
Autore: Giacomo Papi
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2019
Pagine: 118 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori Feltrinelli

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Intellettuali e Radical Chic sotto accusa: il Paese - in subbuglio per le parole “troppo complicate” utilizzate da questi ultimi - viene sconvolto da brutali omicidi, visti come una sorta di malcelata ribellione avverso gli “intellettuali” considerati, appunto, radical chic.
Un Paese dove la cultura diventa sinonimo di “troppo sapere” e “scorrettezza e superbia” nei confronti del popolo che, in fin dei conti, preferisce parole semplici piuttosto che articolate frasi dalla sintassi perfetta.
L’ autore snoda la sua opera compiendo un'analisi delle condizioni attuali del Paese, e lo fa con sagacia e ironia, dandoci un valido spunto sul quale riflettere.

L’omicidio del Professor Prosperi, intellettuale di mestiere e per passione, getta ombre su una situazione che sembra essere arrivata al limite: molto probabilmente, si dirà, se l’è cercata, per aver citato Spinoza in un talk show, per essersi comportato ed aver parlato come un intellettuale, mentre il popolo – ciò che conta è questo – vuole solo semplicità.
Perché le emozioni sono facili, elementari. Se impari i trucchi, le puoi governare, mentre i pensieri rimangono liberi, vanno dove dicono loro e complicano le cose. Dove comanda la ragione, la statistica muore.
Sulla scorta di quanto successo, il Primo Ministro dell’Interno decide, quindi, di indire un censimento: il censimento dei radical chic! Al quale censimento seguirà l’istituzione di un Albo, come si trattasse di un qualsiasi Albo Professionale, con tanto di pagamento di quota annuale e con tanto di diritti e doveri derivante dall’iscrizione nello stesso, nel quale verranno inseriti tutti quanti coloro che, a seguito di ispezione, saranno ritenuti idonei, ovvero intellettuali radical chic.
Sembra inverosimile ma ciò avviene; per rendere possibile tutto ciò, addirittura, si scomoda l’antico vocabolario della lingua italiana, divenuto oramai “troppo saccente” e, mediante l’assunzione di nuove figure (Commissione per la Semplificazione delle parole, Sottocommissione per la semplificazione della sintassi), si cercherà di ridurre le parole nello stesso contenute a quelle strette e indispensabili a formulare delle frasi di senso compiuto, estirpando quelle considerate di difficoltà elevata.
Fatto sta che, con enorme rammarico di Olivia, figlia del Professor Prosperi – giunta dall’Inghilterra, ove lavora in un ristorante, a causa della tragica perdita – l’omicidio del padre resterà avvolto nel mistero, né le forze locali di polizia si sforzeranno di cercare i colpevoli dell’efferata uccisione.
Il censimento dei radical chic, è un libro scritto in maniera ineccepibile, la sintassi si presenta perfetta e si usa un linguaggio molto articolato con cognizione di causa e di conoscenza. Nonostante ciò, però, l’opera non si rende pesante alla lettura e non annoia chi lo legge: anzi, l’ironia e la sagacia di alcuni passaggi aiuta anche a sorridere; viene suddivisa in capitoli nei quali si alternano i momenti vissuti dai personaggi che lo coinvolgono.
Approfondimento
Con Il censimento dei radical chic l’autore, Giacomo Papi, ha realizzato un’opera di stile raccontando gli eventi/avvenimenti che, a conti fatti, non sono lontani dalla realtà in cui oggi viviamo: quello che ci vuole dire è che oggi, la cultura, la conoscenza, sono messe in secondo piano, come se non fossero delle priorità, quasi come se tutto questo sapere ci potesse solo nuocere; e lo fa ponendo al centro della sua opera gli intellettuali radical chic ma, come lui stesso scrive in un passaggio del suo romanzo:
Si iniziarono a chiamare gli intellettuali radical chic anche se non erano né ricchi né radicali.
Verosimilmente, Giacomo Papi vuol gettare luce sul fenomeno odierno: la gente studia e si documenta molto meno che in passato, ritenendo superfluo il sapere: smette, quindi, di dare importanza all’inestimabile valore della cultura.
Ho molto apprezzato il personaggio di Olivia, giovane donna, dal loquace silenzio, che capirà che suo padre ha pagato lo scotto di essere un intellettuale, una persona acculturata e mal apprezzata per ciò che diceva, ma, al contempo, si scoprirà fiera di quel padre che a causa della lontananza geografica vedeva poco, realizzando, almeno in parte, quello che era il suo desiderio una volta che fosse passato a miglior vita: cospargere le proprie ceneri in un luogo ove erano soliti recarsi quando lei era bambina e lui la teneva per mano.
Interessante anche il ruolo che viene rivestito da un personaggio che inizialmente sembrerà avere una parte solo marginale ma, con un effetto sorpresa, nell’epilogo della storia, lascerà tutti di stucco: anche il suo gesto, potrebbe essere visto, a mio modesto avviso, come un gesto di ribellione ad un sistema che sta andando allo sfacelo.
Bisognerebbe tenere sempre a mente questa frase che, al giorno d’oggi, è diventata una sacrosanta verità «studiare migliora la vita. Da quando non succede più, la conoscenza ha perso valore».
Alessandra Di Maio