
Pubblicato da Neri Pozza - Gennaio 2019
Pagine: 478 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I Narratori delle Tavole

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Natasha Salomons, in questo terzo romanzo, racconta le vicende della famiglia Goldbaum, potenti banchieri ebrei, negli anni che precedono e attraversano la prima guerra mondiale.
La storia inizia a Vienna, nel maestoso e imponente palazzo Goldbaum, residenza della ricchissima famiglia proprietaria di ferrovie, treni, ville , castelli , gioielli , cavalli da corsa, quadri, porcellane, arredi di inestimabile valore. E soprattutto dei debiti degli stati. Insieme agli altri Goldbaum sparsi in Europa, proprietaria di tutte le banche europee.
Ai potenti banchieri era proibito sposare persone non di famiglia.

Il ramo austriaco Goldbaum era composto dal barone Peter, dalla baronessa Emmeline e dai loro due figli: Otto, serio, responsabile, paziente, appassionato di astronomia, ma consapevole che il suo lavoro sarebbe stato in banca; Greta impulsiva, dispettosa, volubile, destinata a sposare un rampollo della sua stessa potente famiglia. Non aveva ancora compiuto i venti anni, quando fu stabilito che Greta dovesse sposare Albert, del ramo inglese Goldbaum, e trasferirsi definitivamente a Londra. I due giovani non si conoscevano, ma non potevano opporsi a quello che era stato deciso dai genitori.
Sul Goldbaum Trans-Europe Espress il barone Peter, la baronessa Emmeline, Otto e Greta, accompagnati da diplomatici, ambasciatori, banchieri e da uno stuolo di servitori, attraversano buona parte dell’Europa per una prima sosta a Parigi, dove sono ospiti del ramo francese dei Goldbaum, il barone Jacques ed il figlio Henri. Intanto, un’importante casa di moda prepara l’abito da sposa di Greta e il suo corredo. Gli incontri tra gli uomini della famiglia Goldbaum sono sempre finalizzati a discutere di affari, di investimenti, di prestiti onerosi, di partecipazioni e sostegni a conflitti. A Parigi le donne parlano soprattutto di Albert, appassionato di insetti, farfalle e coleotteri in particolare, della madre Lady Adelheid, esperta di giardinaggio ed anche del corredo e degli abiti di Greta. Poi Albert giunge a Parigi per fare, insieme alla promessa sposa, il tragitto fino a Londra dove, nella sinagoga di Piccadilly i due giovani si sposano.
Il matrimonio inizia in modo inconsueto, i due dormono in camere separate e a lungo, molto a lungo, non hanno alcun rapporto. Però tra loro, indifferenti e distanti inizialmente, nasce un forte sentimento prima di attrazione, poi di amore vero. Nasce una bambina, Clelia e dopo tre anni un maschietto, Benjamin.
Intanto lo scoppio della guerra strappa via gli uomini da casa. Otto, Henri e Albert impegnati su campi distanti tra loro, vivono con forza ed eroico coraggio la dura condizione di militari circondati da sofferenze, mutilazioni e strazi di tanti giovani .
Approfondimento
I Goldbaum è un bel romanzo. Efficace la descrizione dei personaggi: le donne della famiglia, quali sacerdotesse e divinità della casa sono custodi di ritmi, rituali, procedure che rimangono intatte da generazioni. Gli uomini, sono i padroni del mondo in cui vivono. Dell’Europa. La puntigliosità con la quale l’autrice, Natasha Salomons spiega tutte le varietà di piante, foglie, rododendri, farfalle, bruchi rende, in alcune pagine, noiosa e lenta la lettura.
Man mano che la storia procede, l’autrice sposta la messa a fuoco da un personaggio all’altro, seguendo ognuno nell’ambiente in cui si trova a interagire. Otto in Russia, Albert in America, Greta in Inghilterra. Il lettore viene catturato dalla necessità di conoscere il seguito degli eventi e resta incollato al testo fino alla fine.
In guerra, soli e lontani dai privilegi, Albert e Otto diventano due giganti. Il delicato e fragile Albert, allontanato bruscamente dalla moglie, riscopre l’istinto paterno. Otto, l’eroe del romanzo, rivela, durante la guerra, il suo vero e nobile animo.
Greta, protagonista femminile, troppo spesso frivola, volubile, capricciosa, con il tempo diventa migliore. Pur vivendo una vita da privilegiata, al riparo da tutte le malvagità e le brutture che la guerra è in grado di scaricare su persone innocenti e indifese trova modo di lamentarsi, di sentirsi infelice per aver ricevuto il torto di rimanere sola. E questo, alla fine, l’aiuta a crescere.
La cosa che mi ha un po’ delusa in I Goldbaum è la mancanza, nel racconto, delle circostanze e dei particolari che riconducono uno dei protagonisti a casa. Il lettore non avrà diritto di sapere il come e il perché è possibile riemergere dall’oscurità.