
Autore: Jandy Nelson
Pubblicato da Rizzoli - Maggio 2016
Pagine: 485 - Genere: Young Adult
Formato disponibile: Copertina Rigida

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Noah e Jude, due gemelli di sedici anni, separano i loro mondi, che fino a tre anni prima erano complici di un amore fraterno, ma non immuni dalle loro profonde diversità interiori. Noah, come una luna solitaria è introverso, schivo, taciturno, si nasconde per difendersi dai bulli e scopre la vita disegnandola. Jude, brillante come il sole, si tuffa dalle più alte scogliere e cavalca il suo surf sfidando le onde più alte. Cosa è accaduto? Cosa ha interrotto questi cuori che battevano all’unisono?

Litighiamo con le nostre coscienze. Prendiamole a pugni, a calci, a sassate e speriamo nella sua vittoria. Perché ci salverà da noi stessi.
Noah e Jude. No. NoaheJude. In un’unica parola. Perché questo sono. Perché insieme, nel loro coro a due voci, ci fanno scoprire le loro anime ora nude, ora intabarrate nella consapevole manipolazione della realtà.
La realtà ti distrugge. Il mondo è una scarpa della misura sbagliata. Come fai a sopportarlo?
Complici e antagonisti, si ritrovano nelle cose innocenti dell’età, e si perdono nelle sfide per conquistare il mondo. Il loro mondo, fatto di mamma e papà in crisi, di sogni di sabbia e schizzi sui blocchi da disegno, sempre in attesa di approvazione, sempre nella reciproca bramosia di essere l’uno migliore dell’altro. Noah, alla ricerca di se stesso attraverso i suoi disegni, dove qualsiasi pensiero, dolore, gioia, e rabbia sgorga dalle sue matite come per incanto. Jude, e le sue donne di sabbia, che la marea porta via sempre troppo presto e sempre prima che sua madre possa vederle e vedere quanto è brava. Noah che rifugge dalle sue paure e le scioglie nell’abbraccio materno e Jude, che brilla come una stella tra le mani di papà. Lo stesso papà che vede Noah come un ombrello rotto, e glielo dice. La stessa mamma che dimentica Jude al museo e la chiama “quella ragazza”.
In una estenuante disputa per conquistarsi l’amore, i due fratelli smarriscono il senso di ciò che sono l’uno per l’altro, causandosi a vicenda un male che fa tanto male ad entrambi, che blocca il loro stesso respiro e che li spinge a mentire fino a deviare il corso della loro vita e fino a lacerare ogni forma di verità rimasta. Noah scopre l’amore per Brian, un ragazzino che lo trasporta tra le galassie a veder le stelle, e Jude s’innamora del ritratto di Oscar, un ragazzo inglese, ed è pronta a dare tutto per averlo.
«Posso prenderlo?»
Rimango di stucco. Non mi ha mai chiesto un disegno. E io li do via molto malvolentieri. «In cambio del sole, delle stelle, degli oceani e di tutti gli alberi, ci farò un pensierino» dico, sapendo che non accetterà mai. Lei sa che enorme bisogno ho del sole e degli alberi. Ci dividiamo il mondo da quando abbiamo cinque anni. Adesso mi sto prendendo la rivincita: il dominio dell’universo è alla mia portata per la prima volta.
«Scherzi, vero?» dice rizzandosi. Sta diventando troppo alta, e la cosa mi infastidisce. È come se di notte qualcuno venisse ad allungarla. «Così mi restano solo i fiori, Noah.»
Bene, penso. Non lo farà mai. Questione chiusa. Invece no. Si sporge in avanti dopo aver messo il blocco in verticale e contempla il ritratto come aspettando che l’inglese le rivolga la parola.
«Okay» dice. «Alberi, stelle e oceani. Va bene.»
«E il sole, Jude.»
«Oh, giusto» dice, lasciandomi di stucco. «Ti darò il sole.»
«Ora ho praticamente tutto io! Sei matta!»
«Ma io ho lui.»
La voce di Noah è quella del passato, mentre Jude ci accompagna nel presente di questa famiglia spezzata, dove improvvisamente il dramma della morte sembra riuscire a sparpagliarne del tutto i cocci. Il destino però sa di doverci mettere impegno nel ricomporli. E si manifesta tra le mani di Jude, che vuole scolpire la statua di sua madre e che per farlo si affida a Gulliermo, uno scultore che inconsapevolmente riporta tutti gli attori sulla scena e riscrive il copione giusto della loro storia. Le coscienze si svuotano, le manipolazioni si sfarinano, le bugie danno forma a quelle verità tanto cercate, quelle verità che finalmente hanno un senso per ognuno di loro. E si può tornare a vivere.
Approfondimento
Non saprei davvero come descrivere le sensazioni provate nel leggere Ti darò il sole. Cosi, come fosse un individuo fuori da te, che si sta prendendo a cucchiaiate la tua anima. Una dopo l’altra, lo senti scavare dentro e lo vedi leccarsi i baffi, mentre tu resti impietrito, parola dopo parola. Parole che sono come sassolini gettati a filo d’acqua e che disegnano cerchi concentrici che creano una dipendenza mentale e ne vuoi ancora e ancora e ancora. Come le pillole di saggezza della nonna Sweetwine, che poi ricopi nei tuoi appunti, perché possono servire e perchè “è sempre meglio puntare su tutti i cavalli”. Il dolcissimo Noah, che diventa un fortissimo ombrello, e Jude che esce splendente dal suo “embargo anti ragazzi”.
Per queste 500 meravigliose pagine, loro sono un po’ tutti noi. Se fossi un’insegnante lo porterei in classe, e se fossi una regista ne farei un film. Non sono né una né l’altra, pertanto lo porto nel mio cuore e spero anche nel vostro.
Gianna Larosa