
Autore: Georges Simenon
Pubblicato da Adelphi - Giugno 2019
Pagine: 181 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Biblioteca Adelphi

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Due donne che si conoscono da sempre, quasi due sorelle pur non essendolo. Né per famiglia, né per aspetto: Sylvie è la bella, ha un seno che conquista e fa perdere la testa agli uomini, Marie è l’opposto, per carattere e ambizione.
«Marie aveva parlato con quella voce, sempre si era ostinata a dire, pacatamente, tutte quelle cose che la gente non piace sentirsi dire. Forse perché era brutta e strabica? Certe bambine, a scuola, le giravano alla larga, dicevano che aveva il malocchio»
Marie pare destinata alla mediocrità, Sylvie vuole conquistare il suo posto nel mondo, a qualunque prezzo.

«Quando sarò ricca ti prenderò come cameriera, e ogni mattina mi pettinerai».
Lo avevano fatto per gioco. Avevano giocato spesso alla signora ricca e alla cameriera senza che Marie se ne avesse a male.
In queste poche righe, nella prima parte del romanzo, Simenon ci racconta il rapporto che lega le due protagoniste di Marie la strabica. Un rapporto di dipendenza, un rapporto di devozione, dove i ruoli paiono essere decisi da sempre.
Incontriamo le due ragazze quando ancora vivono in provincia e sono entrambe a servizio in una locanda. Conosciamo subito una Sylvie spregiudicata, che non esita a mettere in mostra le sue doti per ottenere in cambio un piccolo dono, scatenando così l’evento e il relativo senso di colpa che la porterà alla fuga dalla provincia e da quella povertà che tanto detesta e che tanto è convinta di non meritare. La fedele Marie, che ha un rapporto di amore e odio per l’amica, che la disprezza, ma allo stesso tempo vorrebbe proteggerla con la sua saggezza, la seguirà fino a Parigi, perché così si erano promesse fin da bambine. Ma qua le strade delle due ragazze, troppo diverse, si divideranno.
Una forza misteriosa le impediva di allontanarsi da Sylvie, e a volte si sarebbe detto che temeva, se avesse avuto l’imprudenza di lasciarla, di non trovare più il suo posto al ritorno.
Le due donne si incontreranno solo dopo molti anni, quando sarà una Sylvie che sta rischiando di perdere tutto ciò che è riuscita a guadagnare, a cercare l’aiuto della fidata amica di un tempo. Rischiando anche di dovere pagare il prezzo di un ribaltamento di ruoli: la perdita della sua posizione di potere.
Marie e Sylvie sembrano le due perfette protagoniste di un film del primo Hitchcock, quello in bianco e nero. Due donne molto diverse, un rapporto ambiguo che le lega e le rende dipendenti l’una dall’altra: padrona e serva, come nel gioco che facevano da bimbe. Sylvie pare dirigere, sa ciò che vuole e farà di tutto per ottenerlo.
So dove vado. So quello che faccio. Un giorno vedrai!
E Marie lo vedrà infatti, prima da lontano e poi complice quando sarà chiamata in causa dall’amica.
Un segreto lega le due protagoniste, un senso di colpa o solo la paura di essere scoperta, porterà Sylvie a cercare fortuna a Parigi e Marie a seguire l’amica. E sarà sempre l’imminenza della morte a riavvicinare le due amiche, a ricreare la complicità di un tempo. Solo che, se nella prima parte troviamo una Sylvie forte e decisa e una Marie che, nonostante non nasconda mai il suo giudizio, risulta essere più remissiva, una serva, appunto, al servizio dell’amica. Con lo scorrere del romanzo, Simenon (con la mano di chi sa guidarti per gradi, senza mai mostrarti veramente tutto, facendolo scoprire, o intuire, al suo lettore) ci presenta un ribaltamento dei ruoli, tanto che alla fine ci si chiederà chi tra le due donne sarà la vera padrona. Quella che pettina o quella che è pettinata?
Marie la strabica è un romanzo perfetto. Perfetto nella descrizione dei personaggi, dei luoghi e della atmosfere; del resto siamo davanti a Simenon e questo è ciò in cui l’autore è davvero grande. Ma perfetto anche nella specularità della storia. Evidente come cambia l’intercedere delle due amiche che si dirigono verso il treno per Parigi, dove Sylvie avanza a passi decisi e Marie le trotterella al fianco; e sul finale quando le due amiche si ritrovano a camminare di notte verso una farmacia e Sylvie dipende dalle parole, dal racconto, di Marie e dove pare essere lei quella che trotterella.
Perfetta la descrizione di questo rapporto più di dipendenza che di vera amicizia. Dove una delle due protagoniste risulta essere sempre più forte dell’altra e, quindi, guidare il gioco.
Approfondimento
Marie la strabica è un romanzo di relazioni umane, dove il rapporto tra le due donne, nelle sue diverse sfumature e nei suoi capovolgimenti, emerge su tutto. Dove pare ci sia un filo grigio che porta le due protagoniste a rimanere legate anche nella distanza. Marie seguirà la vita di Sylvie sui giornali, Sylvie individuerà subito la presenza dell’amica in mezzo a una folla a una parata e la cercherà più tardi nel momento in cui la vita che si è costruita sta per sgretolarsi, nel momento in cui potrebbe perdere tutto.
Vediamo la storia attraverso le due donne, attraverso il loro modo di interfacciarsi, di pensare; attraverso il loro animo. Sylvie pare essere la vera protagonista, è lei che agisce che trascina che muove il tutto, che crea l’azione; Marie è la semplice spettatrice parlante, tanto che a un certo punto ti chiedi perché a lei è stato dedicato il titolo del romanzo. Ma sarà davvero solo una semplice spettatrice?
Monia Merli