Autore: Roberto Perrone
Pubblicato da Rizzoli - Febbraio 2017
Pagine: 416 - Genere: Noir
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Scala italiani
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Erano gli anni Settanta e Annibale Canessa era l’uomo di punta nella lotta al terrorismo, quel terrorismo combattuto per strada dove c’erano troppe pistole che sparavano e molti amici che rimanevano a terra. “Carrarmato Canessa” lo chiamavano: integerrimo, forte, deciso… E nonostante questo, nel 1984 tutto cambiò, le sue certezze, i suoi sogni for-se anche la fiducia nell’arma sposata
La seconda vita di Annibale Canessa è un libro ricco di sfumature che tratteggia un personaggio pragmatico e misterioso, uno di quegli uomini ermetici che in pochi, forse pochissimi, possono dire di conoscere davvero.
Annibale è un ex carabiniere, nato come brillante ufficiale senza scrupoli contro la lotta al terrorismo; un uomo che non si fermava davanti a nulla, acuto, sfrontato ma forse non sufficientemente accorto nel crearsi amici, neppure tra colleghi. Non aveva bisogno di coprirsi le spalle perché ci avrebbe pensato sempre la giustizia a farlo per lui.
Nel 1984 la sua amata Arma gli dà il ben servito, e lui piuttosto che essere mandato all’estero o in qualche ufficio senza un perché, preferisce l’esilio e si congeda a San Fruttuoso, scorcio incantato della Riviera ligure, dove gestirà per diversi anni un ristorantino con una sua vecchia zia. Ma dal passato, malamente dimenticato, non ci si libera mai, e questa massima diventerà verità una mattina quando da Milano arriva una notizia importante. Il fratello di Annibale, che non veedeva da trent’anni, muore, martoriato da una raffica di kalashnikov. Accanto a lui un altro corpo, quello di Pino Petri, ex terrorista appena uscito di prigione, che lo stesso Annibale a suo tempo aveva arrestato. Cosa stessero facendo insieme non è dato sapere e chi li avesse uccisi neppure. Lo spirito indagatorio di Canessa, solo lievemente assopito dal bel mangiare ligure, riaffiora tutto d’un tratto senza concedere sconti né scendere a compromessi neppure con chi cercherà di far breccia nel suo cuore troppo indurito e malandato.
Roberto Perrone si presenta ai più come giornalista sportivo, avrà seguito come cronista gli eventi più importanti di questi anni. Fare cronaca sportiva è di certo molto diverso dallo scrivere libri, per giunta noir italiani, dove vengono descritti gli anni di piombo con tutte le loro contraddizioni e oscurità. Perrone se la cava egregiamente, La seconda vita di Annibale Canessa si legge rapidamente e non si vede l’ora di scoprire come va a finire!
Approfondimento
La seconda vita di Annibale Canessa non è un libro che va letto una volta sola, soprattutto per chi come me non ha vissuto gli anni Settanta ma li ha solo sentiti raccontare. Gli anni di piombo, troppo spesso descritti in modo sempre uguale, con immagini così esposte che ormai più che riflessione ci inducono sentimenti di noia e abitudine.
Qui però tutto è diverso, si ha il tempo di entrare, assaporare capire la mentalità del tempo, la crudeltà di certi atti. Sebbene da queste mie parole possa sembrare un libro buio, non lo è affatto, a impreziosirlo ci sono particolari divertenti e talvolta surreali.
Matura altresì la vendetta come un bisogno irrinunciabile: La giustizia non c’entra. Era una cosa che andava fatta. È come un onda che cresce pian piano e non smette mai di esistere, e poi monta sempre più grande e veloce fino a quando non si infrange su una spiaggia o rumorosamente sugli scogli, Canessa agirà prima pian piano, poi sempre in maniera più insistente perché: “Era una cosa che andava fatta!”
Giada Alfano
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