Autore: Michael Robotham
Pubblicato da Fazi - Aprile 2022
Pagine: 400 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Darkside
ISBN: 9791259670427
ASIN: B09T7575ZR
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Una giovane donna sociofobica e dislessica, “un’adolescente con le difese alzate” di cui persino la data di nascita rappresenta un mistero. Una sottile manipolatrice, cresciuta in fretta, che sembra aver vis-suto mille vite, meno una.
La propria.
Un labirinto di ossessioni, inoltrarsi nel quale potrebbe costare molto caro. In fondo al quale, però, potrebbe nascondersi la soluzione di un orrendo delitto.
Da qualche parte dietro di me, sento l’avvertimento di Terry.
«Non devi mai dire a nessuno chi sei.»
«Va bene.»
«Promettimelo.»
«Prometto.»
Un autentico mistero, Evie Cormac, aka “Faccia d’Angelo”. Questo è quello che deve aver pensato Cyrus Haven, psicologo forense sopra le righe, al loro primo incontro tra le pareti asfissianti di Langford Hall, un istituto protetto per minori difficili dove la ragazza è in affidamento.
È da lì che prende le mosse la vicenda narrata nell’ultima fatica del talento australiano, Michael Robotham.
A catalizzare l’attenzione del lettore da subito è l’alone di mistero che aleggia sulle pagine di Brava ragazza, cattiva ragazza.
E la trincea di silenzio che avvolge il passato di una ragazza di cui non esiste neanche un certificato di nascita, tanto perspicace quanto diffidente, sottilmente provocatrice e prevaricatrice. Il silenzio ostile e compiaciuto di chi riesce a non perdere mai il pallino della conversazione. Un silenzio che è una sfida conturbante, sul sentiero del quale Cyrus si incamminerà ben presto, deciso a non perdersene nemmeno un sussurro.
Tratta in salvo sei anni prima da una stanza segreta in una casa londinese, Evie si trovava in compagnia del cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione. Sul volto della ragazza un’espressione indefinibile. Inattaccabile.
Come se niente fosse.
Circostanze del delitto tutte da chiarire e nessun indizio, fatta eccezione per un set di impronte riconducibili a Evie. Le successive indagini accerteranno che, in quella stanza, lei è stata tenuta reclusa. E che con l’uomo intratteneva una qualche relazione misteriosa che aveva ragionevolmente del morboso, al punto da non poter essere liquidata neanche dopo la morte del carceriere.
Subito i contorni della storia si tingono di fosco, e pagina dopo pagina il lettore viene sospinto a chiedersi se possa esistere un nesso che leghi passato e presente della ragazza. Trauma e resistenza oltranzista.
A ricercarlo, quel filo sottile, riaprendo un’indagine che si era chiusa con un nulla di fatto, proprio mentre un’indagine nuova di zecca ha visto la luce. Quel collegamento, se esistesse, potrebbe infatti portare sino al presente. Sino alla tragica morte di Jodie, giovane promessa del pattinaggio, rinvenuta cadavere tra i boschi, sul conto della quale verrà chiamata a indagare l’ispettore capo Lenore (Lenny) Pavel, a capo dell’unità reati gravi della polizia del Nottinghamshire.
Le connessioni non si esauriscono qui, in quella che appare come una ragnatela narrativa dalle ramificazioni pressoché infinite, perché Lenny è stata la prima agente a intervenire sul luogo della tragedia che ha inghiottito buona parte della famiglia di Cyrus quando lui aveva appena tredici anni. Una ferita mai rimarginata, che tornerà a sanguinare. Mescolando sangue di ieri a sangue di oggi.
Contro ogni previsione possibile, Evie e Cyrus finiranno per condividere lo stesso tetto, e per loro, insieme con la convivenza, si apriranno spazi di permeazione e contaminazione. Spazi di confronto e scoperta reciproci, nei quali deporre le proprie maschere per provare a gettar luce sui contorni di tre vicende luttuose che hanno suscitato scalpore e indignazione. Spazi di scontro, tra due grammatiche emotive che non avrebbero potuto essere più distanti.
Approfondimento
Un congegno narrativo che non fa sconti, e che strapazza il lettore in una raffica di colpi di scena. É una prosa asciutta e contundente, pervasa da tutto il livore mediocre del male di vivere, quella che accoglie il libronauta sul pianerottolo di questo thriller, nel quale davvero non è mai detta l’ultima parola.
Il personaggio di Evie è tetragono, impermeabile, insofferente persino a sé stesso: naturale che gran parte del pathos del testo si sprigioni dalla dialettica di intenti tra i protagonisti, dal disperato tentativo dell’uomo – grimaldello Cyrus, contro ogni evidenza e buon senso, di fidarsi di chi ha di fronte. Di fare breccia nella paratia delle braccia conserte di Evie, anche con metodi che nulla hanno dell’ortodosso. Con ciò insegnando alla stessa Evie, che più sembra esserselo dimenticato, che di lei è possibile fidarsi.
Quel che colpisce di questo cimento narrativo senz’altro apprezzabile è l’alone di resa incondizionata all’ovvietà del male che lo permea, che tronca il fiato del lettore precipitandolo in una costruzione del periodo stizzosa, intessuta di stilemi truculenti e frasi corrose. Se ne ricava un senso perdurante di angoscia opprimente, che a molti amanti del genere risulterà di sicuro gradevole. Un lessico e un periodare che attingono al serbatoio della colloquialità triviale, e che certamente hanno del sapiente, ma rispetto ai quali, a giudizio di chi scrive, si avverte di tanto in tanto il bisogno di fare un passo di lato. Come se, a dispetto di tutte le opzioni in mano agli uomini, ad alcuni destini rimanesse per sempre preclusa l’eventualità di un percorso redentivo.
E, tra le dita serrate allo spasimo, il bisogno ancestrale, disperato e incomunicabile che, per quel percorso, esista un viatico sostenibile.
Per cui valga la pena di lottare, ancora e ancora.