando lo esige e lo pretende?
C’è una protagonista silenziosa in Da dove la vita è perfetta. Uno scenario che si fa strada in modo silente ma implacabile. Una città che accompagna le vicende dei personaggi senza essere mai nominata: Bologna. La storia raccontata da Silvia Avallone non potrebbe essere la stessa senza quegli scorci, quelle vie, quegli edifici. E non sarebbe la stessa senza il caldo afoso e appiccicoso dell’estate e il freddo pungente e nebbioso dell’inverno. Dettagli. Solo dettagli? Non credo. Perché Bologna ha la capacità di avvolgere le storie dei protagonisti di questo romanzo, amplificando sentimenti e sensazioni.
Ma torniamo a loro. Torniamo ai protagonisti in carne ed ossa. Davanti a noi c’è Adele, da poco diventata maggiorenne, impegnata ad affrontare una delle prove più sconvolgenti e meravigliose della sua vita. Una prova che ha deciso di superare da sola: senza la madre, la sorella e Manuel, il padre di sua figlia. E mentre la stringe tra le braccia, Adele sa di doversi separare da Bianca, la creatura alla quale ha appena dato la vita. Perché Adele, per sua figlia, desidera un futuro migliore: quello che a lei è stato negato.
A Bologna vivono anche Fabio e Dora. E loro un figlio provano ad averlo da anni, senza risultati. E con il passare del tempo ad essere cresciuti sono la frustrazione e un senso d’impotenza capace d’invadergli l’anima. E le domande che non possono non porsi: è colpa mia? C’è qualcosa di sbagliato in me? Tutto viene come risucchiato da un desiderio che diventa ossessione. E la vita intera si concentra su quel bambino che non è mai arrivato, su quella pancia che non ha mai iniziato a crescere. Dov’è l’errore? L’errore che ha impedito alla vita di diventare perfetta. L’errore che ci rende vulnerabili. L’errore che genera dolore. L’errore che genera altri errori. Perché sarebbe troppo semplice pensare che il figlio di Adele avrebbe dovuto metterlo al mondo Dora. Come se le vite fossero degli schedari da riempire con i giusti fascicoli. Come se esistesse un ordine capace di far tornare tutti i conti.
Ma la vita è fatta di altro. È fatta d’imperfezioni capaci di cambiare il nostro destino. È fatta d’imperfezioni tanto grandi da sconvolgere ogni progetto. Ed è fatta di attimi perfetti ma così sfuggenti da sembrare irraggiungibili.
Approfondimento
Tra le pagine di Da dove la vita è perfetta cerchiamo il personaggio principale, quello cui affezionarci, quello da difendere contro tutto e contro tutti. Non c’è. O meglio, è impossibile pensare d’individuarne solo uno. Vogliamo bene ad Adele, quella ragazza così fragile e determinata, quella giovane donna costretta a diventare adulta ad un ritmo accelerato. Ma nutriamo un sentimento altrettanto forte nei confronti di Dora e Fabio. Perché anche loro, nonostante l’auto di lusso e gli studi all’Università, condividono con Adele quello stesso sentimento di paura e confusione. Anche loro sono come inquilini abusivi di una vita che stentano a capire.
Ed è la straordinaria delicatezza con cui l’autrice culla le sue creature a legarle in modo così stretto al lettore. Perché nelle parole dell’Avallone leggiamo la cura e la dolcezza con cui ha saputo raccontare le vicende dei suoi personaggi. Senza mai esagerare. Con un tocco lieve e perfetto.