
Autore: Andrew Hodges
Pubblicato da Bollati Boringhieri - Dicembre 2014
Pagine: 762 - Formato disponibile: Brossura

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Di Alan Turing si può parlare come di un logico, matematico, crittografo, padre dell’informatica… ma anche ateo, omossessuale e geniale figlio dell’Impero britannico. Una mente eccezionale che le pagine di Hodges tentano di raccontare nelle sue tante, diverse sfaccettature.

Scienza, per Alan Turing, voleva dire pensare con la propria testa e vedere coi propri occhi, e non già una raccolta di fatti. Scienza voleva dire dubitare degli assiomi. Quello di Alan era l’approccio del matematico puro, che prima dà libero corso al pensiero e poi si preoccupa di vedere se esso possa o non possa applicarsi al mondo fisico.
Partiamo dall’inizio, da quella che apparentemente potrebbe sembrare una semplice domanda: chi è stato Alan Turing? Un logico? Sicuramente… ma anche matematico, crittografo e padre dell’informatica. Se questa definizione può creare un leggero spaesamento è anche vero che lo stesso Hodges mette in guardia i lettori su quanto la vita di Turing possa essere incomprensibile per menti ingabbiate in pregiudizi letterari, artistici o politici.
Hodges ha scelto di iniziare il suo racconto dai primi vagiti del piccolo Turing, quando il genio era ancora in potenza e a essere in atto erano solo le normali vicende di un bambino. Ma, forse, il termine “normali” non è davvero il più adatto per descrivere Alan Turing. Perché Turing è il ragazzo che, non potendo prendere il treno per la scuola a causa di uno sciopero, decide di percorrere sessanta miglia a bordo di una bicicletta. Lo stesso che, per distinguere la destra dalla sinistra, era costretto a dipingersi una macchiolina rossa su uno dei due pollici e che per anni non si accorse di come il Natale cadesse a intervalli regolari. E se tutto questo può strapparci un sorriso, è anche vero che Alan, già dall’infanzia, aveva iniziato a sviluppare un incredibile interesse verso il mondo circostante e un odio esasperato verso qualsiasi tipo di evidenza.
In un passo particolarmente divertente, il fratello John racconta di come si andava sul sicuro scommettendo che, non appena uno si fosse avventurato a enunciare qualcosa di evidente, come per esempio che la Terra è rotonda, Alan avrebbe subito tirato fuori una quantità di prove incontrovertibili per dimostrare che è invece è quasi certamente piatta, ovoidale, o che ha la forma di un gatto siamese fatto bollire per quindici minuti alla temperatura di mille gradi centigradi.
Aneddoti come questo sono capaci di restituire un’immagine vivida di un uomo dotato di una personalità estremamente complessa. Perché prima di diventare un grande matematico e logico, prima di dare un contributo fondamentale alla causa inglese durante la II Guerra Mondiale grazie alle sue intuizioni nel campo della crittoanalisi e prima di gettare le basi per la moderna informatica, Turing è stato il ragazzo determinato ma timido, dotato di una straordinaria acutezza ma anche di una non trascurabile ingenuità.
Ritorniamo alla domanda da cui siamo partiti: chi è stato Alan Turing? Pagina dopo pagina, la risposta continua a sfuggirci e quando ci sembrerà di averla quasi raggiunta ci ritroveremo con un pugno di nuovi interrogativi tra le dita. E di questo, Alan Turing, non sarebbe potuto essere che felice.
Approfondimento
Giocava anche a bridge con i compagni del suo anno, sebbene afflitto com’era dal difetto comune a tutti i seri matematici non gli si potesse affidare il compito di segnare i punti, perché sbagliava le somme.
Hodges, in Alan Turing. Storia di un enigma non si propone semplicemente di raccontare le fasi di una vita ma anche di svelare il funzionamento di una tra le menti più geniali del XX secolo. L’autore prova a risalire fino agli albori di quelle che poi diventeranno le grandi idee e le geniali intuizioni di Turing.
Non si può negare che in alcuni punti, nonostante il proposito di Hodges, il libro appaia criptico e di non facile lettura per quanti non possiedano un ampio bagaglio di non poi così basilari conoscenze scientifiche. Anche solo osservare i voli qualche volta pindarici e gli incredibili ragionamenti di Alan offre comunque la possibilità di entrare in contatto con un modo di pensare fuori dal comune.
C’è un’immagine che ricorre con frequenza in questa storia: quella degli scacchi. L’intera vita di Alan sembra, infatti, la realizzazione di una complicata e tortuosa partita in cui, per vincere, non è sufficiente prevedere la mossa successiva ma è necessario protendersi sempre un po’oltre, la dove ancora nessuno è arrivato a guardare.