
Autore: Cinzia Tani
Pubblicato da Rizzoli - Marzo 2021
Pagine: 468 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Saggi italiani
ISBN: 9788817154796
ASIN: B08WJ4DW9D

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La complicata mente femminile nell’analisi biografica di ventidue donne vissute nell’arco di un secolo fra Ottocento e Novecento, che hanno avuto destini diametralmente opposti fra bene e male.

Il senso della genuina durezza della vita.
Un’analisi biografica che percorre un secolo, da fine Ottocento a fine Novecento, è il tema di Angeli e carnefici, un saggio tutto al femminile scritto da Cinzia Tani. L’autrice sceglie di analizzare coppie di donne vissute nella stessa epoca storica, ma che hanno sviluppato tendenze caratteriali talmente differenti fra loro da dare incredibili e opposte sterzate alle loro vite. Questo saggio vuole in un certo qual modo dimostrare che le teorie sull’antropologia criminale e la fisiognomica sono superate dallo studio del rapporto di causa ed effetto fra la genetica e l’ambiente vissuto dai soggetti.
È stato fatto dalla scrittrice un lavoro capillare nella raccolta dei dettagli storici e privati per dare forma a queste ventidue personalità che il lettore scopre a due a due, potendo effettuare paragoni immediati a parità di epoca storica analizzata. Le donne scelte a far da protagonista a questo libro, sono a volte molto famose, a volte meno, ma risultano sempre nate nello stesso anno, quindi si sono trovate a vivere gli stessi accadimenti storici, pur se con famiglie alle spalle di estrazione sociale diametralmente opposta. In un lasso di una ventina di pagine ciascuna, viene ripercorsa in maniera succinta, ma esaustiva la vita intera di queste esponenti femminili, dalla nascita alla morte. Così, a partire dal 1871, incontriamo Rosa Luxemburg, una delle prime donne a battersi strenuamente per le cause del Socialismo europeo, affiancata a Bertha Gifford, vissuta nello stesso periodo negli Stati Uniti che sviluppa la lodevole inclinazione di assistere i malati che stanno soffrendo, salvo togliere la vita a ciascuno, avvelenandoli. Un estremo gesto caritatevole o l’espressione di una forma di pazzia? Nel 1877 nascono Isadora Duncan che attraverso la sua passione per la danza riesce ad affrancarsi dalle sue umili origini, come pure Marie Petitjean che riesce a lasciarsi alle spalle una famiglia povera e conservatrice per diventare a Parigi una sarta famosa. Proseguendo nella lettura facciamo la conoscenza dell’incredibile vita di Helen Keller, nata nel 1880, che a seguito di una grave malattia infantile diventa cieco-sordo-muta; eppure la sua incredibile forza, unita a tecniche all’avanguardia per il periodo, la fa riuscire a parlare, scrivere libri e portare avanti la sua causa attraverso viaggi in tutto il mondo. Parallelamente ad Helen riviviamo la vita di Louise Peete, che nonostante sia nata in una famiglia benestante, il cui padre era un ricco editore, diventa una cleptomane e bugiarda patologica. Abbandonati gli studi e la famiglia, arriverà a commettere anche degli omicidi.
“Ti ho sempre dato tutto quello che volevi. Se nonostante questo, hai sentito il bisogno di rubare vuol dire che sei tarata!”, questo dice a Louise il padre furioso scoprendo la verità sulla vita della figlia e questo è il dilemma che aleggia per tutto il libro: il DNA, la genetica, prevale sull’ambiente famigliare nel determinare l’inclinazione e il carattere di una persona? Oppure no?
Scrive: «Ho cercato di capire perché è tutto così affascinante, e sono arrivata alla conclusione che è il senso di una vita genuinamente selvaggia… il senso della genuina durezza della vita.»
Angeli e carnefici è un libro che racconta con il taglio di un reportage di viaggio le vite così diverse di tutte queste protagoniste. Infatti l’autrice fa del viaggio della vita l’obiettivo delle sue ricerche, cercando di capire cosa e perché ha spinto le “sue” donne ad affrontare il proprio percorso con approcci così diversi fra loro. Lo stile giornalistico di Cinzia Tani, si frappone a brevi dialoghi pennellati su misura del carattere dei vari personaggi, rendendo la loro sfaccettatura immediata e incisiva.
Approfondimento
A mio avviso Freya Stark è forse l’eroina più carismatica che emerge dal panorama femminile analizzato. Nata nel 1893 a Parigi da genitori inglesi, entrambi pittori, morirà in Italia, ad Asolo, nel 1993. A nove anni le è stato regalato “Le mille e una notte” e il suo desiderio di viaggiare è nato allora. Nonostante abbia conosciuto la povertà, a seguito del divorzio dei genitori, e abbia dovuto affrontare la vita col volto sfigurato a causa di un incidente durante l’infanzia, non si è persa d’animo fino ad arrivare a scalare l’Himalaya alla veneranda età di novant’anni, apprezzando in pieno il proprio viaggio della vita e soprattutto riconoscendo nella solitudine forse più ricchezza che povertà.
«Bisogna essere soli, mamma, per viaggiare: se si va con qualcun altro tutto finisce in parole.»
Francesca Balacco